Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la nostra collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone un focus d’approfondimento sul negozio di accessori moda Ultramarino, sito a Imperia. Qui a seguire è possibile leggere l’intervista a Debora Badalino, titolare dell’attività…
Ciao Debora! Tu sei la titolare del bellissimo negozio d’Imperia “Ultramarino”, sito in Via Bonfante n. 35. Ebbene, come e quando nasce la tua passione per i bijoux e per gli accessori più in generale? “Ciao Giulia, devo ammettere di aver sempre posto una notevole attenzione all’estetica. Vengo, da che ho memoria, immediatamente calamitata da ciò che percepisco quale bello non appena vi poso gli occhi sopra. Tutto quello che trovo intellettivamente interessante e più che gradevole alla vista mi si imprime nella mente come un tatuaggio, del quale serbo memoria senza che il suo ricordo – similmente a una polaroid indelebile, che non sbiadisce mai – e il mio apprezzamento nei suoi confronti abbia una data di scadenza. È dunque per me intimamente stimolante circondarmi di beltà, cosicché essa mi faccia felice e renda contente anche le persone che scelgono di entrare nel mio negozio per poter curiosare se vi è qualcosa che fa al caso loro. Io ho lavorato tantissimi anni in uno studio legale, ma poi la voglia di cambiamento e la mia naturale propensione alla gioia ha avuto la meglio su tutto – mi sorge infatti spontaneo pensare che, non a caso, i gioielli vengono chiamati gioie… dato che riescono spesso a regalare appunto gioia e sorrisi”.
Ci racconti un po’ qual è stata la motivazione e la spinta che ti ha portata ad avviare la tua attività, in proprio? “Da piccola immaginavo di diventare una rockstar, ma confesso di essere davvero molto stonata e azzardo a dire che faccio quasi concorrenza alle campane. Ero e sono, però, una persona desiderosa di conoscere il più possibile e con il passare degli anni sono diventata una donna anche sempre più esigente e determinata… quindi non ho voluto rinunciare in toto al mio sogno di bambina. Fornire alle donne la possibilità di vedersi pur solo semplicemente somiglianti alle grandi cantanti di fama mondiale che ammirano e agevolarle nel riuscire a esternare la loro personalità con l’ausilio di alcuni accessori mi è sembrato un buon compromesso. È soddisfacente!”.
C’è un gioiello che – per quello che ti riguarda – consideri un cosiddetto evergreen e, in caso affermativo, per quale ragione? “Nell’infanzia adoravo le collane di perline verdi, mentre durante l’adolescenza mi facevano letteralmente impazzire gli accessori neri e borchiati… ero una sognatrice sui generis, molto dark. Oggi, invece, prediligo le collane di perle. Sono del parere che nella moda, come altresì nella musica (che è un’altra delle mie grandi passioni), il favore della maggioranza sia orientato e più facilmente legato pressoché indissolubilmente verso ciò che in ogni epoca e periodo storico si è stati abituati a indossare, vedere, ascoltare. Tutto questo è dovuto inoltre a un umano discorso di diffuso e in parte inaggirabile bisogno d’accettazione sociale, dacché le novità spiazzano (si è impreparati sul come affrontarle) e nel più della gente creano stress – stress che ogni cambiamento inevitabilmente comporta a livello psicologico in primis. La ritrosia con cui si ignora o emargina la diversità più palese, tuttavia, è qualcosa di assurdo poiché il mondo stesso vive un continuo presente nel quale passato e futuro non sono altro che secondi che giocano a staffetta con il fuggevole istante o attimo fuggente che dir si voglia [NdR ride]. Ecco, dunque, che la scontrosità rimane il vero e più radicato evergreen, nonché indice della paura del confronto con – stante ciò, ossia per l’appunto stante la ritrosia che porta a ignorare il prossimo – l’ancora inevitabilmente sconosciuto e altresì di una superbia che denota soltanto sicurezza di facciata e una gretta presunzione. Nel mio negozio “Ultramarino”, all’opposto, ho piacere di ospitare una cosiddetta girandola di colori-forme-materiali. L’entusiasmo e la spontaneità/rosso, la fantasia/arancione, la speranza e la positività/giallo, l’equilibrio/verde, la lealtà e l’intelligenza/blu, il risveglio interiore/indaco, l’umiltà e la magia/viola costituiscono per me quell’arcobaleno che mi auguro faccia da ponte per una serena coesistenza tra esseri umani con gusti e preferenze senza dubbio differenti”.
