VALENTINA RODELLA – “Ognuno ha degli schemi mentali che derivano dal personale vissuto ed è difficile uscirne… il buongusto, poi, è una questione soggettiva e che spesso dipende dai canoni richiesti nell’ambito in cui si va a lavorare”
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VALENTINA RODELLA – “Ognuno ha degli schemi mentali che derivano dal personale vissuto ed è difficile uscirne… il buongusto, poi, è una questione soggettiva e che spesso dipende dai canoni richiesti nell’ambito in cui si va a lavorare”

Intervista di Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista alla MakeUp Artist e Hair Stylist Valentina Rodella, che ha deciso di dedicarsi alla cura ealla valorizzazione dell’immagine delle persone quale sua professione – tant’è che è stata anche coach alla BCM Milano fino al 2020… La giovane donna ha subito affermato: “Ognuno ha degli schemi mentali che derivano dal personale vissuto ed è difficile uscirne… il buongusto, alla fine, quindi chi lo può giudicare secondo oggettività?! A livello professionale io mi attengo ai canoni dell’ambito in cui sto andando a realizzare la commissione mentre, nella vita di tutti i giorni, penso che ciascuno di noi debba essere libero di esprimersi come vuole (anche perché è l’unico modo per sentirsi a proprio agio)”

Buongiorno Valentina! Da piccola chi desideravi diventare “da grande” e che bambina sei stata? “Ciao Giulia! Da piccola ero una bambina molto particolare. Mi ricordo che durante gli anni della scuola primaria, avevo chiesto a mia nonna di comprarmi un collare borchiato – scioccando così tutti nell’istituto. Per tutta la mia infanzia sono sempre stata una persona molto diversa dalla massa e, per questo motivo, ho deciso di trasferirmi a Milano… proprio perché mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua. All’inizio non sapevo di preciso che cosa volessi fare da grande, ma sono sempre stata convinta che non avrei mai intrapreso un cosiddetto lavoro normale – questo me l’ha sempre detto anche mia madre e, alla fine, avevamo ragione”.

Se dovessi assegnare un titolo alle fasi maggiormente significative della tua esistenza finora, quale colore e quale canzone assoceresti a ciascun periodo? “Ad oggi, dividerei la mia esistenza in tre fasi: la prima corrisponde all’adolescenza, in cui ho vissuto a Brescia e che credo sia stato il momento più buio della mia vita. Non mi sono mai sentita infatti a mio agio nella mia città, sono sempre stata convinta di essere destinata a qualcosa lontano da lei. Tale periodo adolescenziale non l’ho vissuto benissimo quindi, se dovessi identificarlo con un colore, sicuramente sarebbe il nero. La seconda fase della mia esistenza invece è quella che corrisponde al mio trasferimento a Milano. Lì ho scoperto un mondo completamente diverso da quello in cui avevo vissuto e ho iniziato a intraprendere la carriera da truccatrice. Questo periodo lo abbino al colore rosso. L’ultima fase, infine, è quella che sto vivendo ancora oggi e corrisponde all’affermarsi della mia professione e alla tranquillità dell’avere un lavoro stabile e che mi gratifica tantissimo… la vedo proprio come una fase appunto di pace e, dunque, vi associo il bianco”.

Cosa rappresenta, per te, la Bellezza e cosa l’Arte – e quale ritieni esserne il potere, nonché principale pregio e valore? Per me, bellezza è tutto ciò che ha equilibrio. Il potere principale dell’arte è l’essere interpretabile. Quando un cosa è tale, quand’è cioè interpretabile per l’appunto, ognuno può vederla in maniera personale e pertanto ci si può calare dentro. In un certo senso, si può dire che l’arte abbia una sorta di valore consolatorio, perché l’immedesimarsi in un qualcosa fa sempre sentire una persona meno sola – come se ci fosse qualcuno che ci capisce (…)”.

Quale ruolo ti sembra che giochi e quale dovrebbe avere l’immagine visiva, l’estetica, nella società e nel veicolare significati nei più differenti campi della vita – non solamente nel mondo dell’Arte, della Moda e dello Spettacolo – e nell’essere, chissà, altresì indicatore di alcune caratteristiche psicologiche di chi si è e di chi si ha di fronte? “Mi viene in mente il seguente esempio per chiarire meglio la mia risposta… nella musica non c’è un brano che sia uguale a un altro difatti, quando viene composta una canzone, si parla di inedito. Secondo me, le persone si sono sempre ispirate a qualcuno e/o a qualcosa per creare il proprio personaggio. Non esiste un inedito di noi stessi, siamo tutti una sorta di scopiazzatura di quello che vediamo in giro. Al giorno d’oggi poi, con i social, siamo molto più a contatto con la vita di personaggi pubblici dai quali possiamo trarre ispirazione – che sia per l’abbigliamento o per il make-up, o che sia per l’acconciatura. Detto questo, sono del parere che ognuno di noi sia come una tela bianca sulla quale andiamo a creare un collage di tutto ciò che vediamo in giro e che ci piace tant’è che, piano piano, questa sorta di bacheca si arricchisce di tutte le cose a cui ci ispiriamo e alle quali aspiriamo, che amiamo e che creano la persona che  progressivamente di diviene… quindi sì, sicuramente l’immagine visiva non è un qualcosa che ha un’importanza solo a livello culturale, a livello artistico, nella moda e nello spettacolo ma fa e diventa proprio parte della persona (quasi come se dovessimo creare un personaggio e il personaggio, alla fine, siamo noi stessi)”.

