INQUINAMENTO & AMBIENTE – La Xenia di Patti si fa sentire.
Cronaca Regionale

INQUINAMENTO & AMBIENTE – La Xenia di Patti si fa sentire.

 

 

 riceviamo e pubblichiamo:

Ancora una volta si rende opportuno attenzionare quanto accade in una località invidiata da tanti, ma forse, stante quanto continua ad accadere, non apprezzata da molti.

La Valle del Mela è una zona del messinese in cui sono attivi numerosi impianti industriali, tra cui la raffineria Mediterranea di Milazzo, la Centrale Termoelettrica di San Filippo del Mela, l’ex Sacelit di Giammoro, le Acciaierie di Pace del Mela.

La pressione di tali impianti sull’ambiente è la causa principale della tragica situazione sanitaria che riguarda i cittadini che vivono su questi territori. In dette zone sono state accertati livelli di mortalità (soprattutto tumorale) e di morbosità preoccupanti ed in crescita.

Anche la stessa Regione Sicilia (già nel 2002) dichiarava il comprensorio del Mela quale “area a elevato rischio di crisi ambientale”. A tal uopo, con apposito decreto regionale (2006) veniva predisposto un piano di risanamento della qualità dell’aria nell’ambito del piano di risanamento della Valle.

L’inaccettabile situazione di detto territorio è stata oggetto di richiamo anche da parte della Commissione Europea, la quale avvalorava la necessità di un piano di azione e di un costante monitoraggio dei livelli di inquinamento.

Ad oggi, purtroppo, il piano di risanamento per la zona del Mela rimane inattuato e il sistema di monitoraggio, in questa area ad elevato rischio ambientale, è praticamente inesistente.

Secondo ARPA Sicilia le centraline esistenti nella zona messinese, da tempo inattive, risultano obsolete e inadeguate a monitorare una situazione ambientale complessa e critica, come quella della Valle del Mela.

E’, altresì, tristemente nota la presenza nella zona di odori molesti, nubi tossiche, emissioni di fumo in eccesso dai camini della Raffineria, di sostanze inquinanti, come anidride solforosa e idrocarburi non metanici; l’area è quotidianamente invasa da composti odorigeni pericolosi, come idrosolfuri e mercaptani.

La presenza di queste sostanze, sottovalutata, fortemente odorigene e con bassa soglia olfattiva, con conseguenze molto gravi per la salute dei cittadini, tanto da costringerli a ricorrere alle cure mediche, è da attribuire principalmente a sorgenti odorigene tipiche del ciclo produttivo della raffineria di Milazzo, non adeguatamente controllate, come anche accertato dall’ARPA.

Anche l’inquinamento elettromagnetico, a causa della Centrale Termoelettrica, ha una notevole incidenza nell’area, così come anche quello dovuto all’ex Sacelit, in cui l’amianto non sarebbe adeguatamente smaltito.

La contaminazione dell’ambiente con sostanze nocive che, come un famelico mostro mitologico, invisibile e silenzioso, continua a divorare lentamente le sue vittime e pure le emissioni degli stabilimenti industriali determinano la crescita delle patologie tumorali.

Sono sempre di più gli studi effettuati da esperti che mettono in correlazione le esposizioni ambientali alla nascita o anche prima, e l’incidenza di malattie neurologiche, respiratorie e di cancro. Le aree vicine alle zone industriali sono ormai irrimediabilmente compromesse.

L’inquinamento prodotto dagli stabilimenti industriali contamina i terreni, le colture, l’acqua e l’atmosfera, insudicia le abitazioni, generando un gravissimo pericolo per la pubblica incolumità.
Il diritto ad un ambiente salubre deve essere assunto tra le priorità delle scelte politiche.

E’ evidente che, a fronte di detto allarmante accertamento, si rende necessario, oltreché urgente, una mirata intensificazione della attività di vigilanza e di controllo sulle misure poste in essere dal gestore al fine di rimuovere le cause strutturali e/o gestionali, che provocano i fenomeni anzidetti.

