Ha fatto un annuncio drammatico, in diretta radiofonica, qualche giorno fa.
Emma Bonino ha rivelato di avere un tumore ai polmoni e di dover affrontare una chemioterapia di 6 mesi.
L’ex ministro degli Esteri, 66 anni, l’ha detto a Radio radicale, proprio mentre il suo nome rimbalza ai primi posti nei sondaggi di gradimento per la presidenza della Repubblica.
Una singolare e triste coincidenza con la vicenda del compagno di battaglie politiche, Marco Pannella, alle prese con lo stesso male. “Controlli medici hanno evidenziato la presenza di un tumore al polmone sinistro. Si tratta di una forma localizzata e ancora asintomatica, ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso di chemioterapia che è già stato iniziato”, ha detto.
Poi si è rivolta alla stampa: “Vi pregherei di rispettare questa situazione senza mettersi a fare indagini o robe varie, ringrazio gli operatori che anche nei momenti più difficili mi sono stati accanto nel limite delle loro possibilità, in particolare ringrazio Antonella Rampino, Giovanna Casadio, Stefano Folli, Stella Pende, pochissimi altri, oltre alla stampa straniera”.
E un messaggio a chi vive la stessa esperienza: “A tutti coloro che in Italia e altrove affrontano questa o altre prove voglio solamente dire che dobbiamo tutti sforzarci di essere persone e di voler vivere liberi fino alla fine, insomma io non sono il mio tumore e voi neppure siete la vostra malattia, dobbiamo solamente pensare che siamo persone che affrontano una sfida che è capitata”.
Poi agli ascoltatori e militanti radicali: “Dovrò ridurre le mie attività ma spero che il vostro affetto e incoraggiamento si trasformino in iscrizioni ai radicali e al Partito Radicale, che possono essere simpatici o meno, non li avete mai apprezzati moltissimo, ma forse è arrivato il momento di dirvi che le battaglie che portiamo avanti, che portano avanti, magari oggi sembrano marginali ma invece sono fondamentali per la vita di tutti e per la democrazia, in particolare in questo momento così difficile per il mondo. Vi ringrazio tutti quanti e spero che magari per una volta mi ascoltiate sul serio, grazie ancora, buon giorno e buon anno a tutti
Sarebbe bello vederla sul Colle.
I nomi attuali che sdi mormorano:
Mario Draghi, anche se più volte si è detto estraneo alla corsa per lo scranno più alto, il presidente della BCE ed ex Governatore della Banca d’Italia, potrebbe essere l’opzione favorita dal premier Renzi.
Mario Monti, non graditissimo dagli italiani che lo associano alla contestata Legge Fornero, il professore bocconiano è comunque una personalità molto apprezzata in Europa e ai tanti moderati che lo vedrebbero bene come successore di un Presidente ex Pci.
Giuliano Amato, altro papabile evergreen per le elezioni al Quirinale, chissà se riuscirà a mettere tutti d’accordo.
Romano Prodi silurato nel 2013 per l’elezioni al Colle, il suo nome è tra quelli che continua a circolare come possibile successore di Napolitano, ma non si sa se si metterà ancora in gioco.
Pier Carlo Padoan, attuale ministro dell’economia e delle Finanze potrebbe davvero essere l’uomo giusto nel momento giusto per la grande esperienza internazionale che lo contraddistingue.
Pietro Grasso, attuale Presidente del Senato, ex procuratore antimafia di Palermo ed ex capo della Direzione nazionale antimafia, ricoprirà la carica di reggente fino a quando il nuovo Presidente della Repubblica giurerà, potrebbe essere lui a mettere d’accordo tutti i parlamentari?
Walter Veltroni personalità eclettica politico, scrittore, giornalista e regista italiano, ex sindaco di Roma potrebbe essere il nome su cui Matteo Renzi e Silvio Berlusconi potrebbero trovare il giusto compromesso.
Tra le donne
Anna Finocchiaro Presidente della Commissione Affari costituzionali al Senato, ex magistrato ed ministro per le Pari Opportunità potrebbe davvero scalzare tutti,
Emma Bonino personaggio storico dei radicali italiani, conosciuta a livello internazionale per i numerosi incarichi svolti nel mondo potrebbe riservarci la sorpresa di essere la prima donna ad essere eletta alla carica istituzionale più alta dello Stato italiano