

Buona lettura.
A volte siamo al telefono (e ci restiamo) oppure entriamo con quella decina di cose in mano (che scarichiamo senza attenzione sul bancone con un sospiro) o andiamo diretti ad un tavolo senza salutare e guardare in faccia nessuno. Non dovremmo mai dimenticare che anche al bar ci sono alcune piccole norme di buona educazione da rispettare.
Salutiamo sempre il personale di servizio guardandolo in viso ed in modo comprensibile (non un buongiorno bofonchiato tra i denti). Non dimentichiamo mai che per favore, grazie e prego sono tre parole gentili che non dovrebbero mai mancare. Sostituite il vostro “Caffè!” con un sorriso ed un “buongiorno, mi fa un caffè per favore”, sarete certamente serviti presto e bene.
Non cospargete bancone o tavoli con i vostri oggetti personali e terminate la vostra conversazione telefonica prima di entrare nel locale e se il cellulare suona mentre state attendendo la consumazione rispondete brevemente o respingete la chiamata.
Se siete al banco fate attenzione a non urtare chi vi è accanto nel tentativo di prendere lo zucchero, è sufficiente chiede aiuto al vicino di bancone, piuttosto che al barista, senza mai dimenticare che sorridere costa poco e fa sempre bene.
Potrebbe capitare, in momenti di grande affollamento o per distrazione di chi è al servizio che il vostro “cappuccino senza schiuma tiepido, con latte di soia e una spruzzata di cannella con latte freddo a parte e zucchero di canna”, che per voi è una delle ordinazioni più semplici del mondo, vi arrivi con qualche ingrediente inesatto.
Non spazientitevi, non fate gesti di insopportazione e soprattutto mantenete un certo contegno.
Se il locale è affollato evitate di rimandare indietro la consumazione, siate tolleranti.
Non è poi detto che in orario di punta la seconda bevanda sia meglio della prima. Se poi alla vostra comanda il barista storce il naso (cosa che non dovrebbe ovviamente mai avvenire) manteniamo il self control: chiedere è sempre lecito se fatto con cortesia. Se siete in pieno orario di punta in un bar super affollato, evitate di piantare le tende davanti al bancone dopo aver consumato la vostra ordinazione.
Se pensate di trattenervi oltre il tempo massimo lecito per la vostra bevanda, sarà preferibile un’ordinazione al tavolo.
Qualsiasi cosa si sia ordinato, se il barista ha già iniziato a lavorarci, non si cambia idea. Se lo si fa deve essere fatto tempestivamente, con estrema cortesia e scusandosi. Se si consuma al banco la visita al bar può durare pochi secondi o minuti, se ci si reca in una caffetteria come quelle all’estero, con divanetti, wifi si studia, si lavora, si conversa e la “pausa” caffè può durare anche ore. In questo caso vale la regola di effettuare una ordinazione ogni ora al massimo ogni ora e mezza.
Nei bar con servizio al tavolo è previsto che il cameriere serva di tutto e ripulisca i tavoli, ma nelle caffetterie stile Starbucks, quindi self-service, i tavoli devono essere sbarazzati dai clienti nel momento in cui si allontanano. Se la sosta si prolunga è bene mettere la suoneria del cellulare in modalità silenzioso, eventualmente rispondere a bassa voce e se la conversazione si prolunga meglio spostarsi in un angolo del locale oppure uscire per il tempo della telefonata.
Uscendo non dimentichiamo di salutare e ringraziare, saremo certamente accolti in un futuro con gentilezza.
Michail Aleksandrovi Bakunin diceva che il caffè, per essere buono, deve essere nero come la notte, dolce come l’amore e caldo come l’inferno.
E poi offrire al bar è un piacere… sopratutto se si è già seduti e un o una conoscente passa o si sofferma la vostro tavolo.
Almeno fare le semplice mossa, già consapevoli del rifiuto cortese che giungerà, è sempre un atto di cavalleria, apprezzata e poi evidenziata altrimenti si corre il rischio di passar per cafoni.
L’esperto dice che resistono gesti che non hanno tempo ma spesso vengono «dimenticati» per chi si addentra nella psiche e ne segue le evoluziooni evidenzia che il problema è che «mancano empatia, gentilezza e affettività»
Ma anche in un mondo che cambia «un uomo aprirà sempre la portiera dell’auto per fare salire una signora, è un gesto molto gentile ed elegante.Un uomo entrerà per primo in taxi per, poi, spostarsi lateralmente in modo da far accomodare la signora — ricorda Alberto Presutti, specialista in codici comportamentali (albertopresutti.it) —.
Altra attenzione che un uomo dovrà riservare ad una signora è il premurarsi di passare avanti quando si trovano insieme in mezzo alla folla, ad esempio, nei cinema e nei teatri in una convention.
Per strada darà sempre la destra alla signora, come facevano gli antichi cavalieri per essere pronti con la mano destra a “sguainare” la spada in difesa della dama che era protetta dal muro.
Sarebbe, inoltre, carino se l’uomo si sedesse, a tavola o in qualsiasi altro luogo pubblico, un attimo dopo la signora e che ordinasse al ristorante o al bar solo dopo aver chiesto a lei cosa desidera.
Scontato che debba occuparsi di versarle da bere durante la convivialità. Ovviamente dà sempre la precedenza e lascia il posto alle donne, agli anziani e ai disabili».
Il «perfetto» gentleman
Può esistere ancora il perfetto gentiluomo?
«Un uomo sa bene che non vi è assolutamente la possibilità di fare una seconda buona impressione se si è fallito alla prima, per cui sarà molto attento al bon ton e alle sue regole — afferma Presutti —. Il perfetto gentleman quando non sta bene declina ogni tipo di invito.
Non si reca al lavoro con la febbre.
Non beve mai direttamente dalla bottiglia, neanche in casa propria, anche da solo. Il perfetto gentleman è sempre puntualissimo. Non si imbuca mai a un evento, a una festa, a un matrimonio a cui non è stato invitato.
In treno non mangia al suo posto in modo da occupare l’intero tavolinetto dello scompartimento e non telefona o riceve telefonate dal suo posto, recandosi in piattaforma e se impedito evita di fare nomi di persone, enti o aziende, per rispetto della privacy. Un gentiluomo non fa visita a amici o conoscenti senza aver preannunciato la visita stessa.
Non mente mai, ed eventualmente tace.
Il perfetto gentleman in pubblico non si tocca mai alcuna parte del corpo, nè si aggiusta i pantaloni dal cavallo. Non inventa avventure, non si vanta, non si lamenta né brontola tra sé e sé in modo evidente, evita di litigare né alza mai la voce, né dice parolacce. Non parla mai di denaro, ricchezza o povertà propria o altrui. Il perfetto gentleman dopo aver usato la toilette si lava sempre le mani».