Se uno spettacolo di beneficenza con il coinvolgimento di tanta gente, passa attraverso l’impegno di un’associazione come l’Alamak – Sebastiano Mafodda e la bravura, la grazia e la bellezza di un corpo di ballo ben diretto dalla coreografa e ballerina Barbara Pergolizzi, non può che far accrescere la sensibilità e la coscienza collettiva verso i motivi che l’hanno ispirato.
E’ chiaro che, affinché certi eventi vadano a buon fine e soddisfino le aspettative di chi s’impegna fino in fondo in tal senso, occorre che ci si senta tutti coinvolti, ciascuno a seconda del servizio che può offrire.
Il ricavato della serata è andato al centro clinico Nemo Sud – fondazione Aurora onlus, che mette a disposizione eccellenze mediche e servizi nei confronti di chi soffre di malattie neuromuscolari come distrofia muscolare, s.l.a. e quant’altro, che a Messina è appena nato, ed ha sede presso il padiglione B del Policlinico.
Quantunque la serata sia andata bene, occorre, ahimè, fare qualche doverosa quanto triste puntualizzazione, che fa anche rima: “Sentimenti Danzati” ed …”incassi mancati”, nel senso che con qualche piccolo sforzo da parte di qualcuno, si sarebbe ottenuto un risultato sicuramente migliore.
Vediamo perché.
Sul “ricavato” della serata, mai come stavolta, occorre fare una “sottrazione” di una cospicua cifra di varie centinaia di euro: l’affitto, senza fornitura di alcun servizio, per l’utilizzo del Teatro Annibale di Francia, il cui proprietario e gestore è l’Istituto dello Spirito Santo.
Neppure un euro è stato tolto all’associazione organizzatrice, da parte di chi, per vocazione, considera la carità e la solidarietà come principi basilari del proprio impegno quotidiano.
Con questo ce ne guarderemmo bene dall’additare lo “Spirito Santo” come istituto religioso che non svolge fino in fondo il proprio compito, ma venga quantomeno consentito di considerare questo “non” gesto come un’occasione mancata. Senza aggiungere altro.
D’altronde fu proprio Gesù a cacciare i mercanti dal Tempio…
Ma andiamo alla serata.
Il prof. Giuseppe Vita, direttore del centro Nemo Sud, prima che iniziasse lo spettacolo, ringraziando per l’iniziativa il presidente dell’Alamak Francesco Musciumarra, ha illustrato la neonata struttura da lui diretta: “E’ un centro che intende rispondere alle esigenze dei pazienti con alcune malattie importanti e invalidanti, come la sindrome laterale amiotrofica e la distrofia muscolare.
Lo stesso – prosegue il professore – nasce dai pazienti per i pazienti stessi, attraverso le singole associazioni, con l’aiuto della fondazione Telethon e dell’ospedale Niguarda di Milano, dove già aveva sede la fondazione onlus che gestiva il centro Nemo da 5 anni.
Da quell’esperienza è nato il centro Nemo Sud di Messina”. Ed è entrato, quindi, nei dettagli: “Il centro fornirà assistenza omnicomprensiva, cioè dentro uno stesso reparto si troveranno insieme tanti specialisti come il neurologo, il fisiatra, lo pneumologo, lo psicologo, il fisioterapista etc.
Tutti professionisti che non occorrerà consultare in reparti differenti, ma che saranno simultaneamente presenti accanto al malato”.
E lancia l’auspicio più ovvio: “Siamo un centro no profit e quindi tutti gli introiti saranno destinati all’acquisto di apparecchiature e per finanziare nuovi progetti. Pertanto abbiamo bisogno della solidarietà di tutti i cittadini, e Messina, in questo, ha sempre dato buona prova di sé attraverso le raccolte per Telethon, dalle quali è sempre risultata tra le prime città d’Italia”.
Lo spettacolo, appassionante performance di danza moderna, era articolato su 5 temi, corrispondenti in altrettante sezioni, ispirate al pensiero di Khalil Gibran, coincidenti in tutto e per tutto con i motivi ispiratori dell’iniziativa: Il Ricordo, L’Amicizia, L’Amore, La Gioia e il Dispiacere, Dare e Avere, a loro volta supportati da quattordici brani.
Il corpo di ballo, al quale il pubblico ha tributato calorosissimi applausi, era costituito da B. Pergolizzi, solista, curatrice anche della maggior parte delle coreografie, V. Arena e D. Giuffrè, anche per loro assolo e qualche coreografia, S. Famà, S. Musciumarra, G. Costa, M. Napoli, G. Serraino, S. Touati, M. Gemellaro, A. Scarfì, e le bimbe del 1° e 2° corso di danza.
La voce fuoricampo era di Valeria Vita, mentre per luci e audio l’organizzazione ha fatto ricorso all’esperienza ed alla professionalità dell’eccellente Renzo Di Chio.
L’associazione Alamak – Sebastiano Mafodda, nata nel ricordo del comandante del “Segesta Jet” dopo il tragico incidente avvenuto quasi sei anni addietro nelle acque dello Stretto, in cui egli perse la vita assieme ad altri tre colleghi d’equipaggio, grazie a quest’ultimo evento, ha centrato ancora una volta l’obiettivo di motivare e aggregare intorno a sé tanta gente in virtù dell’impegno sociale e culturale che contraddistingue la propria attività.