di Maria Lucia Lo Presti.
Un incontro a più voci per ricordare di Alda Merini: Sala Rita Atria: un’agorà di democrazia inclusiva.
Ci sono momenti che nel percorso di crescita culturale di un Comune sono particolarmente significativi.
Uno di questi è stato l’evento in ricordo di Alda Merini: una piccola ape furibonda, che si è celebrato alla Sala Rita Atria sabato 12 febbraio.
Significativo non solo perché ha dato modo a chi ama la poesia di condividerla, e a chi questa poetessa ancora non conosceva di potervisi accostare (e, perché no, pensare di cominciare a leggerla), ma soprattutto perché con modalità diverse si è costruito il ricordo dell’artista in una scenografia che ha fatto da sfondo alla manifestazione ed è stata funzionale a comprendere l’esperienza di vita di Alda e il suo farsi poesia.
Un lettino, delle rose, una lampada, fogli trasparenti pendenti da un soffitto immaginario su cui erano vergati versi di poesia, quasi le foglie al vento di una novella Sibilla. Seduti o accoccolati ai piedi del letto i ragazzi del Gruppo “le parole et le corps”, si sono alternati nella lettura di 30 liriche della Merini, tratte soprattutto dalla raccolta “Eternamente vivo”, in cui ne sono confluite alcune da raccolte precedenti.
La maestra Cettina Carcione può ben esser lieta per aver fatto accostare questi giovani alla Merini, di cui proprio loro hanno scelto le liriche da leggere.
Fino a quando i giovani leggeranno poesia si può sperare nella gentilezza del cuore, in mani che saranno solo sorgenti di carezze.
E lieta sono stata io che ho ripercorso l’itinerario vita-poesia di Alda Merini, non solo perché ho potuto conoscere chi con me condivide il gusto per la poesia, ma soprattutto perché la scenografia ha rappresentato bene l’esperienza poetica di Alda, cioè un vissuto manicomiale, che è il dolore diventato “ostetrica” della sua poesia.
Le liriche recitate dai ragazzi, quindi, hanno creato la giusta atmosfera per conoscere l’artista, così come le canzoni interpretate da Valentina Siligato e gli altri componimenti affidati alle voci di Ornella Fanzone e Beatrice Rasizzi Spurio hanno ulteriormente contribuito ad illustrare i contenuti tematici della sua produzione poetica.
Questo momento culturale, quindi, è stato il miracolo che i poeti riescono sempre a compiere: far incontrare i cuori, far condividere le esperienze, sollecitare le emozioni.
E’questo un dono alla collettività di cui si deve dar merito all’Amministrazione Comunale: al Sindaco Salvo Messina, all’Assessore alla Cultura Maria Ricciardello, al Responsabile dell’Ufficio Turistico Massimo Scaffidi che lavora in team con tutto l’ufficio di promozione culturale del comune.
Con quest’incontro e con altri che sono in programma si sta realizzando un’agorà di democrazia inclusiva di cui Rita Atria gioirebbe.
Prof.ssa Maria Lucia Lo Presti