Il tuo mondo è un meraviglioso canovaccio nonché connubio di creatività ed ecco, dunque, che ti chiedo cosa ritieni che sia appunto la creatività e quali sono gli elementi che tu, personalmente, prediligi siano presenti in ciò che indossi. “La parola ULTRAMARINO indica provenienza da Paesi situati al di là del mare e proprio il mare ha una simbologia densa e molto ricca, che ben rappresenta la mia concezione della vita e sia della beltà che della creatività. Ho difatti idea che l’esistenza sia per l’appunto un canovaccio che ciascuno di noi è chiamato a ricamare in base alla propria sensibilità, andando oltre a ogni sovrastruttura estranea alla personale autenticità. Sono inoltre dell’avviso che la varietà e le singole personalità siano da rispettare e che, per quello che concerne la propria unicità, il viaggio individuativo dell’io – che è bene che si confronti e relazioni con ciò e con chi si pone lungo il percorso – non possa dirsi davvero tale se si rimane ermeticamente chiusi nella propria bolla. La conoscenza si nutre di approcci e interconnessioni, che ci permettono di nascere e rinascere senza sosta, sondando conscio e inconscio sino a toccare con mano profondità dalle quali emergere inverati. La trinità, nella mia ottica, è un concetto non tanto teologico bensì piuttosto pragmaticamente umano. Citando Hegel, direi che tesi e antitesi diventano vere nella sintesi… e non c’è sintesi senza mondo esterno, che alimenta un’affascinante e piena artisticità e una profonda quanto meravigliosamente coltivata beltà. Per quello che poi riguarda gli elementi che prediligo indossare, in tutta onestà, scelgo parecchio in base al mio umore (e, in una qual certa misura, pure a seconda del contesto in cui mi muovo …senza però mai lasciare che esso diventi di preponderante peso e limitante la mia sincera espressività)”.
Trovandoti a dover scattare una fotografia a parole del tuo negozio “Ultramarino”, ce ne dai e condividi così con noi un’immagine? “Spero che entrando nel mio negozio la prima impressione sia quella di un’oasi accogliente e la sensazione ultima, metaforica e fisica, sia quella di aver compiuto e goduto di un ristoratore volo in mongolfiera attraverso tanti preziosi laboratori di coccole e ciò grazie alla compagnia dei loro figli d’arte e mia. Le ditte e gli artigiani che si affidano a me per far conoscere la loro realtà è come se mi dessero la possibilità di far crescere la loro prole e questo è un gesto di fiducia notevole a cui desidero rispondere non deludendo alcuno. I clienti che, poi, decidono di acquistare un bijoux così come una borsa e/o una sciarpa nel mio negozio hanno la garanzia di trovarmi sempre a disposizione non solo in prima battuta, per un consiglio e le informazioni delle quali necessitano, ma anche per eventuali future esigenze”.
Cosa supponi non manchi mai venendoti a trovare sul tuo profilo Instagram, tramite il quale è possibile anche acquistare online (clicca qui https://instagram.com/ultramarino_imperia?igshid=YmMyMTA2M2Y per accedervi) e altresì recandosi da te, di persona, nell’Imperiese? “Quello che cerco di offrire a chi mi dà fiducia è qualità e varietà, l’accessibilità alla possibilità di essere sempre se stessi pur palesando varie sfaccettature di sé e ciò per mezzo di un’immagine che non vada deteriorandosi con l’uso – bensì che si presenti e conservi immancabilmente al meglio. Mi rende tranquilla e appagata sapere di non tradire le aspettative altrui, visitatori sia online che in carne e ossa del mio “Ultramarino”, e affinché questo non sia un vagheggiamento è opportuno e doveroso lavorare con brand e creativi che non si improvvisino abili e responsabili ma che lo siano realmente… dimostrandolo su campo”.
