“Il testimone di giustizia Luigi Coppola, commerciante d’auto che con le sue denunce ha fatto decapitare il clan di Boscoreale, i Pesacane, e quello dei Cesarano della zona di Pompei e Castellammare di Stabia, sta continuando ad invocare l’aiuto dello Stato.
Mi ha ricontattata raccontandomi delle ultime vicissitudini: ha detto di aver bisogno di coprire un debito di circa diecimila euro in pochissimi giorni.
Per questo motivo mi appello al Ministero degli Interni ed al sottosegretario Mantovano affinchè lo incontrino e cerchino insieme a lui una soluzione.
Coppola ovviamente non chiede che lo Stato gli copra i debiti, ma che lo aiuti a riprendere a lavorare. Purtroppo è storia di tutti i giorni, e spero che il Ministero mostri nei suoi confronti la stessa sensibilità mostrata nei confronti di altri testimoni seguiti da me e dall’associazione che presiedo, visto e considerato lo straordinario contributo dato con le sue denunce”.
E’ questo l’appello di Sonia Alfano, Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia.
“Possiamo immaginare quante difficoltà si incontrino nel tentativo di far ripartire un’attività su un territorio come quello campano, luogo dove Coppola ha avuto il coraggio di dire no al compromesso mafioso dimostrando grande senso dello Stato.
Ieri – prosegue Sonia Alfano – in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Libero Grassi, moltissimi rappresentanti delle istituzioni, a tutti i livelli, hanno dichiarato che oggi denunciare conviene e che lo Stato è accanto a chi si espone. Questo, complici la burocrazia e una conocenza non completa del fenomeno sui vari territori – sottolinea – non sembra corrispondere effettivamente a realtà.
Per questo cerco di dare voce ad un testimone di giustizia che ha bisogno di aiuto con urgenza, nella speranza che lo Stato voglia effettivamente dimostrare di esserci – conclude – e di voler fare la propria parte fino in fondo”.