Un bambino con un vestito con i colori della bandiera palestinese — nero, bianco, verde e rosso — e una pentola vuota calata sulla testa, sulla quale campeggia una parola che non ha bisogno di traduzioni: HELP.
Un solo, struggente disegno, firmato dal designer e illustratore siciliano Antonio Morello, riesce a raccontare molto più di mille articoli, reportage o interviste.
Morello, conosciuto per le sue illustrazioni minimali ma potentissime, capaci di coniugare linguaggio grafico contemporaneo e impegno sociale, ancora una volta sceglie di parlare di chi non ha voce, di chi viene ridotto a numero nelle cronache: i bambini di Gaza. Con la sua arte essenziale e incisiva, Morello ha già affrontato in passato temi come la guerra, le migrazioni, la povertà e la discriminazione, utilizzando figure stilizzate e simboli universali per lanciare messaggi profondi e immediati.
In questo disegno, il bambino è nudo, vulnerabile, scalzo: la pentola che tiene sulla testa è vuota, come vuoti sono i piatti e le dispense di migliaia di famiglie palestinesi intrappolate sotto assedio, protagoniste dell’ultimo genocidio che la storia ci racconta.
Ma su quella pentola c’è scritto HELP, “aiuto”, un grido che riecheggia dalle macerie e dalle lunghe file per un sacchetto di farina, per una lattina di olio, per un tozzo di pane. La lacrima sul volto del bambino, stilizzata ma eloquente, è la lacrima di un popolo intero.
Un dramma umanitario che non può lasciarci indifferenti
La situazione a Gaza è più che una crisi: è una catastrofe umanitaria in atto.
Secondo le Nazioni Unite, oltre il 70% della popolazione è in condizioni di insicurezza alimentare acuta. Le immagini delle lunghe file per il pane, delle distribuzioni di aiuti trasformate in scene di disperazione, e le notizie di morti tra la folla in fila per il cibo, parlano di una fame che uccide anche in tempo di tregua che non c’è. Sono – le loro vite – il premio del tiro al bersaglio. E non bastano le denunce della comunità internazionale per l’uccisione di decine di civili in fila per gli aiuti umanitari a causa di colpi sparati su di loro.
Bambini, donne e uomini muoiono non solo sotto le bombe, ma anche cercando un pezzo di pane.
Un artista della coscienza
Antonio Morello usa l’arte come strumento di coscienza collettiva. Il suo stile è diretto, universale: forme semplici e colori netti che parlano a tutti, anche senza parole. La potenza di questo disegno sta proprio nella sua immediatezza: un simbolo che chiunque può leggere e comprendere, un’immagine che diventa denuncia e appello allo stesso tempo.
Questo disegno è un manifesto contro l’indifferenza.
Ricorda a tutti noi che la fame, la sete e la disperazione di un bambino a Gaza non sono “problemi lontani”, ma ferite aperte dell’umanità intera. Morello ci chiede di guardare, di ascoltare, di non restare in silenzio. Di capire che quella scritta HELP è rivolta a ciascuno di noi.
Ecco che allora il disegno diventa una domanda: cosa facciamo noi, spettatori, davanti a questo grido?
alcune opere di Morello