Andiamo al Cinema
Cultura

Andiamo al Cinema

La programmazione dell’Altercinena di Gliaca di Piraino da venerdi 9 a giovedi 22 ottobre

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da venerdi 9 a giovedi 15 ottobre

Segnali dal futuro
con Nicolas Cage, Rose Byrne, Ben Mendelsohn, Lara Robinson, Chandler Canterbury

G.I.Joe- La Nascita Dei Cobra
con Dennis Quaid, Sienna Miller, Arnold Vosloo

da venerdi 16 a giovedi 22 ottobre

Bastardi senza gloria
con Brad Pitt, Samuel L. Jackson, Diane Kruger

Videocracy – Basta Apparire
di erik gandini

Spettacoli:
feriale ore 20,00 e ore 22,00
festivo ore 18,00 – ore 20,00 e ore 22,00
tutti i martedi non festivi ingresso: € 3.00

Le critiche e le trame dei primi due film:

Segnali dal futuro

Un film dai risvolti imprevedibili in cui la fantascienza catastrofica incontra l’horror mischiando stile americano e nipponico
di Gabriele Niola da   www.mymovies.it

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Il professore di astrofisica John Koestler non crede nel destino ma le sue convinzioni vengono scosse quando il figlio entra in possesso di un documento scritto 50 anni prima da una bambina della sua stessa scuola. Sul foglio sono indicati solo numeri uno dopo l’altro, numeri che l’occhio allenato dello scienziato comincia a decifrare per caso scoprendo che indicano giorno e numero di vittime dei principali disastri dell’ultimo mezzo secolo e di alcuni che devono ancora verificarsi.
Ancora fantascienza per Alex Proyas, regista di culto (o forse è più corretto dire “di nicchia”) emerso facendo un cinema decisamente underground per gli standard di Hollywood (Il corvo e Dark city) e poi legittimato dal blockbuster dal sapore asimoviano Io, robot, abile come pochi a deviare dal classico meccanismo narrativo statunitense per poi rientrarci un momento prima che le forbici del produttore si sostituiscano alle sue in sala di montaggio. Eppure nonostante l’esperienza Proyas realizza l’ennesimo buon film incompleto. Mischiando horror e fantascienza, con stile rispettivamente nipponico e americano, e cercando di spiazzare in ogni momento lo spettatore grazie ad una storia dai risvolti piacevolmente imprevedibili, Segnali dal futuro, come spesso capita ai film di Proyas, nella prima parte fa grandi promesse che però non vengono mantenute nella seconda. Una cura inusuale per l’atmosfera attraverso piccoli dettagli metereologici che contrappuntano la narrazione, un passo molto svelto e un uso espressivo delle luci cupe anche nelle giornate più assolate di Simon Duggan, sembrano preludere ad una soluzione interessante dei molti temi introdotti. Infatti accanto ai più classici spunti sulla seconda occasione e la mancanza di una figura paterna forte il regista introduce una più complessa dialettica tra predestinazione e caos, scienza e fede. Tutte idee che circolano con piacere nell’industria culturale americana degli ultimi anni. Purtroppo però dopo alcune sequenze di rara maestria che cercano di incastrare i personaggi in un ecosistema vitale che vive e soffre con loro (il mondo visto dall’alto che somiglia ad un organismo pulsante in cui le autostrade sono le vene e le macchine i globuli rossi o il crollo di un aereo in mezzo all’autostrada), le idee sembrano terminare bruscamente e il film comincia ad attingere dall’universo hollywoodiano recente: La guerra dei mondi, Deep impact, Incontri ravvicinati del terzo tipo, il remake di Ultimatum alla Terra, un finale simile a The fountain e molto altro. Tutto l’interesse accumulato si perde in poco e il ridicolo sembra essere dietro ogni angolo. Nicolas Cage non ha la caratura per reggere da solo un personaggio, figuriamoci un film intero e allo spettatore non resta che attendere i titoli di coda perchè la serie di delusioni abbia termine.

 

gi_joeG.I.Joe- La Nascita Dei Cobra

“rosso, ricco e fracassone il nuovo film da una linea di giocattoli vorrebbe essere Transformers ma non ne ha l’alchimia “
di Gabriele Niola

 

In un futuro non troppo lontano la nanotecnologia ha fatto passi da gigante e consente al magnate della multinazionale MARS di vendere armi ai governi e contemporaneamente fornire le tecnologie di difesa da quelle armi, controllando così di fatto il mercato. Lo scoprono ben presto due soldati semplici attaccati mentre trasportano pericolose testate della MARS. L’unico rimedio lo offre una divisione militare segreta, i G.I. Joe: soldati altamente qualificati impiegati dal governo per missioni semi impossibili. Con loro tenteranno di impedire alla società di poter ricattare tutti i governi del mondo. Dopo due film sui Transformers la Hasbro decide di ridare vita ad un’altra linea di giocattoli originariamente nata come parte di una strategia patriottica per fomentare il fronte interno riguardo la guerra in Vietnam e già riportata in vita con successo una volta all’inizio degli anni ’80 grazie ad una serie animata per la televisione. Anche per questo infatti i soldatini arrivano al cinema non trascurando le origini nazionaliste. Nel film di Stephen Sommers il nemico non è la guerra in sé, com’è ormai consuetudine nel cinema d’intrattenimento contemporaneo, essa è data per scontata anche perché i buoni sono una squadra speciale che con la guerra ci vive. Proprio come negli anni ’60 il male sembra invece nascere dalla scienza militare, mentre la parte positiva del sistema battagliero sono i soldati, tanto che se i buoni sono guerriglieri scelti e super addestrati come macchine i cattivi sono uomini ridotti al grado di robot da una tecnologia futuribile.
Più in generale però l’idea sembra essere quella di replicare la strategia vincente del film sui robottoni che si trasformano: realizzare un blockbuster fracassone dall’animo ironico che sappia distrarre i bambini con i botti, divertire i ragazzi con la comicità cinica, emozionare le ragazze con il sentimentalismo e intrattenere gli adulti con i corpi esibiti. Ma se l’esperimento di Michael Bay era insperatamente riuscito nell’impresa di convincere un po’ tutti quest’opera diretta dall’insipido Sommers sembra più la sua copia sbiadita, dotata delle medesime caratteristiche (che poi da sempre sono la cifra del regista di La mummia) senza però avere la potenza visiva di Bay. Sfrenato e dissennato, G.I. Joe racconta una trama esile esile, focalizzandosi molto sulla ricostruzione delle storie personali dei singoli personaggi, creando un universo nel quale muoverli (dotato di tecnologie futuribili e organizzazioni multinazionali) e facendo culminare il racconto con la definitiva strutturazione dei due poli: da una parte l’asse del male e dall’altra i protagonisti che diventano dei “Joe”. Si crea insomma il presupposto per i prossimi film, con tanto di cliffhanger finale che introduce e annuncia il secondo capitolo.

12 Ottobre 2009

Autore:

admin


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