FACCIAMO QUALCHE NOME? – Intanto una cosa è certa: Saranno 8 gli eletti a Messina
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FACCIAMO QUALCHE NOME? – Intanto una cosa è certa: Saranno 8 gli eletti a Messina

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VERSO LE REGIONALI

Da 90 a 70 le “nuove” poltrone all’Ars. Gli onorevoli che rappresenteranno Messina e provincia si ridurranno da 11 ad 8. Pochi quelli certi, e tra questi il brolese Giuseppe Laccoto. Intanto sembra divenir concreta la notizia che non ci sarà la lista di Alternativa Popolare a Messina. La fuga da Alfano diventa un esodo. E Nino Germanà pronto ad entrare, facendo ingoiare molti rospi a chi non lo voleva,  in Forza Italia. E siamo ancora a 60 giorni dal voto…..
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La notizia politica di queste ore è quella che vede la rottura non solo a Messina – se mai c’era stata unione – tra gli ex Udc di D’Alia e gli ex Ncd di Alfano.

Gli alfaniani sono in fuga, in rotta preoccupante, praticamente in ogni provincia dell’isola.

Ed il ministro che ieri ha dato il  via libera a Micari è sempre più solo e fa i conti con le scelte passate, pensate più alla salvaguardia di posti in vista delle “politiche” che a presenziare il territorio.

 

Quindi mentre Alfano e D’Alia suonano la ritirata a Messina, Alternativa Popolare potrebbe ammainare bandiera per assenza di numeri e per non rischiare il flop che in un effetto domino sul risiko della politica potrebbe aver conseguenze disastrose, e c’è la concreta possibilità che non possa raggiungere la soglia del 5%.

E mentre D’Alia sta trovando, guardando verso il centrosinistra nuove scialuppe di salvataggio, Alfano rischia di restare solo (al suo fianco rimangono comunque i fedelissimi come l’europarlamentare Giovanni La Via e il sottosegretario Castiglione) assistendo agli addii di ex compagni di partito che virano verso Cesa o tornano a Forza Italia.

A Sant’Agata Militello il senatore Bruno Mancuso, gli ha già fatto ciao-ciao ed anche Nino Germanà ne prende le distanze, in tanti lo danno già in quota Forza Italia.

Un ritorna a casa, qui era stato eletto alla Camera nel 2008, poi nel 2012, alle Regionali.

Ma la candidatura di Germanà  creerebbe varie problematicità.

Per Forza Italia a Messina potrebbero scattare da uno a due seggi.

In lista con il figlio di Francantonio Genovese, Luigi, dato per primo – dovevano già starci  Santi Formica e Bernardette Grasso, l’avvocato Tommaso Calderone e il consigliere comunale Fabrizio Sottile.

L’ingresso di Germanà mette in discussione chi puntava al secondo seggio.

Quindi la politica è in movimento.

Formica potrebbe optare per la lista di Musumeci Diventerà Bellissima,  mentre per quanto riguarda la Grasso indiscrezioni indicano una sua presenza nel listino del Presidente.

Ma andiamo al meccanismo del voto.

Gli scranni dell’Ars sono stati ridotti da 90 a 70, ma di questi 62 saranno diretto risultato delle urne, saranno cioè assegnati in base agli esiti elettorali, collegio per collegio, partito per partito.

Dei restanti 8 seggi, uno va al  candidato governatore miglior perdente (cioè il candidato governatore che si piazza secondo), gli altri 7 scranni vanno ai componenti del listino del candidato presidente che ha vinto.

Con l’attuale sistema elettorale siciliano, tenuto conto anche del numero dei candidati alla Presidenza, viene eletto chi totalizza il maggior numero di voti, pertanto si può vincere anche con una percentuale del 34-35%, fatto questo che non garantisce la maggioranza in Assemblea.

Il sistema elettorale ha previsto quindi che qualora il governatore vincente non ha il 50% dei voti, potrà comunque portare all’Ars, grazie al premio di maggioranza, i 7 componenti del listino in modo da avere una maggioranza meno risicata.

I 7 componenti dei listini dei presidenti devono in ogni caso obbligatoriamente candidarsi anche in una delle liste nei collegi.

A Messina fino al 2012 venivano eletti 11 deputaticon la riduzione a 70 scranni gli eletti saranno 8. Degli 11 deputati uscenti se ne ricandidano 9, mentre Filippo Panarello (Pd) e Franco Rinaldi (Forza Italia) non saranno in lizza.

E quindi in proiezione potrebbero essere così distribuiti: 2 grillini, 1 Pd, 1 Sicilia Futura, 1 o 2 di Forza Italia. Per i restanti seggi molto dipende dal superamento della soglia del 5%  a livello regionale e dalla coalizione che vincerà.

Dovrebbe scattare uno per la Lista Musumeci ed uno per l’Udc di Cesa e per la lista dei territori “Arcipelago Sicilia”.

Facendo qualche nome.

Ill M5S viene accreditato di due seggi, uno all’uscente Valentina Zafarana che si ricandida (e potrebbe anche essere nel listino di Cancelleri).

Spostandoci a sinistra

Si ricandida il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo. In lista ci saranno anche un altro uscente, Marcello Greco, il coordinatore provinciale del partito Santino Calderone, la consigliera Rita La Paglia, la preside Pucci Prestipino.

Per la lista del Megafono di Crocetta ci sarà Massimo Finocchiaro ed in lizza potrebbe esserci Cicciono Calanna. 

In casa Pd è sicuro un solo seggio.

Ovviamente spetterà a Giuseppe Laccoto (quinto mandato all’Ars). I lista anche Emanuele Giglia, in quota Panarello. ( Una candidatura che a Singara, nell’immediato dopovoto amministrativo è tutta da vedere)

Nella lista dei territori, ovvero l’Arcipelago Sicilia voluta da Leoluca Orlando (sarà questa la lista del candidato presidente Fabrizio Micari) c’è movimento per accogliere chi nel Pd non trova un posto sicuro. Ci sarà il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ma potrebbero starci anche Nicola Barbalace e Francesco De Domenico.

Con Claudio Fava dovrebbero starci Giuseppe Grioli e Francesco Italiano (vice sindaco di Milazzo) per Art.1 MDP e il consigliere comunale Maurizio Rella per SI.

A destra….

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Nell’Udc di Cesa, parte ben quotato Saro Sidoti (gruppo Naro) e scende in campo anche l’ex presidente del consiglio comunale Pippo Previti, mentre Cateno De Luca  punta ad un ritorno all’Ars.

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In Cantiere Popolare (Saverio Romano) c’è Roberto Corona (anche lui vuol tornare in Assemblea) e si fanno i nomi di Giuseppe Briguglio, Pippo Currenti (attualmente Sicilia Democratica).

In Diventerà Bellissima: Galluzzo e Chiara Starrantino, Ferdinando Croce e Elvira Amata  (che comunque potrebbe optare per Fratelli d’Italia.)

Occhio comunque al partito degli astensionisti. Oggi quotato su un +54%

 

7 Settembre 2017

Autore:

redazione


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