FLORESTA – Il Programma per la Festa di “S. Anna”
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FLORESTA – Il Programma per la Festa di “S. Anna”

IL PROGRAMMA FESTEGGIAMENTI S.ANNA 2019. TRA LE CHICCHE DELLA FESTA CECILIA GAYLE MA LA RICORRENZA E’ DA VIVERE SOTTO L’ASPETTO PIU’ TIPICO DELLE TRADIZIONI POPOLARI, DELLE CONSUETUDINI, DELL’INSITA RELIGIOSITA’ CONTADINA.

Mercoledì 17 Luglio

Ore 18.30 Inizio della Novena

Domenica 21 Luglio

Ore 19.15 – Santa Messa

Ore 20.00 – Allo sparo dei mortaretti, allo scampanellio delle campane, trionfale discesa dall’altare maggiore del trittico di S.Anna Maria SS.  Gesù Bambino e sistemazione sul fercolo

Martedì 23 Luglio

Ore 8.00 – Fiera degli utensili agricoli

Mercoledì 24 Luglio

Dalle ore 17.00 – Gonfiabili e animazione per bambini

Giovedi 25 Luglio

Ore 8.00 – Sparo dei mortaretti

Ore 8.15 – S.Messa

Ore 10.00 – Questua dei doni offerti alla Santa Patrona

Dalle ore 16.00 – P.zza IV Novembre Campo Arcieri a cura dell’ A.S.D. Arcieri Nebrodi

Ore 19.00 – S.Messa e processione della reliquia di S.Anna con la presenza della Confraternita S.Anna di Floresta

Ore 22.00  – ROBERTA BELLA in Concerto

Venerdì 26 Luglio

Ore 8.00 – Sparo dei mortaretti

Ore 8.05 – S.Messa dei Pellegrini

Ore 9.00 – Sfilata per le vie del paese del corpo bandistico “V.Bellini” di Sinagra

Ore 9.30 – S.Messa solenne in onore alla Nostra Santa Patrona celebrata dal Vescovo Sua Eccelenza Mons. Guglielmo Giombancoe al termine processione del trittico S.Anna, Maria SS.  Gesù Bambino portata a spalla dai devoti

Ore 17.00 – Rientro “di corsa” del Simulacro in Chiesa

Ore 18.30 – S.Messa

Ore 18.30 – Asta dei doni

Ore 19.30 – S.Messa

Ore 22.00 – CECILIA GAYLE in Concerto

Ore 00.15 – Giochi pirotecnici realizzati dalla ditta “PIRO TECNICA” di Branchina e Pappalardo

Sabato 27

Ore 21.30 – Serata di liscio con le Fisarmoniche

Ore 23.30 – Sorteggio della tradizionale vitella

Domenica 28

Dalle ore 17.00 – Gonfiabili e animazioni per bambini

Ore 21.00 – Esibizione di danza a cura della scuola di danza “Anime nude” di Randazzo di Tina Ciancio.

A Floresta, ora come allora,  le feste religiose e le fiere segnano il trascorrere del tempo, valorizzando con il loro ritmico avvicendarsi l’eterno rapporto che lega l’uomo alla natura.

Il 26 Luglio, prendono vita le celebrazioni di quella che viene considerata come la festa più bella del paese, dedicata all’amata patrona Sant’Anna.

In modo analogo ai locali festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova, anche le celebrazioni della Santa Protettrice vedevano (e vedono tuttora), nei giorni che precedevano il 26 Luglio, prendere vita una grande fiera del bestiame alla quale partecipano decine di allevatori provenienti da tutti i Nebrodi, i quali facevano (e fanno ancora oggi) a gara per mettere in mostra i capi di bestiame più belli, intrecciare rapporti economici con la speranza di concludere qualche buon affare e rinsaldare o mantenere i legami d’amicizia nel tempo.

Gli animali principalmente oggetto della Fiera sono, naturalmente, i grandi bovini, perfettamente resistenti ai rigidi inverni florestani, ma non mancava gli ovini, i suini, gli equini, tra i quali i celeberrimi cavalli sanfratellani, gli asini, i muli ed altri animali da cortile o da piccoli allevamenti.

