
Ieri pomeriggio è morto il batterista jazz Angelo Tripodo. I funerali saranno oggi, 19 Gennaio, nel primo pomeriggio alle 16,00 nella chiesa di S. Andrea Avellino. Verrà salutato da tantissimi amici ed estimatori.
Il batterista, noto in città per le sue impareggiabili doti umane ed il suo genio artistico, si è spento dopo una lunga malattia che ha affrontato con grande coraggio e determinazione, motivato e confortato da Giovanna La Maestra, sua straordinaria compagna nell’arte e nella vita. Insieme, nelle associazioni La Ragnatela e Il Cantiere dell’InCanto, con amore e dedizione, hanno “educato” alla pratica musicale tanti ragazzini bisognosi di superare lo scoglio della “diversità”. Nel jazz, famoso il suo storico trio composto con Giovanni Renzo e Pippo Mafali. Ha suonato e inciso, tra gli altri, con Paolo Fresu, di cui era anche amico personale. Nel 1998 con il quartetto Suono & Ritmo inaugurò l’undicesima edizione del prestigioso Festival Time in Jazz, in Sardegna. Musicista “libero” e innovatore, sperimentatore e arrangiatore raffinato, si ispirava al grande Ed Blackwell, storico batterista di Ornette Coleman. I suoi funerali si terranno oggi pomeriggio alle 16,00 nella chiesa di S. Andrea Avellino. Verrà salutato da tantissimi amici ed estimatori.
Ci sono persone legate all’arte, alla musica, che nel contempo curano e alimentano relazioni umane condotte sempre con rispetto verso la vita e verso gli altri, che per loro indole e operosità, nel ricordo di chi li ha conosciuti, resteranno “immortali”. E’ il caso di Angelo Tripodo, artista autentico, musicista, batterista e percussionista, ma innanzitutto uomo di grandi qualità, per tanti “amico” straordinario, che ieri pomeriggio si è arreso dopo una lunga malattia. Si è spento un faro, in terra, un punto di riferimento per chiunque l’abbia conosciuto e frequentato, ma si è accesa una stella, la cui luce continuerà a brillare nel ricordo di tutti, grazie al suo esempio.
Accanto a lui, a seguirlo, motivarlo e confortarlo, c’è sempre stata Giovanna La Maestra, sua straordinaria compagna nell’arte e nella vita. Insieme, nelle associazioni La Ragnatela e Il Cantiere dell’InCanto, con amore e dedizione, hanno “educato” alla pratica musicale tanti ragazzini bisognosi di superare lo scoglio della “diversità”.
Angelo era un uomo riservato, che amava suonare, insegnare e parlare di musica. Difficilmente lo si è visto in tanti anni di concerti primeggiare sui palchi o apparire da protagonista in tante circostanze, quantunque lo meritasse certamente. Sono pochissime, infatti, le foto che lo ritraggono.
Ieri pomeriggio, appresa la notizia, il suo amico e collega più colpito dal dolore e rapito dalla commozione, era Giovanni Renzo, pianista, attuale direttore artistico – musicale del Teatro Vittorio Emanuele. Egli, con Angelo Tripodo, ha condiviso palchi e sale d’incisione, viaggi ed esperienze, ma soprattutto una grande amicizia e passione per il jazz. Storico il loro trio che incantò le platee ai tempi d’oro del Brass Group: Giovanni Renzo, Pippo Mafali (già compianto bassista) e Angelo Tripodo. In particolare, nel 1987, si unì a loro Paolo Fresu, conosciuto da Renzo ai seminari di Siena. E come se non bastasse, a quella performance partecipò anche il cantante palestinese dei Kunsertu, Faisal Taher, in un tripudio generale. Dopodiché, gli orizzonti di Renzo e Tripodo si allargarono. Venne fuori il quintetto Suono & Ritmo (dal Laboratorio curato presso La Ragnatela), con Giovanna La Maestra alla voce e Francesca Licata e Giuseppe Gentile alle percussioni. Allora, sempre con Paolo Fresu, il quintetto incise anche un album su musiche di Giovanni Renzo: “Il Mare”, presentato all’inaugurazione del Parco letterario Horcynus Orca. Il gruppo è così al top della sua esperienza artistica: il 14 Agosto 1998 Suono & Ritmo, sul palco centrale di Berchidda inaugurò, a fianco di Paolo Fresu, l’undicesima edizione di Time in Jazz, super festival organizzato dal trombettista in Sardegna.
