La pratica dello yoga spunti ed appunti di Sabrina Provasoli.
La maestra terra a Brolo, a fine agosto, uno stage.
Lo yoga si differenzia dalle pratiche ginniche o sportive per il suo lavoro sul respiro, sulle posture e sull’energia insegnando a raggiungere uno stato di rilassamento di interiorizzazione e di ascolto.
In Occidente siamo normalmente educati e improntati a lavorare sul corpo in modo ginnico, attraverso movimenti ripetitivi e meccanici che hanno un effetto fisico, ma che non coinvolgono l’interezza della persona. Praticare hatha yoga non significa fare una “ginnastica dolce”, ma lavorare allo sviluppo della percezione del nostro corpo, respiro e delle nostre sensazioni.
Durante il movimento e il mantenimento delle posture ci educhiamo ad essere in ascolto di ciò che stiamo facendo e di ciò che ci succede.
Durante le pratiche sul respiro-energia, impariamo a percepire le diverse aree respiratorie nel corpo, il flusso, l’ampiezza e il ritmo del nostro respiro e possiamo interagire con la nostra respirazione, sviluppando la percezione sempre più interna e sottile dello scorrere del respiro e dell’energia dentro di noi.
Non è solo la forma esteriore che caratterizza lo yoga, ma la qualità con cui si pratica. L’efficacia delle tecniche dipende dallo stato interiorizzazione e di concentrazione mentale con cui vengono eseguite. Nello hatha yoga il lavoro attraverso il corpo-respiro è un lavoro sull’interezza del nostro essere, una pratica di integrazione in cui ci si educa gradualmente a mantenere la mente in ascolto di ciò che succede e di come ci sentiamo.
La presenza al momento, a ciò che stiamo facendo, la percezione di sé, sono legate alla capacità di non disperderci negli stimoli che vengono dall’esterno o nel fluire dei pensieri che attraversano la nostra mente: impariamo così ad entrare in contatto con noi stessi, a sentirci ed accettarci, a percepire l’universo interiore.