A giudicare dalle reazioni dei messinesi alle ultime azioni portate avanti dall’amministrazione comunale sembrerebbe proprio di si, anche se a far precipitare la situazione ci ha pensato la Tares (Tassa sui Rifiuti e Servizi) che ha provocato un aggravio della bolletta del 60% circa.
Un duro colpo per le tasse dei cittadini messinesi, che oltre al danno del notevole aumento del costo della bolletta devono confrontarsi anche con la beffa di avere un servizio scadente visto che in molte zone della città si vedono montagne di rifiuti attorno ai cassonetti. Intanto però in città regna il caos, visto che c’è chi ritiene che la Tares non vada pagata, in quanto illegittima, e tra chi invece bisogna tapparsi il naso e pagare per non aggravare ulteriormente la situazione, visto che proprio la numerosa schiera dei “non paganti” ha contribuito a creare questa situazione. Intanto però con l’arrivo in settimana delle prime bollette (da pagare eventualmente in tre rate la prima entro il mese corrente) è subito scoppiato il malcontento tra i cittadini, domenica si terrà un sit-in di protesta davanti a Palazzo Zanca organizzato da nuclei spontanei di messinesi.
Ovviamente non sono mancati i disagi e le incongruenze, visto che nei conteggi sono stati considerati defunti mentre chi nell’ultimo anno solare ha cambiato casa si è visto recapitare ben 2 bollette. Il problema principale è che risulta fallito il meccanismo con cui alla vigilia si è presentata la tassa, che prima o poi si sarebbero dovuti fare i conti con la gestione scellerata dei rifiuti degli ultimi 20 anni era ovvio, com’è altrettanto ovvio che con questa gestione l’amministrazione Accorinti centri davvero molto poco. Mancano però le strutture affinchè il cittadino possa ricevere quegli sconti che invece non avrebbe potuto ricevere rimanendo in regime di Tarsu.
L’assessore all’ambiente Daniele Ialaqua aveva più volte dichiarato che si sarebbe dovuto partire dallo sfruttamento delle isole ecologiche sparse per la città, affinchè i cittadini seguendo il criterio della differenziata confluissero lì i rifiuti ed avere le dovute agevolazioni, in attesa di accedere ai fondi nazionali per far partire la raccolta porta a porta.
Peccato però che in nessuna delle isole ecologiche ci sia un sistema interattivo di registrazione, chiunque vada vede gli ausiliari ancora alle prese con taccuini e brogliacci di ogni tipo, addirittura nell’isola ecologica di Tremonti (che dovrebbe raccogliere i rifiuti dei cittadini della zona nord) la bilancia della pesatura risulta rotta. La Tares ha messo in difficoltà anche il consiglio comunale che ha approvato il regolamento in fretta e furia e al limite del termine temporale. Ovviamente c’è da capire l’imbarazzo dei consiglieri che hanno difficoltà a far capire ai propri elettori la necessità di votare un regolamento necessario per evitare il dissesto finanziario.
Si è assistita però alla corsa dei gruppi consiliari che, una volta intuito il malcontento, hanno iniziare ad avanzare proposte su proposte come quello di posticipare di un mese la scadenza delle altre due rate. In questo contesto ad aggiungere il fumo ci ha pensato in settimana il gruppo Felice Per Messina che ha denunciato lo stato in cui versano le isole ecologiche oltre alla necessità di ricostruire da un punto di vista aziendale Messinambiente.
Il problema però è che l’ex candidato sindaco Felice Calabrò, durante i vari dibattiti per l’approvazione del regolamento, aveva espresso la propria contrarietà alla Tares mostrandosi favorevole all’idea di restare in regime di Tarsu seppur portando la quota tariffaria al massimo consentito dalla legge. E’ del tutto evidente quindi che il centrosinistra, che detiene la maggioranza in consiglio, non abbia seguito l’indicazione politica proveniente dal proprio ex candidato sindaco.
Antonio Macauda