Quant’è e quanto dovrebbe essere importante, a tuo avviso, l’aspetto esteriore e soprattutto com’è possibile capire e riuscire a far emergere la personalità del singolo attraverso un’esteriorità che sia fedele “bigliettino da visita” di ciò che si è interiormente? “L’aspetto esteriore, secondo me, dev’essere ed è importante… ma non deve diventare un’ossessione. Trovo che sia giusto curarsi e valorizzarsi, modificarsi quando non ci si sente a proprio agio, tuttavia senza accanimento. Senza dubbio per capire e far emergere la personalità di qualcuno attraverso l’esteriorità, se ci si affida a una figura professionale, il primo step è il dialogo. Quando si va a creare il look di una persona, che sia essa una celebrità o che sia una persona comune, è fondamentale conoscerla e avere quante più informazioni possibili su di lei poiché così si può realizzare un “abito su misura”. È importantissimo, inoltre, che l’ego del professionista al quale ci si affida non esca mai troppo fuori …costui deve consigliare, ma non deve creare cloni di se stesso – non si deve truccare ogni individuo nel medesimo modo in cui si trucca o comunque si truccherebbe se stessi. La vera sfida è mettere del proprio in ciascun make-up, adattandolo a chi si ha di fronte”.    

Senza tuttavia voler generalizzare, secondo te, quanto pesa per larga parte della gente il timore del giudizio altrui e la posizione lavorativa/famigliare che si ricopre nello scegliere come apparire e come invece non mostrarsi reprimendo così il piacere dell’assecondare il gusto personale e se stessi? “Al giorno d’oggi, siamo troppo preoccupati del giudizio altrui e una delle cause principali di questa ansia arriva dai social. Siamo costantemente bombardati dal concetto di perfezione – vita perfetta, corpo perfetto, lavoro perfetto, vestiti perfetti… Mi capita spesso di parlarne con le mie amiche e colleghe e noto che, ormai, tutti devono far vedere che lavorano tantissimo e che sono stanchissimi, che hanno stra-fatto… ogni cosa sembra diventata una gara! Conosco persone che per paura di venire giudicate perché non stanno lavorando, quando sono a casa, pubblicano video e foto di vecchi set (fingendo di essere a lavoro). Altri, invece, si ritrovano a fare un lavoro che detestano per compiacere la famiglia. Ho, a tale proposito, un ricordo indelebile nella testa… parlando con una ragazza, questa mi dice <<Io odio la mia vita, il mio lavoro>>. La mia risposta è stata <<Beh, sei così giovane e intraprendente… puoi praticamente diventare quello che vuoi>>. Lei ribatte <<Eh, ma deluderei la mia famiglia>>. Ciò è molto triste. È molto triste dover chiudere nel cassetto la propria essenza per paura di un giudizio negativo, anche perché chi vive male non sono coloro che giudicano bensì chi si reprime per timore del dito puntato contro. Io non riuscirei mai a immaginarmi diversa da quella che sono, con un lavoro “normale”. Quando insegnavo ripetevo sempre <<Se qualcuno dovesse chiedermi qual è il momento in cui mi sento più felice, la mia risposta è QUANDO SONO SUL SET>>. Ciascuno di noi dovrebbe imparare, davvero, a ignorare il giudizio altrui e pensare a quello che ci rende realmente felici e appagati”.

Qual è la peculiarità grazie alla quale, supponi, hai guadagnato la fiducia e la stima di molte persone e aziende? Diciamo che, nell’acquisire la fiducia di persone e aziende, entrano in gioco molti fattori… prima di tutto si deve essere sicuri di quello che si sta “vendendo”. Bisogna ricordarsi che spesso ci si trova davanti a gente che non sa assolutamente alcunché di make-up e di acconciature e che, soprattutto, ci sono tanti individui indecisi. È necessario comprendere quando e quanto si può assecondare una cliente e quando invece è meglio rimanere fermi sulle proprie proposte – per questo motivo è importantissimo trasmettere sicurezza. Chiaramente è doveroso saper fare il proprio lavoro alla perfezione perché se poi – nel momento in cui si passa all’azione – il professionista in questione è una “pippa”, le sue finiscono per palesarsi solo quali parole al vento… È pertanto fondamentale conoscere i propri limiti e non accettare mai un lavoro se non si è sicuri al 100% di essere in grado di svolgerlo al meglio. Altra cosa essenziale è, quando si lavora nel mio settore, essere consapevoli sin da subito che non si deve costituire un problema bensì fungere da soluzione (e, spesso, lo si deve essere in maniera silenziosa!). Su un set può capitare qualsiasi cosa e, ovviamente, andare ad aggiungere drammi al dramma non è un bel modo di presentarsi. Ciò che adoro di più è quando mi contattano e iniziano dicendo <<Vale, questo lavoro è un casino>> e parte l’elenco delle richieste assurde…. io mi faccio miei mille viaggi, cerco di capire come procedere, spiego la mia proposta e quando la telefonata si conclude con <<Perfetto, mi fido di te>> è qualcosa di impagabile. Una volta mi chiamò una ragazza per un ingaggio, esordendo con <<Valentina, non ridere… ci hanno chiesto un apparecchio per i denti da mettere su un’attrice>>. Io quel giorno ero su un set. In pausa ho provato a giungere a una soluzione e alla fine, il giorno dopo, le ho mandato la foto di me con l’apparecchio… tra l’altro, deve essersi sparsa la voce tra le case di produzione di quanto ho ideato, perché mi avranno telefonato almeno altre cinque persone a proposito dell’apparecchio finto che avevo fatto”.   

