Riceviamo e pubblichiamo la replica di Fabrizio Blandi alle dichiarazioni del dott. Bruno Mancuso. Di seguito il documento.
In merito alle dichiarazioni del candidato a sindaco della coalizione avversaria nei miei riguardi, Dott. Bruno Mancuso, mi sento in obbligo di dover rispondere, essendo stato, a mio parere, ingiustamente chiamato in causa e travisato.
Evidentemente chi riferisce in maniera così zelante delle mie elucubrazioni a Piazza Crispi è riuscito a mistificare, chissàse in malafede, anche il concetto di fondo. Riflettevo infatti su quale fosse la modalitàdi amministrazione del paese, se la filosofia politica sottostante (certo, viene da pensare a quale sia la nostra sorte se prima si parlava di capitale, classi sociali e lotta di classe e adesso di questo) fosse quella del “buon padre di famiglia”, in unione alla tanto declamata e decantata pacificazione politica.
Riportando l’esempio della vicenda della discarica, ho, in maniera assolutamente ironica, cercato di mettere in luce il fatto che quest’amministrazione, più che la politica del “buon padre di famiglia”, aveva perseguito la strada del “padre-padrone”, avendo evitato ai cittadini ogni possibilitàdi confronto su un tema che per i prossimi 20 anni saràsicuramente in cima alla lista delle problematiche del nostro paese. Detto ciò, capisco che l’ironia non è viatico per tutte le bocche (e le menti), pensavo che, se questa era l’esemplificazione di questo modo di fare, non potesse che compatirsi la crisi della famiglia come istituzione. Chissàcome mai hanno riportato le mie parole come se avessi asserito che la famiglia del sindaco fosse in crisi!
Non m’importa di andare a declamare in pubblica piazza i problemi di una qualunque famiglia, per giunta rispettabile, dato che ognuno nelle sue quattro mura (o quattordici nel caso del sindaco…) è padrone, ma ammetto che il mio discorso s’è facilmente prestato alla più paternalistica e ignobile parata demagogica che ricordi questo paese, con la famiglia del dott. Mancuso schierata sul palco e lo stesso che decantava i frutti del suo lavoro. Non posso che essere contento che abbia una famiglia unita, Dott. Mancuso, ma non è su questo che ci stiamo confrontando, bensì su due modi opposti di vedere le cose in questo paese. Il paternalismo non ci appartiene come filosofia dell’amministrazione, perché porta a valutare i cittadini come subalterni alle decisioni del “capo”, decisioni viste più come concessioni, che come atti dovuti di un servo del paese.
Questa asserzione è del resto l’ennesima prova, come se ne servisse un’altra, che in questi anni lei, signor sindaco, non è stato al servizio di questo paese, ma ha reso il paese al suo servizio. Lo dimostra la colpevole incuria con cui ha trattato il problema della discarica, il parco degli ulivi, e più in generale il verde pubblico, e l’abbandono a se stesse delle contrade, salvo poi ricordarsele durante la campagna elettorale. Figli e figliastri?
Questa, signor sindaco, è la mia preoccupazione riguardo alla sua idea di buon padre di famiglia. Io voglio un amministratore onesto, sincero e leale, non un padre. Del mio ne sono più che orgoglioso, perché mi ha dato l’educazione necessaria per non essere strumentalizzato da nessuno. Comprendo la sua difficoltàa pensare che ancora qualcuno, più di tutti un ragazzo di ventidue anni, sia in grado di riflettere in questo paese con la propria testa. Se ne faccia una ragione quanto prima, perché queste sono le mie prime parole, non certo le ultime.
Cordialmente
Fabrizio Blandi