Il prossimo 7 marzo, tre delle quattro maestre accusate delle presunte violenze fisiche e psicologiche perpetrate ai danni degli alunni di una pluriclasse di Reitano davanti al Giudice di patti. La quarta sceglie il rito abbreviato. Ed intanto le tesi difensive fanno emergere un quadro angosciante :”Tutti sapevano, anche i genitori”. La denuncia parte comuquee proprio dai genitori degli undici bambini maltrattati.

Dopo la decisione del Gup del Tribunale di Patti, Andrea Aliquò, ecco giungere il rinvio a giudizio per la cinquanttoenne Giuseppina Calanni di di Caronia, Rita Crascì di Castell’Umberto – 41 anni – e Giuseppa Lanza Cariccio, 53 anni anche lei di Castell’Umberto mentre per la quarta maestra Serafina Aragona – 48 anni di Santo Stefano di Camastra – ci sarà – come richiesto dalla stessa – il rito abbreviato.
Il pm Giuseppe Costa ha accolto le tesi sostenute dalle parti civili, le famiglie degli alunni e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, ammettendole al dibattimento.
I fatti vennero alla luce lo scorso maggio quando tra filmati e ammissioni al termine delle indagini condotte dalla polizia di Sant’Agata di Militello scattarono denunce e misure restrittive ai danni delle docenti.
A motivare il provvedimento le immagini inequivocabili delle telecamere installate dalla polizia dopo alcune denunce da parte dei genitori degli alunni.
La maestra di Caronia fu sospesa dall’insegnamento per un anno – in alcuni freme si vede che spintona e schiaffeggia un alunno – le altre due per sei mesi.
Il collegio difensivo composto dagli avvocati Benedetto Ricciardi e Paolo Chicco (Giuseppina Calanni ), Santino Trovato (Rita Crascì), Carmelo Occhiuto (Giuseppa Lanza Cariccio) e Benedetto Ricciardi (Serafina Aragona) intanto affina il piano difensivo.
Per la maestra Calanni è stato richiesta la perizia psichiatrica affinchè fosse accertata la capacità della stessa di assistere “scientemente” al proprio processo – richiesta però rigettata dal Gup – mentre gli avvocati Occhiuto e Trovato hanno richiesto per le loro assistite il non luogo a procedere.
Il legale brolese – Carmelo Occhiuto – evidenzia che “Le indagini sono state condotte male poiché si è cercato di individuare nelle maestre le responsabili, specie per la Calanni, affetta da grave patologia, che la portava a comportarsi in quel modo nei confronti dei bambini. Tutti sapevano, ma tacevano, responsabilità devono essere ravvisate anche nei confronti dei genitori e delle istituzioni scolastiche”.
Per Serafina Aragona il difensore Benedetto Ricciardi ha scelto di percorrere il rito abbreviato per arrivare in tempi brevi alla verità processuale – il prossimo 6 dicembre l’udienza –
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