Molti sono gli artigiani e le aziende che trovano spazio nel tuo negozio quali Roberta Protto, Le Monde des Bijoux, Marlon Firenze, Alisei Milano, Laura De Santis di Bijoux Espresso, Lebole Gioielli, Agua Ardiente, Lagriffe Bijoux, Lili Boheme, Tamashii, Alisia, Paola Russo di tentakoli, CUORI Milano, Ahmaddy, Kurshuni, House of Tuhina, Mad Tea, Nesto Bijoux, VESTOPAZZO, .bijouets, Eleonora Bani di Ludipendy Collection, Jonah Grant di J-Jo e tanti altri ancora… Cosa, ai tuoi occhi, li accomuna e qual è invece la peculiarità di ciascuno di loro? “Caratteristica che accomuna tutti coloro che hai citato è l’originalità. Sia che si tratti di creazioni lineari e molto pulite che piuttosto eccentriche e persino abbastanza bizzarre, non vi è accessorio che sia la copia di un’idea non originatasi dal suo produttore-distributore che ne detiene la titolarità del marchio. Ogni collana, orecchino, bracciale, anello, borsetta, foulard che espongo in negozio e che è acquistabile anche tramite messaggio privato via social è frutto di un’intenzione ben specifica, indi per cui veicola un messaggio preciso. Questo fa sì che ci si possa esporre efficacemente, con un proposito e una finalità a corredo della piacevolezza estetica che certo non guasta sia disponibile allo sguardo delle persone che si incontrano e che ci osservano – e che si formano una prima impressione di noi di cui l’esteriorità è tra i primissimi bigliettini da visita… e c’è solo un’occasione per fare una prima buona impressione”.
Nella nostra società e contemporaneità, quanta importanza e che tipo di incisività ti pare abbia l’immagine e l’estetica – e quale, a tuo avviso, dovrebbe avere? “Ripercorrendo a ritroso la Storia, mi accorgo che l’essere umano ha sempre sentito l’esigenza di raffigurare se stesso e tutto quello con cui viene a contatto, o che immagina – ad esempio, la divinità – e che prova a esplorare. Non so se oggi sia cambiato totalmente il senso di tale ricerca, non riesco a ben capire se i bisogni primi e ultimi che muovono il continuo attaccamento all’immagine abbiano ragione e affondino le loro radici nei medesimi meccanismi psicologici dell’uomo preistorico, ma mi pare abbastanza certa l’evidenza di una sovente spasmodica ossessione nel tentare di ottenere attenzione a ogni costo… a che pro tutto ciò, probabilmente, dipende da individuo a individuo. Da parte mia, volermi vedere al meglio delle mie possibilità è dovuto al fatto che una vita ordinata parte da un’organizzazione mentale a sua volta non confusionaria e confusionale – che fa da perno e sostegno, nonché che è il riflesso in carta carbone, di una curata e ben tenuta esteriorità… indice di valore e considerazione attribuiti a sé e alla propria quotidianità”.
Il pregio e il valore dell’Arte, per te, qual è e in cosa lo riscontri? Esiste e, se sì, in cosa consiste il bello universale per cui alcune opere – quali, ad esempio, “La Pietà” di Michelangelo Buonarroti – sono elette pressoché unanimemente a capolavori? “Per me arte è tutto ciò che è in grado di commuovere e s-muovere la coscienza. In quest’ottica, non v’è bellezza che non vada a braccetto con consapevolezza, responsabilità, dedizione e impegno militante. Facendo un esempio, ci sono persone che vengono attratte e che si rivolgono all’intimistico e altre che propendono verso il politico nella sua accezione più ampia… perciò mi viene difficile pensare che esista qualcosa/qualcuno che metta d’accordo tutti e che risponda al favore e a una validità temporale e geografica omnicomprensiva, che si estende a ogni parte dell’universo. Senza dubbio comunque hanno visto la luce alcuni capolavori immensi e intramontabili quali “La Pietà” di Michelangelo Buonarroti, ma l’eccelso è quanto più si avvicina alla magia e alla magia ancora non c’è spiegazione”.
So che sei impegnata nella realizzazione di una tua linea… quindi, mi sorge spontaneo domandarti se puoi rivelarci qualcosina a tal proposito. “Sono un tantino scaramantica e, a proposito di occulto, temo invidie e malelingue… non vorrei mai essere oggetto di malocchio e simili pratiche. Prometto, però, che ne parlerò con voi per primi non appena mi sentirò fuori pericolo iettatura”.