– di Corrado Speziale –
Calato il sipario sulla terza edizione della rassegna, organizzata dalla Filarmonica Laudamo di Messina e dal Parco “S. Quasimodo” di Roccalumera, è tempo di commenti positivi e progetti futuri. Tra testimonianze e musica, “Concerti e conversazioni – La creatività nel jazz a Messina e in Sicilia. Un punto di vista”, ha visto al lavoro tanti musicisti originari della riviera jonica messinese e di altre parti della Sicilia, e non solo, noti a livello internazionale. L’intento del direttore artistico Luciano Troja era la ricerca di nuovi fermenti musicali atti alla crescita musicale del territorio. Il suo commento: “Abbiamo colto il senso dello stare insieme. Questa energia positiva funziona. La musica è un fatto naturale e va considerata come valore umano, all’insegna dell’indipendenza e della condivisione”. Intanto, cresce l’attesa per la nuova stagione della Filarmonica Laudamo, la novantanovesima, per la più antica associazione concertistica siciliana, ormai a un passo dalla leggenda. Presentazione del cartellone tra fine settembre e inizio ottobre. Primo concerto, il 20 ottobre.
Fare il punto sulla contemporaneità, condividere una fase storica tra racconti e musica, guardarsi in volto, conoscersi, suonare, ascoltarsi. Il tutto, per rinfrancare lo spirito e ripartire in autunno con più energia. Così, quattro calde serate tra fine luglio e inizio agosto, a Roccalumera, hanno rappresentato un piacevole interplay tra musicisti e pubblico. E’ musica tra linguaggi e pensieri condivisi che non conosce barriere, pronta ad accogliere e assecondare talenti. Un’operazione che proietta nel futuro, al tempo stesso, giovani e veterani pronti a condividere ulteriori momenti e piacevoli fatiche. A coordinare il tutto, Luciano Troja, pianista e compositore: dopo un anno al seguito della Filarmonica Laudamo di Messina, il ventiseiesimo con la sua direzione artistica, incastonato in un secolo di storia, la sua passione non va in vacanza. Il jazz senza confini del Parco “Quasimodo” di Roccalumera è quell’impegno in più, un valore aggiunto che da tre anni coinvolge musicisti e appassionati in un luogo, dedicato al Nobel siciliano, ricavato nel giardino di una vecchia stazione ferroviaria dove l’incedere dei treni in transito rievoca Duke Ellington.
Così, la terza edizione di “Jazz al Parco” – “Concerti e Conversazioni”, organizzata dalla Filarmonica Laudamo di Messina, tra il 31 luglio e il 6 agosto, al Parco Letterario “Quasimodo” di Roccalumera, ha lasciato scie ed energie positive. Il tema concernente “La creatività nel jazz a Messina e in Sicilia. Un punto di vista”, si è concretizzato innanzitutto con le “Esperienze”, una serie di conversazioni condotte da Erika La Fauci.
Questa sezione ha visto all’opera il sassofonista Carmelo Coglitore che ha argomentato sul suo ensemble della Scuola Media “Carducci” di Brescia e sul progetto “Il Jazz va a scuola”. Il giorno successivo, Rosalba Lazzarotto, vocalist, compositrice e psicologa, ideatrice di Jazz in Badia e dell’Avantgarde Scool; Antonio Moncada e Carlo Cattano del Laboratorio Musicale di Piazza Scienza e Lavoro di Lentini, hanno raccontato le loro interessanti esperienze. La penultima sera è toccato a Fabrizio Franzini, ideatore del “Rometta Jazz Meeting”, mentre nell’ultima ha tenuto banco il laboratorio “Pannonica Jazz Workshop”, un’eccellenza messinese che dal 2004 fa formazione attraverso un ponte con musicisti e compositori oltreoceano. A Roccalumera ne ha parlato Filippo Bonaccorso. Fondatore del laboratorio, assieme a lui, Luciano Troja: “Si tratta di un’attività legata ai grandi compositori americani di cui studiamo le composizioni – ci ha detto quest’ultimo – poi sui progetti lavoriamo insieme ai compositori stessi, in sinergia con loro”. Il senso del laboratorio e dei progetti: “La coesistenza di musicisti classici e musicisti jazz, contemporaneamente. Tra loro non c’è una separazione netta. Cercano di capirsi a vicenda. Non si considerano musicisti di serie A, B e C. Prevale la convivenza serena tra musiche, quindi tra musicisti”. Quest’anno, nel cartellone della Laudamo, il laboratorio si è distinto per aver ospitato la cantante Helene Zindarsian su musiche di Bernstein, in occasione del centenario della sua nascita, scritte per spettacoli di Broadway, interpretate in chiave jazz.
