Alfonso Restivo –  quando l’arte diventa gioia
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Alfonso Restivo – quando l’arte diventa gioia

Intervista tratta da “Stregatti”

restivo-alfonso1. Potremmo riassumere la tua filosofia artistica con una frase? Come sei giunto a maturare questo stile e questa consapevolezza?

La frase che ritengo adatta alla mia arte è “creare per far gioire chi guarda la mia opera“; questo stile è nato cosi per caso quando accadde lo tsunami in indonesia molti anni fa, guardavo quelle persone sconvolte dalla tragedia e pensavo che il loro futuro da lì in poi sarebbe stato incerto e quindi misterioso… e da lì il senso del mistero e del mistico che appartiene alle mie opere!

2. Secondo te l’arte può avere un effetto sociale sulla comunità?

Sicuramente da parte mia metto tutto l’impegno possibile attraverso anche i corsi di pittura e le manifestazioni che organizzo, affinchè ci sia un unione di pensiero e di confronto sereno, per cercare di stimolare il pubblico o chi ama l’arte a socializzare e a sentirsi parte integrante di ogni progetto artistico.

3. Crei ritratti su commissione? Quindi ti ritieni un artista di classe? Un classista?

Tratto l’iperrealismo quindi per me è sempre un piacere ritrarre una persona in chiave quasi reale… e poi mischiare il ritratto a ciò che voglio trasmettere col mio stile… quindi non mi reputo un classista, ma un avanguardista.

4. Se ti dovesse capitare di collaborare per qualche marchio pubblicitario, ti sentiresti completamente libero di sviluppare i tuoi temi e motivi o ti senti in qualche modo sottoposto a limiti e restrizioni?

Beh, sicuramente quando entri a far parte di un progetto pubblicitario devi sempre attenerti a degli schemi base per poi spaziare con la fantasia e quindi metterei molto del mio estro per la realizzazione.

5. Parlaci dei tuoi progetti presenti e futuri.

Il primo obiettivo a cui tengo è quello di poter sempre creare, avere sempre quella voglia di poter esprimere la mia arte e quindi sto progettando delle manifestazioni artistiche di rilievo a Catania e sto collaborando con persone nel campo artistico nazionale. Sto prendendo parte a una grossa colletiva di pittura in una galleria a Catania dall’11 al 20 marzo e ad aprile parteciperò a un concorso di pittura abbinata alla poesia a Messina e sto cercando di organizzare delle collettive di pittura tematiche per un grosso evento che si terrà a Catania ad Giugno –Luglio e Novembre 2012.

6. Che senso ha farsi fare un ritratto così simile ad una foto, e magari pagare un bel po’ di soldini, piuttosto che andare da un fotografo e farsi fare un ritratto da lui?

Farsi fare un ritratto da un fotografo fa sì che si immortali quell’attimo, quell’istante, con l’espressione del volto statica o in movimento e la foto non è modificabile dal punto di vista dello sfondo o del colore (a parte l’uso di programmi di grafica come Photoshop). Il ritratto su tela ha invece una valenza superiore da un punto di vista artistico e di realizzazione, si deve essere bravi a rappresentare con i pennelli l’espressione del volto, cogliere la vera essenza del pensiero che in quell’attimo pervade il soggetto ritratto, col proprio stile affinchè si dia un emozione sia a livello coloristico che di forme.

7. Ti senti un artista globale?

Globale a livello di discipline artistiche no, perchè comunque non amo fare sculture o installazioni, ma mi sento globale nel riuscire a spaziare con i soggetti e con diversi tipi di tecniche pittoriche e soprattutto tratto molti temi anche di attualità e quindi globalizzo il sistema vita e lo inserisco nella mia tela .

8. Fai anche il modello? Perchè?

Io sono un insegnante di storia dell’arte ma oltre la pittura amo la moda, intesa come farmi fotografare e sfilare per vari marchi e stilisti affermati e non. Faccio il modello soprattutto perché sono un po’ narciso, ma il narcisismo lo metto anche nella mia arte e chissà magari sfilerò con le mie tele addosso un giorno! (azz… geniale…ndr)

9. Chi è il tuo artista del passato preferito e perchè?

Come artista del passato adoro Vermeer, pittore olandese del 1600.  Lo sento molto vicino a me a livello artistico perché lui amava come me definire l’esatta fisionomia dei personaggi raffigurati e la precisa posizione degli oggetti nella composizione dei dipinti. L’estrema vividezza e qualità dei colori nei dipinti di Vermeer, tutt’ora riscontrabile, è dovuta alla grande cura posta dall’artista nella preparazione dei colori ad olio e nell’estrema ricercatezza dei migliori pigmenti rintracciabili all’epoca. Esprimeva anche lui questo mistero della vita raffigurato nei suoi volti e nelle sue scene.

10. Dove vuoi arrivare?

Dove voglio arrivare?? Bella domanda. Sicuramente non si finisce mai di imparare , ancora ne devo fare strada, ma il mio obiettivo principale è quello di farmi conoscere sempre di più a livello nazionale anche nelle piccole realtà artistiche e soprattutto cercare di portare la mia arte all’estero.

Katia D. De Sessa

fonte:http://www.stregatti.com/alfonso-restivo-quando-larte-diventa-gioia/

11 Marzo 2012

Autore:

admin


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