I ricordi, la sperimentazione e l’osare, il pianificare e l’organizzare quanto sono fondamentali nel tuo vivere e in che misura timonano il tuo quotidiano, il tuo lavoro? E ancora, di solito, ti sembra di seguire maggiormente l’istinto oppure la ragione? “Sono un po’ Dr. Jekyll e Mr. Hyde… Nella vita di tutti i giorni sono un disastro completo, disordinata e casinista… nel lavoro, invece, sono un soldatino in quanto non ammetto errori. Già solo a livello di orario, ovunque io sia (anche se mi capita un set sotto casa), io arrivo sempre minimo un’ora prima …poi magari me ne sto in macchina ad ascoltare la musica, o vado a fare colazione, però per me l’orario è proprio un’ossessione. Le mie assistenti mi odiano – perché ovviamente, quando sono sul set con me, iniziano ad avere l’ansia dal giorno prima. Altra cosa sulla quale sono maniacale è il kit di lavoro. So a memoria la posizione di ogni singolo oggetto e, questa, non può assolutamente cambiare… il fatto è che, quando mi serve qualcosa, non posso permettermi di perdere due ore a cercare. Istinto o ragione? Nella mia professione bisogna essere in grado di risolvere i problemi in tempi brevi, arrivare subito alla soluzione. Per fare questo, sicuramente è necessario essere super-preparati ma ci vuole anche tanto intuito e inventiva… quindi credo che i due aspetti, “fiuto” e razionalità, siano alla pari”.   

C’è un trucco e un’acconciatura che più ti appassiona realizzare e, in caso affermativo, come mai? “In realtà, non c’è un make-up e non c’è nemmeno un’acconciatura in particolare che prediligo realizzare. Ciò che amo di più, in assoluto, è il trucco artistico… dato che adoro sperimentare. Mi piace iniziare partendo anche da un’idea semplice e, via via che si prosegue nel lavoro, vedere come – attraverso l’istinto e il sentimento – si sviluppa il tutto”.   

Qual è il tuo punto di vista sui social e con quale finalità li utilizzi [clicca qui https://instagram.com/valentina. rodella?igshid=YmMyMTA2M2Y= per accedere al profilo Instagram di Valentina Rodella]? “Dipende dall’uso che se ne fa… ormai la gente, sui social, è suddivisa in gruppi ossia quelli che creano un profilo per far vedere quanto sia meravigliosa la vita che conducono e quelli che creano un profilo per spiare quanto sia meravigliosa la vita che le altre persone hanno… e quelli che si mettono in mostra sperando di trovare qualcuno che renda la loro vita meravigliosa. Ecco, questo lo considero un po’ una perdita di tempo. Poi ci sono, non di meno, pure coloro che usano i social per promuovere la propria attività e, finalizzati a tale scopo, essi sono di certo un’ottima vetrina – ma, soprattutto, permettono di ampliare la propria rete di contatti e possono arricchirti e dare ispirazione. Io ho arredato casa mia seguendo pagine di architettura e di design su Instagram, per non parlare dell’ispirazione per quanto riguarda il mio lavoro. Durante il periodo in cui ho frequentato l’accademia di make-up, ricordo che passavo le ore prima di addormentarmi guardando qualsiasi tipo di pagina (e ancora oggi, ogni volta che devo sviluppare un progetto, le mie ricerche iniziano da lì)”.

Infine, prima di salutarti, puoi anticiparci quali sono i tuoi prossimi progetti e magari pure qualche chicca in anteprima? “I miei progetti futuri riguardano il continuare, sicuramente, il mio lavoro nel settore audiovisivo. Di recente, sono stata anche sul set di un film americano. Per quello che concerne qualche chicca in anteprima, confesso che – da quando l’ho lasciato – sento molto la mancanza dell’insegnamento …infatti più volte ho espresso il desiderio, a una collega, di organizzare alcuni workshop per delle piccole classi… chissà, magari più avanti”.

29 Ottobre 2022

Autore:

redazione


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