Ma, nonostante le continue mobilitazioni da parte dei cittadini della Valle del Mela, costretti da troppo tempo ad affrontare patologie (numerosi sono i giudizi intrapresi) e lutti attribuiti all’elevato inquinamento ambientale, nonostante l’elevata incidenza tumorale nella Valle del Mela, acuitasi nel corso degli anni, mai oggetto di dovuta considerazione da parte degli  organi preposti, nulla è stato fatto.
E’ opportuno che vengano rispettati, e non calpestati, i diritti dei siciliani in base a quanto previsto dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, dalla Carta di Nizza e dalla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo e così porre fine a danni ormai definiti “irreversibili” e alle continue violazioni della sicurezza ambientale.

I numerosi casi di patologie accertate e i decessi che hanno colpito dipendenti della raffineria e delle ditte presenti sul territorio limitrofo, risultato della mancanza di adeguate bonifiche attuate per riportare l’inquinamento atmosferico e del territorio nei limiti, non possono lasciare inoperosi. Il danno ambientale, il pericolo per la vita e l’incolumità personale, l’alterazione del patrimonio naturale, della fauna e della flora, richiedono interventi urgenti ed improcrastinabili.

Occorre che la Regione Sicilia, nonché le Amministrazioni locali, pongano in essere piani di risanamento contro l’inquinamento ambientale, che si proceda a piani di bonifica per amianto, considerato che il territorio è stato lasciato fuori controllo, che siano attivate adeguate centraline di rilevamento ambientale.

E necessario richiamare l’attenzione delle autorità competenti a livello di Unione Europea, nonché di tutte le autorità, per quanto di competenza, affinché intervengano per far rispettare i criteri di sicurezza ai quali le ditte non si sono ancora uniformate, intervenire per evitare un annunciato disastro ambientale; ma occorre, soprattutto, che siano adottate misure idonee a tutelare la salute e i diritti dei cittadini.
Si rende necessario attivarsi al fine di evitare il rischio a Milazzo e dintorni di una Taranto “bis”.

E’ bene che anche a Milazzo i soggetti di competenza si diano una mossa ed alzino la guardia per evitare di arrivare all’ultimo stadio, come a Taranto.

Quello che succede a Taranto, con riferimento alla corretta azione della magistratura che difende il diritto dei cittadini alla salute, dovrebbe estendersi al resto d’Italia, a cominciare dalla Sicilia, dove assistiamo, ogni giorno, ad attacchi sconsiderati alla salute pubblica. Ovunque le statistiche sanitarie denunciano incidenze superiori alle medie di fenomeni cancerogeni. Tuttavia nessuno ne fa un dramma ed accoglie fatalisticamente le conseguenze di tale inquinamento, dei danni alla salute pubblica ed all’ambiente naturale.

E’ necessario sollecitare la cittadinanza ad attivarsi e parlare dell’attualità e del futuro, piuttosto che disputare sugli accadimenti di un paio di secoli addietro.

Non si può continuare ad accettare che il territorio della Valle del Mela, già fortemente provato, continui ad essere martoriato, ignorando quanto accade, solo per continuare ad avvantaggiare alcune classi dirigenti, senza tenere conto della cittadinanza comune.

E’ giunto il momento che le autorità e gli organi competenti diventino parte attiva, affinché siano disposti gli interventi utili, svolgendo così diligentemente il mandato ricoperto.

Alla luce di quanto esposto si richiede se siano mai stati effettuati dei monitoraggi sulla fascia costiera che va da Milazzo a Patti golfo compreso, volti a verificare la presenza di elementi inquinanti  nelle falde acquifere nelle colture e nelle forme di pascolo che insistono nel citato territorio e, in caso contrario, vogliate disporre con effetto immediato i citati monitoraggi comunicando ai soggetti interessati gli esiti.

In attesa di sollecito cortese riscontro, porgiamo distinti saluti

 Il Presidente Massimiliano Mannelli

Ass.ne XENIA Settore Salute Ambiente – Divisione Città Viva – Patti

 

31 Agosto 2012

Autore:

admin


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