Il testo del messaggio letto dal presidente del consiglio comunale, Maria Ricciardello.
“Il sogno di Icaro” come metafora dei sogni di tanti ragazzi e ragazze che incontrano la morte proprio quando stanno per spiccare il volo verso la vita.
Quando si è giovani non si pensa alla morte; quando si è giovani si sogna , si ama, si soffre anche, ma mai si pensa che la vita possa fuggire via in un attimo e interrompere il sogno per sempre.
Per sempre! “Il sogno di Icaro” come metafora dei sogni spezzati di tanti genitori che si aspettano che i loro figli gli sopravvivano e all’improvviso incontrano il dolore più grande che un essere umano debba affrontare e sopportare.
Così è stato per Paolo e per la sua famiglia; così per tanti altri giovani e per tante altre famiglie.
La morte di Paolo ha segnato profondamente la comunità brolese; ci ha posto di fronte ad un dolore collettivo che non sempre siamo in grado di fronteggiare , un dolore difficile da comprendere, difficile da elaborare.
Nessuna famiglia, nessun genitore, nessun parente, nessuno amico merita di soffrire così tanto!
In quest’ultimo anno abbiamo visto nascere tante iniziative per ricordare Paolo; iniziative nate spontaneamente , tra la comunità, tra gli amici, che magari vorrebbero alleviare l’immenso dolore dei genitori per mezzo del ricordo. Una condivisione di dolore così sentita, così sofferta che l’amministrazione non poteva ignorare.
E stasera , con questa stele ” Il sogno di Icaro” dedicata a Paolo e a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze che hanno troppo presto incontrato la morte, in questo luogo simbolico: accanto ad una scuola dove i nostri ragazzi, i figli di tutta la comunità si preparano alla vita; accanto alla scuola che Paolo ha frequentato, l’amministrazione vuole dare “valore” al dolore di una famiglia, di tante famiglie, e al dolore di una comunità.
Vuole farlo però nel nome della vita, nella gioia del sogno non ancora interrotto, nel ricordo della gioia di vivere di Paolo , nel ricordo della sua simpatia e della sua capacità di dialogo. Nel ricordo del suo sorriso contagioso.
Paolo è stato mio alunno, e per me è facile , come è facile per tutti coloro che lo hanno conosciuto, affermare che Paolo non aveva neanche bisogno di parlare per comunicare la sua gioia di vivere: bastava guardare i suoi capelli e il suo sorriso! Si percepiva immediatamente che ci si trovava di fronte a un ragazzo buono, gentile, vero; un ragazzo che amava gli amici, amava la famiglia, amava il suo paese, amava lo sport e la vita sociale. Sono questi i sentimenti che vogliamo affidare a questo monumento!
E sarebbe davvero molto bello che i sentimenti di gioia per la vita , così forti in Paolo, contagiassero tutti i ragazzi della nostra comunità, per indurli a vivere la loro vita come un dono prezioso di cui bisogna avere una gran cura.
Altrettanto bello sarebbe che anche noi adulti ci lasciassimo contaminare più spesso da sentimenti di solidarietà e di comprensione, impegnandoci a rispettare e a dare valore alla nostra comunità e ai suoi abitanti. Immagino gli alunni che in futuro frequenteranno questa scuola soffermarsi ad osservare “ Il sogno di Icaro” e a chiedersi chi fosse Paolo.
Spero che ci sia sempre un adulto pronto a rispondere che Paolo era un ragazzo con un sorriso dolcissimo , un ragazzo con tanti amici, con tanta gioia e voglia di vivere e che la sua gioia di vivere era talmente contagiosa e indimenticabile che il paese di Brolo volle ricordarlo per sempre con questa stele. E per concludere, affidiamo ad una poesia l’inno alla vita che questa stele rappresenta.
Alla fine dell’incontro commemorativo, Nunziatina Mirenda, consigliere comunale ha letto il testo di “Considero Valore” di Erri De Luca… eccolo.
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.