Londra– Roberta Vinci, reduce dalla vittoria a Eastbourne (quinto titolo Wta), prima italiana a conquistare un titolo sull’erba, continua a vincere sui prati londinesi, raggiungendo per la terza volta in carriera (2005 e nel 2006) il suo miglior risultato, i sedicesimi di finale.
Roberta, testa di serie numero 29esima al torneo londinese, ha battuto la giovane canadese Rebecca Marino col punteggio finale di per 7–6 (7–3)/ 6–2. E come al primo turno contro la russa Dushevina lo ha fatto con una eccellente rimonta, dopo una partenza sotto tono. “E’ stato un match non strano ma difficile– ha esordito l’azzurra in conferenza stampa– perchè ero molto tesa, nervosa, ci tenevo a passare il turno. Non conoscevo la mia avversaria perché non l’avevo mai affrontata in passato. Sono andata sotto nel primo set, poi piano piano mi sono svegliata. La Marino serve molto bene, è alta, e su questa superficie è fondamentale. Ho cominciato a rispondere meglio, mi sono data una scossa e dopo averle strappato la battuta sul 5–4 mi sono caricata. Nel secondo set è andata molto meglio: subito 4-1 per me, ho annullato una palla del 4–3, poi ho chiuso 6–2 senza rischiare nulla”.
Ora l’attende la ceca la ceca Petra Kvitova, ottava testa di serie e semifinalista nel 2010 (nessun precedente). “E’ mancina, è una giocatrice molto fastidiosa– ha proseguito Roberta– qui ha fatto semifinale, vuol dire che sull’erba sa giocare molto bene. Che dire, sarà un match molto difficile…”.
A Wimbledon la 28enne azzurra è arrivata con il quinto titolo in carriera, il secondo quest’anno dopo Barcellona, e con il best ranking in carriera: numero 29 Wta. Una Vinci più consapevole della sua forza. Lei sorride e dice: “Sono contenta di quello che sto dimostrando. Quando qualche anno fa molti pensavano che fossi una buona doppista, in cuor mio sapevo di essere una singolarista… Ora sono una singolarista forte…”.
Un cognome che suona come il più azzeccato degli imperativi categorici. Ed una vivacità tutta mediterranea che traspare dallo sguardo sincero di chi sa bene quello che vuole. Rovescio ad una mano e gran senso della rete, a dispetto di un fisico minuto, sono le caratteristiche di un tipo di gioco che si vede sempre meno, e grazie al quale l’azzurra ha sconfitto tenniste del calibro di Vera Zvonareva, Anastasia Myskina, Patty Schnyder, Daniela Hantuchova e Flavia Pennetta. Questa è senza’altro la sua miglior stagione da professionista che potrebbe consentirgli al termine della stagione di posizionarsi tra le migliori venti della classifica mondiale…Ai posteri, dunque, l’ardua sentenza…!!!

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