“Oltre il Giardino” – Silenzi e suoni nell’improvvisazione creativa, era il titolo del progetto portato lì dal quintetto di Angelo Tripodo. Questo è stato un momento di storia che Messina non potrà mai dimenticare, scritta tutta da musicisti messinesi.
In tempi più recenti, a dare l’eccellenza al gruppo, nel frattempo consolidatosi intorno alle figure di Angelo Tripodo e Giovanna La Maestra, è stato sicuramente Il Bosco in Concerto, evento curato artisticamente dalla coppia, che si è svolto annualmente sui Colli Peloritani, anche in questo caso con il coinvolgimento di Paolo Fresu, ma soprattutto di tantissimi artisti-volontari di ogni genere che, attraverso una eccezionale sensibilità creativa e impegno umano, hanno trasformato quel luogo in paesaggio delle favole, facendo vivere sensazioni da sogno.
Angelo Tripodo, è stato un esperto ed autorevole maestro che con il suo impegno, accanto a Giovanna La Maestra, ha costruito quel patrimonio d’arte e d’umanità fatto di musica e di impegno rivolto a ragazzi in difficoltà affinché si integrassero nella società e diventassero dei validi artisti in tante discipline. Il luogo di riferimento e d’eccellenza, in questo senso, è stata la Casa del Con, con laboratori ed eventi, luogo “dall’atmosfera Coltraneana”, come lo definì Paolo Fresu la prima volta che vi entrò.
Da musicista, Angelo Tripodo ha associato la propria arte, tra gli altri, a quella della bravissima flautista Alessandra Giura Longo, del sassofonista e clarinettista Cosimo Costantino e, recentemente, del giovane bassista Antonino Magazzù. Con questi ultimi, in particolare, ha costituito Pluriverso Trio, ultima formazione del batterista che si è esibita nel Giugno dello scorso anno al Teatro V.E. nell’ultima edizione del Messina Sea Jazz Festival. Nell’ambito del ruolo di “maestro”, un cenno particolare va al suo allievo per eccellenza: il promettente batterista Francesco Ghirlanda.
Angelo Tripodo era un musicista “libero” da schemi precostituiti, un innovatore, sperimentatore e arrangiatore raffinato. Sapeva improvvisare benissimo, inserirsi negli spazi, diversificare, e come tale non poteva che ispirarsi a chi praticava il free jazz come ragione di vita, tra cui il grande Ed Blackwell, storico batterista di Ornette Coleman. Del jazz, Tripodo apprezzava tantissimo anche Lester Bowie e gli Art Ensemble of Chicago, di cui arrangiava ed eseguiva in maniera straordinaria Zero. Ma non basterebbe spazio per enumerare i “maestri” che più amava e i generi e le passioni musicali cui attingeva e di cui si circondava. Angelo era abile e creativo nel rimaneggiare in chiave ritmica brani di qualunque genere. Si ricorda, con Costantino, ad esempio, persino un bellissimo riadattamento di Stravinsky. Fermo restando che anche la musica latinoamericana faceva tantissimo per lui: una composizione che amava spesso riproporre era Choro.
Ogni incontro con Angelo Tripodo era un momento speciale, indipendentemente da dove lo si “incrociasse”: fosse un concerto, la Casa del Con o semplicemente in strada, non faceva differenza, fino agli ultimi mesi della sua vita. Si intratteneva sempre con rispetto e dedizione, non trascurava niente e nessuno, aveva sempre battute originali per descrivere musicisti e non solo. Impossibile dimenticare, in una nostra chiacchierata, la sua simpatica definizione di Bollani: “figghiulazzu…”. Invitava sempre alle sue prove, sapeva stare e collaborare in modo discreto con gli amici con cui condivideva passioni e punti di vista.
Angelo mancherà tantissimo a tutti. Nessuno potrà mai dimenticare l’inconfondibile suono del suo rullante o del charleston, di steel drum o degli “attrezzi” da percussione, tutti trattati come strumenti dell’anima. Nessuno dimenticherà mai la semplicità che gli si leggeva negli occhi, talvolta accompagnata da un sorriso breve e sincero.
I suoi funerali si terranno oggi pomeriggio alle 16,00 nella chiesa di S. Andrea Avellino. Verrà salutato da tantissimi amici ed estimatori.
Corrado Speziale
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.