di Anna Ricciardi
Il Maestro Michele Perriera ricordato da una sua allieva.
Ciao Indimenticabile maestro:
la prima volta che lo vidi fu al provino per la Scuola Teatrale “Teatès”, il suo cappello a larghe falde e gli occhiali scuri gli conferivano un’aria di imperscrutabile saggezza, di colui che tutto sa e tutto scruta. Michele era così, leggeva dentro e ti metteva a nudo ma non abbandonava mai. Sapeva ogni cosa di noi tutti, anche se non ci aveva mai visti prima.
E fu con quel suo tono “sciamanico” che decretò la mia promozione, portandomi nella sua scuola per accordare le corde dell’anima e far suonare solo le emozioni. Eh sì, perché Michele cercava con forza e tenacia dai suoi allievi,la verità delle emozioni. Guai se in scena si bluffava o si “cantavano le battute”, lamentava immediatamente: “Mi sto annoiando!”.
In teatro non c’era posto per i guitti, il teatro, il suo, era un tempio, un luogo di mistero, di sogno, di incanto. Lo spettacolo era un rito sacro e l’attore il suo officiante.
Anche la sua drammaturgia, intensa e profonda, è una ricerca nelle viscere dell’uomo, nelle sue paure, nei suoi dubbi, in un mondo crepitante e delirante.
Grazie per avermi tenuto la mano, grazie per quei brava pronunciati ad occhi chiusi, grazie per il tuo amore…immenso …