Ecco il pensiero del sindaco di sant’Angelo di Brolo, quasi una risposta a quanto detto dal neo assessore regionale Gaetano Arnano.
Nei giorni scorsi ho letto che il nuovo Assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, tra le misure per il contenimento della spesa pubblica, intende proporre la riduzione delle indennità di carica dei sindaci.
Premetto che il sottoscritto e la Giunta da questanno hanno scelto autonomamente la riduzione del 10 per cento, mentre fino al 2009 la decurtazione era del 20 per cento.
Pur mantenendo un tenore moderato, non si può non dire che la proposta è fuori luogo perché, ancora una volta, colpisce i sindaci, soggetti più esposti e indifesi di ogni altra istituzione.
Probabilmente l’Assessore Armao non sa che un sindaco lavoratore dipendente, che amministra un comune come SantAngelo (3.500 abitanti), percepisce una indennità di carica di 640 euro al mese (meno di una lavoratore lsu), mentre se non è dipendente, compresi i medici di famiglia, prende il doppio.
Ed egli non saprà neppure che un sindaco riscuote una indennità che è 30 volte inferiore di quella di un deputato.
Che l’Assessore possa sbagliare e non avere contezza è giustificabile.
Ciò che invece non è accettabile è che fino ad oggi, sulla vicenda, nessun parlamentare ha aperto bocca, nessun partito ha fiatato, né l’Associazione dei comuni (ANCI), che per definizione dovrebbe difendere gli interessi degli enti associati, ma che potrebbe occuparsi anche degli amministratori – bistrattati in modo verticale e orizzontale – abbia assunto alcuna posizione.
Nulla di nuovo a dire il vero!
Senza volere fare una guerra tra poveri, oltre ad essere di dubbia necessità la figura del presidente del consiglio comunale (nelle altre regioni è facoltativa), appare assurdo che allo stesso, per il solo fatto che presiede e rappresenta la civica assemblea, sia corrisposta una indennità, che talvolta è perfino superiore a quella del sindaco.
Appare con sempre maggiore evidenza che cè una sorta di accanimento verso i primi cittadini.
Forse perché, essendo eletti direttamente dal popolo, rispondono sempre meno alle logiche dei vertici, ed hanno un più stretto e forte rapporto con gli elettori. Tutto questo, a quanto pare, non è particolarmente gradito alle classi politiche e alle istituzioni che stanno al di sopra degli enti locali.
Se si persevera con tali scelte si arriverà ad un unico risultato: per fare l’amministratore bisogna essere ricchi o si debbono avere interessi diversi e non sempre leciti.
Per chi non è ricco e per chi non ha interessi derivanti dalla carica ricoperta, sarà inibita la vita amministrativa.
Da questa breve riflessione, ritengo che sarebbe necessario ed opportuno andare alla costituzione di una forma associativa autonoma, in rappresentanza dei sindaci e dei componenti delle giunte, che abbia un potere negoziale diretto e quindi da non delegare ad altri, che sia in grado di fare valere le proprie ragioni nei confronti delle istituzioni superiori che, come dimostrano ogni giorno, di tutto si occupano, tranne che dei problemi del territorio e di chi lo amministra.
Basilio Caruso
Sindaco di Sant’Angelo di Brolo (ME)