Lo Stato d’Israele accoglie gli ebrei neri d’Etiopia solo dopo averli “resi sterili”
Sono anni che il sospetto si era fatto avanti, prima tra specialisti e sociologi poi, a poco a poco, anche nell’opinione pubblica israeliana. Lo scorso dicembre le accuse di un programma di approfondimento della televisione israeliana IETV (Israel Educational Television), “Vacuum”, avevano destato scandalo.
Ora la notizia è stata confermata da un membro del governo israeliano (anonimo, naturalmente): un numero imprecisato di donne etiopi di religione ebraica, “accolte” nello stato d’Israele secondo la “Legge del ritorno” varata nel 1950, sarebbero state rese sterili con un anticontraccettivo di lunga durata: il Depo-Provera.
È quanto riporta un blog del sito francese Mediapart, che cita l’inchiesta condotta dal quotidiano israeliano Haaretz. Oltre quaranta ebree etiopi avevano raccontato ai giornalisti di “Vacuum” come – mentre attendevano il trasferimento dai “campi di transito” in Etiopia – erano state avvicinate da assistenti sanitari israeliani; questi le avevano poi riunite in quelli che Haaretz definisce “family planning workshops”, dove erano state costrette a farsi iniettare il contraccettivo.
……………………………………………………………………………………..
Sono anni che il sospetto si era fatto avanti, prima tra specialisti e sociologi poi, a poco a poco, anche nell’opinione pubblica israeliana. Lo scorso dicembre le accuse di un programma di approfondimento della televisione israeliana IETV (Israel Educational Television), “Vacuum”, avevano destato scandalo.
Secondo la Tradizione ebraica tutto dev’essere puro o purificato prima di essere consumato.
E’ fatto divieto dalle scritture l’uso di una prodotto non kosher (adatto), così per la società è doveroso fare delle differenze tra gli Ebrei puri e i Gentili (Goiym) ovvero i non ebrei.
Da trent’anni in Israele si discute la questione del riconoscimento o meno dei falasha (esiliati) gli ebrei africani che storicamente vivono negli stati di Etiopia e Sudan:- “Dal punto di vista religioso, sarebbero i frutti dell’unione tra Salomone e la Regina di Saba. Questo creerebbe, secondo la visione dell Ebraismo ortodosso, alcuni problemi perché l’ebraicità è trasmessa in linea femminile, ed essendo la Regina di Saba non ebrea, in teoria neanche i discendenti dovrebbero esserlo” (Wikipedia) . Portati in Israele negli anni ’80, mediante le operazioni Salomone e Mosè , più di 115.000 falasha, hanno dovuto fare i conti con un mondo che non li riconosceva innanzitutto come puri, ma che era distante anni luce dal modo tribale di concepire la vita e la società.
Il talmud recita così :- “Tutti i Gentili sono solo degli animali, quindi tutti i loro bambini sono bastardi.” (Talmud, Yebamoth, 98a)
Queste parole ancora studiate e recitate, seppur mistificate e fatte passare in cavalleria, vengono tacitamente messe in atto dal governo israeliano, che ancora una volta si macchia dell’ennesimo oltraggio alla dignità umana.
Riammessi nella terra promessa gli ebrei “neri” di Etiopia, la cui purezza è stata messa fortemente in dubbio dalle frange più ortodosse dell’ebraismo israeliano, il governo ha pensato bene di ricattarli, in cambio della cittadinanza e di tutti i privilegi che questa comporta (lavoro, assistenza sanitaria, assicurazione e protezione), sterilizzando farmacologicamente tutte le donne che passavano il confine. Il farmaco somministrato, il “Depo-provera (medrossiprogesterone acetato), come riporta Wikipedia è “[…]un progestinico a lunga durata d’azione che viene utilizzato come contraccettivo orale”. Commercializzato in Italia da Pfizer, veniva iniettato all’interno di campi, dove gli etiopi per legge dovevano transitare, e dai quali non potevano uscire :
“Ci dissero ‘se non lo fate non potrete andare in Israele e non sarete neppure ammesse nel Joint (L’American Jewish Joint Distribution Committee, un programma internazionale di assistenza sociale al popolo ebraico, Ndr), non avrete assistenza sanitaria’. Avevamo paura… Non avevamo scelta. Senza di loro e senza il loro aiuto non avremmo potuto lasciare il campo. Quindi accettammo l’iniezione. Solo la loro autorizzazione ci avrebbe permesso di partire” – Emawayish, donna etiope che, insieme ad altre decine di connazionali, ha lasciato il paese di origine nel 2005.(agoràvox.it)
Il farmaco è il medesimo utilizzato per le castrazioni chimiche degli stupratori in diversi stati americani; l’effetto contraccettivo però dovrebbe essere temporaneo, seguendo i giusti protocolli di utilizzo, invece è scientificamente provato che la sospensione brusca del trattamento può portare all’infertilità definitiva e in molti gravi casi, anche ad una grave forma di osteoporosi. Ad avvalorare questa tesi, ci sono i dati statistici della diminuzione della natalità del 10%, nella comunità etiope israeliana negli ultimi 15 anni.
Queste informazioni arrivate al mondo del web in maniera anonima, sono state verificate da organizzazioni non governative di controllo, che hanno raccolto le centinaia di testimonianze.
Lo stato di apartheid che Israele ha creato attorno a queste persone è inimmaginabile, parliamo ancora di scuole, uffici e luoghi di ritrovo con divisioni, “falasha” ed “eletti”.
Ovviamente tutto questo ha reso sempre più difficoltosa la totale integrazione delle comunità etiopi all’interno della città, che per necessità hanno dovuto ripiegare sull’auto-ghettizzazione, quindi sulla creazione di piccole comunità tribali, un sistema di società che più si confà alla loro natura e cultura.
E’ impensabile che uno stato, rappresentate un popolo, che storicamente ha sempre sofferto si sia potuto abbassare a tanto.
Questo da adito a molti pensieri sulla “democraticità” dello stato mediorientale, e sul rispetto che questo riserva a una parte dei suoi cittadini.
C. Basile – fonte costruirecontropotere.blogspot.com/2013/…/genetica-o-che-altro.htm…