Dalle parole, alla musica. La prima sera, Santi Scarcella, pianista, compositore e cantante, autentico rappresentante del jazz siciliano, appena rientrato dagli USA, ha condotto la platea in un coinvolgente viaggio musicale dal Nord America alla Sicilia. “In due: io e il piano”, era il titolo del progetto che ha proposto.
La sera successiva, Rosalba Lazzarotto alla direzione dell’Avantgarde Voices, un ensemble di voci femminili, associato al sax di Carmelo Coglitore, che nell’improvvisazione ne ha colto le forme e lo spirito, ha incantato la platea. “Spiritual Sound” ha spaziato da Miriam Makeba a Bregović passando da Lennon e Sting. Suggestioni che non si dimenticano. Proseguendo, Carlo Cattano Quartet: l’anticipazione di “Lines”, progetto e album del gruppo composto da Carlo Cattano ai sax, Paolo sorge alla chitarra, Alessandro Nobile al contrabbasso e Antonio Moncada alla batteria. Visioni e contaminazioni, con dentro tante storie e culture musicali, ma soprattutto tanta libertà e creatività, resteranno negli annali della rassegna.
Batteristi, ma non solo. Per cui, la terza e penultima serata, “Batteristi dalla doppia vita”. Il primo, Francesco Branciamore, stavolta in veste di pianista, “Aspiciens pulchritudinem”, tratto dal CD omonimo (Caligola, 2019) si è ispirato all’immenso Charlie Haden sull’essenza della musica: “Voglio allontanare le persone dalla bruttezza e dalla tristezza che ci circondano ogni giorno e portare musica bella e profonda a quante più persone posso”. Soltanto in questo, già, si evidenzia la validità progetto.
Il secondo, Francesco Cusa, si è diviso tra batteria & reading in “Drums & Books”. I passi delle letture erano tratti dai suoi libri “Racconti Molesti”, “Stimmate”, “Canti Strozzati”, “Novelle Crudeli”. Creatività, tecnica, scrittura: sono queste le componenti basilari di chi è stato più volte considerato tra i più grandi batteristi italiani.
Chiusura, l’ultima sera, nel segno di giovanissimi talenti: “Sea-Connection Trio”, Claudio Palana al piano, Tommaso Pugliese al contrabbasso e Federico Saccà alla batteria, hanno “incontrato” Nicola Caminiti, formidabile giovane talento musicale, pluripremiato e ormai jazzista di respiro mondiale. Un riconoscimento su tutti: Downbeat Award 2018. Per lui, nonostante l’età, anche collaborazioni con stelle di prima grandezza. Cosa dire della formazione. Luciano Troja: “Un quartetto meraviglioso. Tutti insieme non arrivavano a 100 anni…Un gruppo che poteva suonare in qualunque festival, tant’è che abbiamo ricevuto l’apprezzamento dai musicisti stessi sulla qualità di questi giovani musicisti di altissimo livello”.
I risvolti, fondati su esperienze concrete, che trovano terreno fecondo: Carmelo Coglitore ha offerto un contributo alla serata. Da qui, potrebbe nascere una collaborazione per un album.
La soddisfazione di Luciano Troja a conclusione di questa terza rassegna: “Abbiamo colto il senso dello stare insieme. Questa energia positiva funziona”. Cosa accomuna le esperienze dei laboratori di cui si è parlato: “La musica è un fatto naturale – ha detto il direttore artistico della Laudamo – e va considerata come valore umano, all’insegna dell’indipendenza e della condivisione”. Con una precisazione: “Lo spirito dell’indipendenza e della libertà della musica non deve essere rivolto contro le istituzioni, non deve essere antiaccademico. Bensì, possono benissimo convivere tanti modi di avvicinare la musica”.
Intanto, cresce l’attesa per la nuova stagione della Filarmonica Laudamo, la novantanovesima, per la più antica associazione concertistica siciliana, ormai a un passo dalla leggenda.
Presentazione del cartellone tra fine settembre e inizio ottobre. Primo concerto, il 20 ottobre.
Il cartellone, ovviamente, è ancora top secret, ma non mancheranno, come di consueto, accanto al repertorio classico, importanti situazioni che aprono spazi ai nuovi linguaggi.