Oggi il corso principale di Floresta, in parallelo con lo svolgersi della grande fiera del bestiame, si anima di ricchi, coloratissimi ed interessanti banconi carichi di attrezzi e manufatti legati al mondo della pastorizia che non mancano di attirare anche coloro che, pur non appartenendo alla realtà agreste, si appassionano comunque all’artigianato locale ed agli oggetti di ispirazione rustica: riscuotono sempre un certo successo gli oggetti in metallo legati alla tradizione contadina come gli utensili in rame sbalzato, in ferro battuto o in ottone lavorato, nonché dei piccoli capolavori di artigianato, quali i grandi campanacci ornamentali per bovini, in metallo cesellato corredati da collari in cuoio finemente lavorato a mano, che hanno sempre il loro pubblico di estimatori; non mancano neppure gli attrezzi specificatamente legati al mondo bucolico: utensili per tosare, per mungere, per lavorare il latte e molti altri ancora.

Durante la giornata del 25 Luglio, così come avviene per la vigilia dei locali festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova, si svolge la questua alla quale i florestani partecipano sempre con grande generosità: un tempo non lontano, infatti, come sono soliti raccontare gli anziani del paese, il giorno precedente la festa di Sant’Anna vedeva Floresta animarsi per la continua ed affaccendata presenza di piccoli gruppi di florestani che percorrevano a piedi le vie dell’abitato portando i vèttuli, ossia le tipiche bisacce, cariche di prodotti della terra e dell’attività pastorale sentitamente donati dagli abitanti del paese a Sant’Anna; man mano che i vèttuli venivano munificamente riempite, si provvedeva a deporne il contenuto nella capace dispensa della chiesa intitolata alla patrona, ricominciando la questua fino a quando tutte le strade di Floresta non fossero state percorse ed ogni abitante avesse contribuito come poteva, rendendo la festa in onore di Sant’Anna ricca e bella e permettendo a tutti di godere di ciò che ogni singola famiglia aveva donato.

Gli allevatori, in particolar modo (costituenti ancor oggi la categoria sociale più produttiva del paese), erano soliti offrire alla Santa Patrona la cosiddetta munciùta ri Sant’Anna, ovvero il formaggio ricavato da tutto il latte della mungitura dei loro animali di quel giorno.

Le celebrazioni in onore della Santa Patrona culminano in uno dei momenti più attesi, originali e sentiti della festa, il caratteristico “albero della cuccagna”, chiamato affettuosamente dai florestani a ‘ntìnna, ovvero “l’antenna”, con le “imprese” ad essa legate che non mancano di colorire le tradizionali memorie che gli anziani del paese raccontano con grande partecipazione.

La preparazione de l’ antinna si svolge nei giorni precedenti la festa di Sant’Anna: in omaggio alla tradizione, i membri costituenti la commissione per le celebrazioni della Santa Patrona, durante il pomeriggio del 23 Luglio, alla chiusura della fiera del bestiame, si pongono alla guida di una sorta di spedizione composta da un drappello di volenterosi uomini nerboruti alla quale si aggiunge qualche pariglia di robusti bovini, aventi come meta uno dei tantissimi boschi che circondano Floresta.

Giunti in loco, si va alla ricerca della chioma di un fronzuto agrifoglio da tagliare e dopo gli uomini più esperti scelgono un pioppo avente il tronco dritto ed alto poco più di venti metri, che provvedono ad abbattere a colpi d’accetta ed a ripulire dagli ingombranti rami per poi trainare insieme all’agrifoglio, mediante l’ausilio dei buoi, fino alla località denominata “Serro Marchese”, alle porte dell’abitato florestano, dove avrà luogo la manifestazione.

