
Non si spiega altrimenti la “rivoluzione” che ormai da anni interessa Ficarra, comune propositivo, dove si inaugurano alberghi di proprietà del comune, si restaurano borghi e quartieri, la piazza diventa salotto e i vecchi palazzi non vengono abbattuti ma valorizzati ed i finanziamenti arrivano copiosi.
Ora tra i nuovi finanziamenti ci saranno i fondi destinati al recupero e alla riqualificazione delle antiche vie del paese.
Infatti il Decreto dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica – con il quale, tra l’altro, è stata approvata anche la ripartizione delle risorse relative all’Asse VI – Sviluppo Urbano Sostenibile, linea di intervento 3.1.4.2. del P.O. FERS 2007/2013 gestite dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali – ha assegnato al paese guidato dall’avvocato Gaetano Artale, un finanziamento di 1.500.000,00 euro
Fondi che saranno destinati per i lavori di riqualificazione urbana del centro storico, con particolare cura alle strade che saranno ripavimentate utilizzando, come una volta, l’arenaria, e che vedranno, sotto di queste, realizzate delle gallerie di servizio dove verranno inglobate le reti idriche, fognarie e di pubblica illuminazione, ma anche la fibra.
Un ulteriore intervento pensato per far più bella e accogliente Ficarra e i suoi slarghi. Interventi che interesseranno anche Via Umberto I, Via IV Novembre, Via Vittorio Emanuele e Via Garibaldi.
Una rivoluzione urbana, gentile, consapevole, culturalmente valida, che parte da oltre vent’anni fa e che non nasce a caso.
Che unisce sensibilità diffuse all’amore per il paese e che diventano impegno, come non mai, per il decoro urbano.
Impegno che trova terreno fertile nell’attenta semina dei grani dell’Arte e dell’Architettura che gente come Mauro Cappotto, Basilio Ridolfo, la “preside” Milio, ma anche lo spirito “dei Nebrodi” , dei Ricciardi, dei Ferrarolo, tanto per fare un nome, in questi anni – prima e dopo – e mai in splendida solitudine come in altri posti, hanno sparso in un humus particolarmente attento e recettivo.
Così, passo dopo passo, Ficarra ha visto risorgere luoghi e monumenti, trovare spazi per movimenti e segni artistico-culturali, partendo dal far rivivere i Palazzi Busacca e Milio, ripopolare le Piazze, dare lustro alla Fortezza carceraria, ai Cento Archi. Nel piacere della conservazione dei luoghi e del risveglio culurale.
Mai nulla è stato perso e si è viaggiato di pari passo anche in altri settore, come per esempio nel dare ad altre strutture pubbliche, come le scuole, dignità e sicurezza.
Un progetto che ha sempre guardato avanti, con la voglia di costruire occupazione, e interessi, anche ricoprendo l’agricoltura, l’ospitalità e la gastronomica tipica locale che ha dato a Ficarra ristoranti di qualità e presenze turistiche dai numeri importanti e che ha portato anche alla realizzazione un un b&b comunale, una struttura multifunzionale, che può anche fungere da polo di accoglienza per tutti i laboratori che affiancano il Museo della Ceramica e il museo diffuso in generale.
Un percorso, possiamo dire, che ai nastri di partenza aveva visto – diversi lustri fa – 5 o 7 paesini dell’area, embrioni di una scelta consortile vincente, che poi alla fine solo in pochi tra questi hanno continuato a correre su questa strada.
Ficarra ne è esempio e ci sarebbe di chiedere perchè gli altri non hanno avuto lo stesso sprint. Addirittura alcuni con scelte masochistiche perdono quotidianamente pezzi del loro patrimonio storico urbano, tra incuria o scelte suicide.
La rete museale, il sistema dell’albergo diffuso, le stanze d’arte e le residenze d’artista, e poi le rassegne d’arte, la cultura distribuita attraverso la presentazione di libri e la presenza di scrittori e artisti, le statue che punteggiano il paese, che ne raccontano la storia e parlano di emigrazione… a Ficarra non sono esempi nati a caso.
Ficarra con i suoi attenti amministratori, attuali e passati, da lezione di lungimiranza e di amor per la civitas..
Mauro Cappotto, che non è solo l’Assessore alla Cultura di questo comune, è un “professore”consapevole dell’importanza della riqualificazione dei piccoli centri come Ficarra e non fa mistero del suo orgoglio per i risultati ottenuti e per la “rete” di rapporti umani e professionali che ha saputo tessere da “buon amministratore” ha l’obiettivo di estendere questo progetto utilizzando anche le manifestazioni d’intrattenimento turistico e culturale, pensate e ragionate, come “l’insolito carnevale”.
In questo progetto comunque Ficarra sta investendo anche sulla “qualità della vita” e non solo su quella dei turisti e villeggianti ma anche e sopratutto di quella dei residenti.
E tornando alll’idea dell’albergo questo è ubicato tra il palazzo comunale e la Chiesa Madre di Ficarra.
La struttura è parte integrante del progetto “albergo diffuso”. La strategia è di sviluppare un modello di ricettività includendo abitazioni preesistenti e tipiche dei luoghi, per esaltare l’identità dei centri cittadini coinvolti e per creare un sistema di ricettività sostenibile, destagionalizzata e a zero impatto ambientale.
Un sistema sia per la promozione dell’offerta turistica, sia per una significativa ricaduta sulla microeconomia locale. In particolare si intendono favorire i giovani imprenditori che abbiano idee innovative e creatività nel concretizzare nuovi sistemi di fruizione turistica.
Lo stabile sorge di fronte a quella che fu, nell’estate del 1943, l’abitazione di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e, quasi certamente, sarà intitolato proprio allo scrittore.
Un bell’esempio.