ARTE A MESSINA – “Cosmonauta” la mostra di Rosario Genovese
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ARTE A MESSINA – “Cosmonauta” la mostra di Rosario Genovese

-di Corrado Speziale –

 

La collezione dell’artista catanese, che espone per la prima volta a Messina, originale nella tematica e unica nel suo genere, è ospitata presso lo studio d’arte COCCO e sarà aperta fino a domenica 24.

La mostra è organizzata da Laura Faranda, direttore e curatore della galleria, e curata da Dario Orphée La Mendola. Quello di Rosario Genovese è un viaggio tra arte e scienza, frutto di ricerca e passione, tradotto in forme e colori che all’occhio del visitatore svelano dinamiche ed energie sinora sconosciute. E’ un cosmo che assume fisionomie di vita, che va al passo con la natura, con la genetica. Di grande effetto alcune opere che coinvolgono il visitatore sotto l’aspetto sensoriale: esse si possono accarezzare, ascoltare e odorare. Un gruppo di persone non vedenti, aderenti all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ha provato queste sensazioni, interagendo con le opere, cogliendone la forma e l’essenza. L’ultima ricerca dell’artista: le stelle binarie a contatto e le stelle binarie a raggi X. Il suo pensiero: “Esse raccontano qualcosa che nell’arte non è ancora stato raccontato e che le opere esposte in Cosmonauta provano a rendere manifesto”.      

E’ un evento da non perdere: ci sarà tempo fino a domenica prossima, 24 marzo. “Cosmonauta”, prima mostra a Messina dell’artista catanese Rosario Genovese, è ospitata presso lo studio d’arte COCCO, in via Todaro 22 a Messina. Spazio accogliente, in sintonia con le proprie finalità e aspettative, diretto e curato dalla critica d’arte Lura Faranda.

La mostra è curata da Dario Orphée La Mendola, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Agrigento e Catania.

Rosario Genovese, classe 1953, è docente dal 1979 di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Catania, mentre la sua carriera artistica era già iniziata nel 1970. Dal 1990 ha iniziato il proprio rapporto con il cosmo, approdando al concetto di mimesi cosmologica. Su tale materia, l’artista compie un ulteriore passo avanti nel 2010, quando affronta un viaggio pittorico nel fantastico, tra cosmologia, mitologia e poesia.

Genovese, nel 2009, è stato tra gli artisti prescelti per la realizzazione di una propria opera sul frontale della Porta della Bellezza di Librino, a Catania, simbolo del riscatto del quartiere, su idea e progetto di Antonio Presti per Fiumara d’Arte.

Sempre in tema di stelle e di cosmo, l’artista, dal 2016, ha iniziato a studiare e interpretare le “binarie strette a raggi X”: una delle due stelle vede sottratta la propria energia dall’altra e collassandosi si trasforma in buco nero. La rappresentazione è un flusso centripeto, a spirale.

Da questa nuova rappresentazione, l’evento che ne deriva: “Cosmonauta”.

Una mostra tra le cui opere principali spiccano due dittici, “stelle binarie a raggi X” e “M 33-7 binaria X”, non è certamente un evento usuale. Già al pensiero, il visitatore tradizionale prova qualche perplessità, peraltro legittima. Ma far leva sulla propria curiosità serve a non curarsi degli ostacoli e dei pregiudizi. Basta riflettere un attimo sul rapporto tra l’uomo e lo spazio, l’infinito. Così, l’immersione nelle bellezze del cosmo, avviene attraverso l’arte figurativa, l’opera di Rosario Genovese. L’osservatore che partecipa, è guidato ad interagire con quell’ “universo” e viene accompagnato in una dimensione straordinaria, inusuale, fino a quel momento sconosciuta, agevolato dall’indubbia bellezza e gradevolezza delle opere e delle installazioni: particolarmente curata la loro disposizione negli spazi. Ne gode lo sguardo del visitatore, pronto ad essere conquistato dalle forme avvolgenti e dai colori, oltre che dai dettagli della tecnica. Si colgono le tante ricerche a monte che stanno dietro quest’operazione, per poi lasciare spazio all’elaborazione del pensiero dell’artista tra scienza e immaginazione, passione e riflessione. Corpo e movimenti dei pianeti e degli astri, taluni ridotti in buchi neri, trovano una ragione nella loro dinamica. Così, tra un “cosmonauta” scienziato o sognatore, poeta o artista, il passo è breve e i confini appaiono talvolta indefiniti. E’ un cosmo che assume fisionomie di vita, che va al passo con la natura, con la genetica: la fecondazione. Qui si coglie e ci si interroga sul mistero della vita: il connubio tra materia e spirito. “La stella è un essere primordiale, nata dalla materia caotica universale. Le stelle ci dicono, senza parlare, che nell’universo viaggia il seme della vita. E se il seme trova le condizioni favorevoli, germina e la vita cresce. L’universo è simile a un terreno vuoto, insomma, un luogo in cui la vita transita”. Tanto afferma l’artista, nel dialogo con Dario Orphée La Mendola e Laura Faranda, dal titolo “Sognare è creare un cosmo”, pubblicato nel catalogo della mostra. Sempre in questo dialogo, Genovese parla della sua ultima ricerca: le stelle binarie a contatto e le stelle binarie a raggi X. “Esse raccontano qualcosa che nell’arte non è ancora stato raccontato e che le opere esposte in Cosmonauta provano a rendere manifesto”, ha detto, tra l’altro, Genovese.

Tra il racconto e la rappresentazione artistica, accostandosi alle opere si nota uno straordinario il processo di sintesi, di semplificazione dei corpi celesti col loro interagire, da una situazione complessa, caotica, quasi indefinita, ad un’altra invece tangibile per la qualità del disegno. Con una percezione ricorrente: non si tralascia mai una certa simbologia del “mito”, adattata alle opere rispetto alla loro contemporaneità.

L’arte è espressa attraverso varie tecniche e materiali: acrilico e matita su tela, o su carta, a volte con supporto ligneo; stampa diretta inkjet UV su tela; carboncino e/o pastello su carta; alluminio, e altro ancora.

Di grande effetto alcune opere che coinvolgono il visitatore sotto l’aspetto sensoriale: esse si possono accarezzare, ascoltare e odorare. “Emettono un suono che imita la melodia creatrice della vita nell’universo”, spiega l’artista. Dopo la carezza, l’opera rilascia un aroma: è il regno dei sensi. Un gruppo di persone non vedenti, aderenti all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ha provato queste sensazioni, interagendo con le opere, cogliendone la forma e l’essenza.

21 Marzo 2019

Autore:

redazione


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