Dopo l’abbattimento del pioppo, per il folto gruppo è consuetudine ritemprarsi dalla fatica sostenuta indulgendo in una grande mangiàta, ovvero in un lauto, benché rustico e sostanzioso pasto a base di pane casereccio, provole locali e vino, pausa che, di per sé, costituisce già un anticipo della festa che si svolgerà nei giorni a seguire.

L’antìnna viene preparata ed adornata con le folte fronde di agrifoglio tagliate nel bosco, fissate sulla cima del fusto del pioppo tramite lunghi chiodi, chiamati localmente missilètti, e vecchi cerchioni da botte fino a raggiungere l’altezza complessiva di ventisei metri.

Il numero ventisei costituisce un parametro di indiscussa importanza che si incontra più volte nel corso della complessa preparazione de l’antìnna, parametro che viene sempre e comunque rispettato come un rituale magico e propiziatorio: ventisei è la data del giorno dei grandi festeggiamenti, così come ventisei deve essere il numero delle provole legate a l’antìnna, donate dagli allevatori florestani che vedono tuttora nella messa in opera de l’antìnna un motivo di prestigio ed un auspicio di buona fortuna per tutti coloro che vi partecipano.

I festeggiamenti dedicati a Sant’Anna riescono sempre a raccogliere la maggior parte degli abitanti di Floresta in una bella processione sacra che attornia il fercolo durante il tradizionale percorso lungo le strade principali del paese, in attesa di dare finalmente inizio al tanto agognato momento dell’innalzamento de l’antìnna.

La località denominata “Serro Marchese” brulica di gente indaffaratissima che armeggia abilmente con corde, scale, forcelle e la sola forza delle braccia, dandosi da fare per spìnciri a ‘ntìnna, ossia “innalzare l’antenna”, operazione di certo non facile, per la quale si richiedono notevoli doti di forza, abilità, concentrazione e coordinazione.

Una volta posta l’antìnna in posizione verticale, si provvede a stabilire da quest’ultima un punto di distanza collocando sul terreno una grossa pietra, e, finalmente, si svolgono le quattro entusiasmanti prove di abilità fisica, la prima delle quali consiste in una gara di velocità, ovvero due corse, una riservata ai ragazzi e l’altra agli adulti, con partenza da un punto prestabilito ed arrivo fin sotto l’antìnna: il premio in palio per i primi arrivati di entrambe le corse consiste nelle provole poste più in basso.

Dopo le gare di velocità ha luogo la seconda prova, la cosiddetta pitruliàta, ossia lanci forti e precisi di sassi mediante i quali ogni partecipante, armato di buona volontà nonché di un’ottima mira, tenta di far cadere qualche provola appesa a l’antìnna: operazione niente affatto facile, la cui riuscita desta sempre l’ammirazione dei presenti ed il vanto di colui che è riuscito nell’impresa.

Le provole che restano ancora saldamente appese nella parte più alta de l’antìnna, sempre in grande quantità a dire il vero, costituiscono il premio della terza prova diventando l’ambito bersaglio di quei florestani in possesso di un fucile, i quali, forti dell’esperienza maturata in tante battute venatorie, cercano di far cadere ancora qualche provola.

La gara finale è sempre oggetto di una entusiasmante attesa, costituendo la fase più affascinante ed insieme più pericolosa delle quattro prove, che ha sempre visto ben pochi, ma ricordatissimi trionfatori: la faticosissima ed impervia scalata dei ventisei metri de l’antìnna lungo il tronco del pioppo abbondantemente spalmato di grasso di pecora, nel difficilissimo tentativo di riuscire a prendere le ultime provole superstiti poste nella parte più alta de l’antìnna.

Tra i più famosi scalatori dei tempi passati de l’antìnna, a Floresta è particolarmente vivo il ricordo di Antonio, l’agilissimo ed imbattuto “personaggio locale” soprannominato Malasacchètta dai compaesani che amano ancor oggi tramandare la narrazione delle sue esaltanti abilità.

fonte il sito internet del comune di Floresta. Foto e programma su interessamento di Antonio Stroscio.

 

 

 

 

 

16 Luglio 2019

Autore:

redazione


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