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AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta

Quasi un festa.
Lontana dai clamori e dai battage pubblicitari delle ultime edizioni della festa della birra, delle grandi edizioni delle sagre “gestite” prima dalla Pro Loco, quella di Pippo Baudo e Antonio Ricciardo Calderaro forse troppo presto dimenticata, poi dall’amministrazione comunale e ottimizzate dai comitati organizzati.
Sagre che oggi sono appuntamenti di rito nelle frazioni e nei quartieri di Brolo e dintorni.
Routine, mentre allo ra erano la “novità”.
Quella “festa popolare”, a ridosso di un incompleto lungomare, con la casa della Gorgone che de disegnava il profilo e con il ristorante di Don Santo da poco inaugurato che faceva da campobase, era stata il culmine della festa religiosa della Madonna.
Una festa che aveva sancito il ritorno della banda e dei concerti in piazza Roma.
Era stata una “festa” quasi inventata.
Non c’era ancora l’estate brolese – quella verrà di fatto con Nino Ricciardello assessore al turismo – e l’unico calendario estivo, degno di tal nome, che si ricordava su tutta la riviera era l’estatemare di Gioiosa Marea che si appattava con il Carnevale che qui era davvero di casa.
Forse, quella brolese, era stata una sorta di scimmiottamento.
Era comunque l’avvio del sogno di una stagione estiva segnata dall’effimero e dal divertimento.
Era stata voluta da un gruppo di ragazzi, che si sperimentava, che giocava, che sognava, che amava.
Si svolgeva … si fa per dire, su un lungomare ancora senza luci.
C’erano poche persone, rispetto alle edizioni successive, che arriveranno molti anni dopo.
C’erano con quelli di Brolo i ragazzi di Capo d’Orlando, quelli di Ficarra e di Naso, tutti distribuiti intorno ad una grande tavola allungata a far spettacolo, a sorridere all’estate che avanzava.
Dietro, “2cavalli”, dyane6 e renault 4, ad illuminare la scena con i fari accesi.Una meraviglia.
Tanti volti, ora con qualche ruga in più, nelle foto di Nino Bacina, mascotte adulta di quel gruppo.
Tanti amici, qualche assente come Nino, Cesare e Mohamed, quest’ultimo morto per una coltellata qualche anno dopo.
Lui era tra i primi migrantes in Sicilia, – allora si chiamavano semplicente “marocchini” – perfettamente integrato in una Brolo, allora come ora, sempre accogliente.
Ok…Basta con gli amarcord!