di Claudia Lentini
Dal curioso mondo di facebook, spunta fuori una deliziosa quanto seria provocazione che, alla supersonica velocitàdi internet, ha monopolizzato la mia bacheca, un’unica pubblicazione globale, uno stupefacente colpo d’occhio.
In pochi istanti tutti condividevano e pubblicavano il documento (vedi immagine) di uno studio legale milanese indirizzato al Ministro della Giustizia Angelino Afano, con il quale si proponeva di aggiungere alla dicitura “la legge è uguale per tuttiâ€Â, presente in tutti i tribunali italiani, la scritta “tranne unoâ€Â. (Va specificato che i miei contatti di facebook, hanno sentimenti politici molto variegati).
La sagace iniziativa dello studio legale milanese, che da oggi annovera migliaia di fans globali, pone una questione seria sulla quale è necessario riflettere, specie alla luce di quanto dichiarato ieri dal Premier, Silvio Berlusconi, sul Parlamento italiano.
Cresce in Italia un sentimento trasversale che mal digerisce i privilegi di Stato ed a tal proposito esiste tutta una letteratura di successo su sprecopoli e dintorni, ma gli italiani hanno sempre confidato, almeno come ultima istanza, nel principio “La legge è uguale per tuttiâ€Â.
La sensazione globale è quella di una lenta, continua e fastidiosa messa in discussione di quell’insieme di regole che caratterizzano uno Stato in un dato momento storico, i suoi valori fondanti, se a questo sentimento sottraiamo poi anche il principio di ultima istanza, garantito da un potere terzo, la sensazione si trasforma da fastidio in urlo di protesta, tanto più se ad ordire il diabolico piano è un’autorevole figura dello Stato.
Resta la notizia di fondo, non tutti siamo uguali davanti alla legge.