Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista a Angela Fabbri, titolare dell’A.ZeroAtelier… è possibile contattare, per qualsiasi informazione e richiesta, l’anche creatrice di abiti e accessori moda tramite social [clicca qui https://instagram.com/a.zeroatelier?igshid=YmMyMTA2M2Y= per accedere al profilo IG]
Buongiorno! Lei è la fondatrice dell’A.ZeroAtelier, dunque le domando subito qual è il cosiddetto motore interiore che l’ha portata a decidere di creare per professione abiti e accessori. “Buongiorno Giulia! Esatto, sono io la fondatrice di A.ZeroAtelier. Dopo anni durante i quali ho lavorato come modellista dipendente presso svariate aziende e in cui ho portato avanti alcune attività nel campo dei tessuti e della sartoria, ho deciso di sperimentare e intraprendere una nuova avventura… dedicandomi alla realizzazione di accessori e abiti”.
Da cosa deriva la scelta del nome A.ZeroAtelier per quella che è la sua attività e da piccola a cosa immaginava di dedicarsi “da grande”, insomma che bambina è stata? “La scelta del nome A.ZeroAtelier è stata meditata, anche perché volevo che rappresentasse quello che avevo intenzione di realizzare dopo tante esperienze e traversie personali. Da qui l’iniziale del mio nome e l’allusione al ripartire appunto da zero con nuove intenzioni, tuttavia senza dimenticare e senza abbandonare il bagaglio di tutto ciò che ho acquisito nel tempo. Da bambina sono cresciuta accanto a mia zia, che aveva una sartoria su misura… ho quindi sempre avuto occasione di stare a contatto con tale mondo, sebbene la mia curiosità non si fermasse solo lì. Ero interessata a ogni attività che richiede manualità come la lavorazione a maglia, l’uncinetto, il ricamo e qualsiasi altra attività che mi desse modo di realizzare qualcosa a me gradito. Un’altra mia passione urgente era disegnare, tant’è che passavo ore e ore a riprodurre qualsiasi cosa nei minimi dettagli”.
Cosa rappresenta per lei la bellezza, la moda, l’arte più in generale e quale ritiene che sia il loro principale pregio e potere? “La bellezza, come l’apprezzamento dell’arte, a mio avviso è una cosa imprescindibile quanto soggettiva nella vita di ognuno di noi. La moda è una declinazione dell’arte, che ci accompagna tutti i giorni e ci dà la possibilità di comunicare senza bisogno di parole”.
Quale ruolo le pare che giochi e quale le piacerebbe avesse l’immagine visiva nella società e nel veicolare significati nei più differenti ambiti della vita – ad esempio a livello emozionale, d’impegno verso un qual certo “quid”, psicologici a riguardo di sé e di coloro con i quali ci si interfaccia? “L’immagine visiva ha il potere di comunicare qualsiasi messaggio si voglia, liberarsi dei preconcetti è essenziale per non cadere nella banalità… mi piacerebbe che chiunque riuscisse a farlo, senza temere il giudizio altrui. Se questo accadesse la creatività darebbe spazio a ognuno di esprimere il proprio mondo interiore”.
I ricordi, la sperimentazione e l’osare, il pianificare e l’organizzare, l’istinto e la razionalità quanto sono fondamentali e in che misura timonano la sua creatività? “Direi che i ricordi sono tutti custoditi idealmente nei nostri piccoli “cassetti” interiori, che di volta in volta apriamo a seconda della necessità del momento. Sperimentare, osare e usare l’istinto è il motore di ciò che si vuole realizzare. Personalmente né pianificare né organizzare mi viene tanto naturale, ma riconosco comunque la loro importanza”.
Quali sono i materiali, i colori, le forme che predilige nel realizzare i capi d’abbigliamento e accessori che dà alla luce e per quale motivo nello specifico? “In quanto ai materiali, per l’abbigliamento amo le fibre naturali e ciò vale anche per gli accessori che vengono portati sulla pelle. Parlando poi di accessori tipo le borse, con la bag si può spaziare e utilizzare altri materiali tecnici che riescano a valorizzare l’idea di base. Personalmente preferisco l’asimmetria, in quanto dà più spazio all’immaginazione. Riguardo ai colori inoltre, per quello che mi concerne, la scelta è dettata da ciò che penso di realizzare di volta in volta. Il mondo è per l’appunto a colori e ognuno di questi può esprimersi al meglio a seconda di dove lo si pone”.
Lei è dell’avviso che i vestiti e gli accessori abbiano o non abbiano un genere? Le domando ossia se, per quello che la riguarda, tiene a mente e ossequia oppure invece non segue mai talune categorizzazione appunto del genere in base al sesso di nascita.“La differenza di genere esiste ancora, ma oggi si sta sempre più assottigliando – anche se lo scoglio da abbattere è ancora alto. Amo chi non si fa troppi problemi di genere e spazia nelle proprie scelte con disinvoltura, l’importante è che ognuno si senta bene con quello che indossa”.
Ha idea di avere e mantenere immancabilmente una sua zona di comfort lavorativamente parlando, cioè di caratterizzarsi per alcune peculiarità alle quali non contravviene mai in tutto quello che esce dalle sue mani? Ebbene come descriverebbe il suo stile, la sua “firma”? “Il mio pensiero è che sarebbe l’ideale trovare un compromesso tra il desiderio del cliente e quello che è il mio stile… ciò perché personalmente parte della soddisfazione di questo mio lavoro nasce soprattutto dalla soddisfazione del cliente, ma – in tutta sincerità – mi piace usare la mia esperienza per spaziare, dare alternative e mettere il mio tocco creativo in ogni accessorio o abito che creo”.
Nell’imparare a conoscersi e nel comprendere cosa si vuole fare-essere-avere, la propria specificità in che relazione sta con la socialità e con l’aggregazione, con la vita sociale? E l’ampia e profonda diversità d’approccio – altresì nella propria presentazione tramite il look – all’esistere e nel come vivere rispetto alla maggioranza a cosa le sembra, o almeno suppone, che porti? “Credo che la socialità possa essere un valore aggiunto per interfacciarsi con l’esterno con personalità, presentandoci in modi differenti tra noi. La vita sociale ci permette di aprire la mente e di conoscere cose nuove, però bisogna sempre fare attenzione a rimanere fedeli a se stessi e lasciare la possibilità a ciò che abbiamo dentro di prendersi il giusto spazio. Dovremmo cioè tutti provare ad arricchirci interiormente senza lasciarci schiacciare da quello che ci sta attorno”.
Infine, prima di salutarci, vuole anticiparci quali sono i suoi prossimi progetti e condividere qualche eventuale chicca in anteprima? “Il mio prossimo progetto è in evoluzione e riguarda la lavorazione del feltro in una veste rielaborata”.