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Post dibattito Tv, una raccolta per chi va di fretta: il raffreddore di Donald Trump, il «woo» di Hillary Clinton, «il tuo presidente», eccetera
Trump aveva il raffreddore: mentre parlava, tirava spesso su col naso. Qualcuno ci ha già fatto una compilation.
Hillary Clinton ha fatto il primo vero attacco dell’intero dibattito. Clinton ha fatto notare che secondo Trump il cambiamento climatico è una bufala inventata dai cinesi, e che questo dimostra la sua inadeguatezza ad affrontare certi temi. Trump ha negato di averlo detto.
A un certo punto Trump ha spiegato che Obama e Clinton hanno “creato il vuoto” che ha permesso la formazione dello Stato Islamico, ripetendo una critica condivisa da molti Repubblicani. Trump ha anche aggiunto che i metodi usati da Clinton per combattere lo Stato Islamico sono stati inefficaci, dato che l’ha contrastato «per tutta la vita adulta» e che lo Stato Islamico è ancora lì. Lo Stato Islamico però ha solo pochi anni.
Un altro scambio in cui Clinton è andata meglio di Trump è arrivato quando si è parlato delle dichiarazioni dei redditi di Trump, che non vuole diffondere. Nel corso della campagna elettorale Trump ha spiegato che le avrebbe diffuse solamente dopo la sua elezione, oppure dopo la fine di un’indagine dell’agenzia delle entrate oggi in corso. Clinton ha spiegato che a suo dire Trump non la vuole diffondere per varie ragioni: forse «perché non è così ricco come dice», o perché ha qualcosa da nascondere.
Uno dei momenti più sorprendenti del dibattito, almeno per quanto riguarda le dichiarazioni di Clinton, sono state le sue scuse dirette e inequivoche sulla faccenda delle email di lavoro inviate da un indirizzo privato quando era segretario di Stato. Clinton ha chiesto scusa e ha detto che tornando indietro si comporterebbe in maniera diversa, senza provare a giustificarsi.
Durante uno scambio sui problemi delle minoranze etniche, Trump ha sostenuto che le comunità afroamericane e ispaniche sono in pericolo a causa delle gang criminali, e che la soluzione è estendere la pratica dello “stop and frisk” (una controversa pratica che prevede controlli casuali da parte della polizia, che a New York non ha funzionato e che è stata giudicata incostituzionale). A un certo punto Trump ha anche spiegato che andrebbero tolte le armi “ai cattivi”: una posizione generica e un po’ bizzarra, per un candidato considerato molto “pro-armi”.
Uno degli inciampi più grossi di Trump in tutto il dibattito è avvenuto sulla questione del certificato di nascita di Barack Obama. Trump ha cercato di nuovo di dare la colpa a Clinton, accusandola di avere iniziato la polemica – falso – e poi non ha risposto quando il moderatore gli ha chiesto perché ha continuato a insistere sul tema anche dopo che Obama ha diffuso il certificato. Poi è finito a parlare dello Stato Islamico, apparentemente senza un legame logico.
Nel mezzo di una risposta sugli attacchi informatici provenienti dall’estero, Trump si è vantato che suo figlio Barron, che ha 10 anni, è bravissimo coi computer. Qualcuno allora ha ipotizzato sarcasticamente che forse è stato lui, Barron, a violare il sistema informatico del Partito Democratico.
Parlando di politica estera, Clinton ha rinfacciato a Trump di avere appoggiato l’invasione dell’Iraq sotto l’amministrazione di George W. Bush. Trump l’ha interrotta, spiegando che non era vero. Poco dopo ha spiegato che il suo presunto appoggio era una bugia che Clinton aveva raccontato ai media. In realtà Trump ha appoggiato l’invasione dell’Iraq, sebbene in seguito ne abbia preso le distanze (come peraltro diversi Repubblicani).
Un’altra cosa che hanno notato in molti: Trump ha interrotto Clinton molto spesso, parlandole sopra quando era il suo turno: 25 volte nei primi 26 minuti del dibattito, ha calcolato Vox.
Una delle più efficaci e discusse risposte di Clinton a Trump non ha richiesto parole: dopo che lui l’ha accusata di avere poca «energia» e di non avere la giusta personalità – il moderatore gli aveva chiesto conto di quando aveva detto che Clinton non era sufficientemente presidenziale – Clinton ha semplicemente sorriso e detto «Woo, ok», lasciando intendere di aver preso l’accusa come una sciocchezza.
In una delle sue ultime risposte, Trump si è riferito a Obama come “il tuo presidente”, guardando Clinton. È una cosa molto irrituale, negli Stati Uniti, soprattutto in un contesto solenne come un confronto televisivo tra due candidati alla presidenza degli Stati Uniti.
font: http://www.ilpost.it/
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