È morto Francesco De Francesco. L’artista barcellonese stroncato dal Coronavirus, ricordato da Rino Nania
Se ne và un barcelpozzogottese che ha lasciato traccia di sè nella sua terra e tra i suoi amici e conoscenti.
Quando il male del momento, inesorabilmente, non guarda in faccia a nessuno. Così anche l’arte viene colpita nella sua espressione più mite ed è un barcelpozzogottese doc, Ciccio De Francesco, di stanza a Bergamo.
Nella sua vita, dopo aver superato alcuni esami di laurea in medicina a Messina, si trasferì prima a Modena, attirato da altri amici barcellonesi, come il Dirigente scolastico Benito Coppolino, dove completò gli studi, specializzandosi in chirurgia oncologica ed apparato gastro-enterico.
Ciccio De Francesco aveva raggiunto gli 82 anni in una forma adamantina grazie al suo incedere comodo in bicicletta e d’estate veniva stabilmente a risiedere in località Spinesante sul lungomare di Barcellona P.G., facendosi notare mentre procedeva a piedi o in bici col suo caratteristico cappello che sormontava il suo viso canuto.
Ogni estate si soffermava con amici e conoscenti a conversare amabilmente delle più amene cose. Nei suoi incontri e mete vi era il Museo Cassata dove andava ad incontrare amici di una vita. I suoi amici stretti ricordano gli anni giovanili quando studente riusciva a conquistare la simpatia delle ragazze attraverso la sua bravura nel ritrarle. Un modo per rendere funzionale l’arte, coniugandola con la barcellonesità.
Nel suo gesto artistico, che ha alternato tra scultura e pittura, un posto di rilievo lo occupa la rappresentazione attualizzata della Madonna del Tindari, fornendo un aggiornamento della originaria figura sacra raffigurante una Madonna Nera che stringe al petto un piccolo Gesù anch’esso nero: Nigra Sum Sed Formosa.
Nel suo itinerario artistico ed in ogni sua capacità espressiva si dimostrò innovativo e multidisciplinare e fu in grado di passare dalle raffigurazioni murali in cui riprendeva molto dello stile di Migneco, con pescatori dalle braccia nervose a tirare reti dal mare, alle sue interpretazioni fiabesche di un Pinocchio realizzato con tecnica ad olio, o ancora alle sue interpretazioni analitiche dei sogni e/o dei pensieri che albergano come sottofondo delle menti e psiche umane.
Il suo ingegno e la sua fantasia hanno affascinato i suoi estimatori, perché nel suo atteggiamento misurato conteneva e riusciva a trasmettere un’energia che trasferiva nelle sue opere, con oculatezza e precisione stilistica, con l’utilizzo delle diverse tecniche che padroneggiava, e con felice interpretazione stilistica capace di ammonire e al tempo stesso educare lo sguardo a forme nuove di civiltà da assimilare.
Se ne và un barcelpozzogottese che ha lasciato traccia di sè nella sua terra e tra i suoi amici e conoscenti. Da qui in avanti mancherà la sua intelligenza munita di attenzione acuta e ironia benigna e mancherà quel suo sguardo buono e solido rivolto alla sua Barcellona P.G., dalla cui comunità merita di essere ringraziato per aver fornito, nella sua esistenza, una ottima prova di sé.
Rino Nania
A ricordare la sua figura, manifestando tutto il suo cordoglio c’è oggi anche l’Amministrazione Comunale con a capo il sindaco Roberto Materia:
“In questi giorni di grigiore che vedono le nostre menti e i nostri cuori pervasi in profondità da quei sentimenti di timore e di tristezza che il contagio da coronavirus sta spargendo a piene mani in Italia e nel mondo – senza trascurare purtroppo la nostra comunità – ci precipita addosso la notizia della morte di Francesco De Francesco, uno dei figli migliori che Barcellona Pozzo di Gotto abbia dato alla luce, brillante medico e artista talentuoso”. E’ quanto si legge su un comunicato stampa diffuso da Palazzo Longano. “Francesco De Francesco ci ha lasciati oggi, vittima anch’egli di questo nemico terribile e invisibile che sta facendo strage e che ormai condiziona pesantemente le nostre giornate, in quel di Bergamo in cui si era trasferito e nella quale per decenni ha svolto la sua attività di medico senza mai dimenticare la terra di Sicilia, cui era rimasto legato da un amore viscerale – si legge in una nota – Creativo di grande talento e uomo di cultura, nella sua esistenza ha saputo coniugare la scienza con l’arte, esprimendosi pregevolmente nella scultura e nella pittura, senza trascurare incursioni in altre forme espressive per lui meno usuali, ma sempre con la raffinatezza ed il garbo che in ogni momento hanno rappresentato la cifra della sua vita, non soltanto di quella artistica”.
Quindi il ricordo, un anno fa, della sua straordinaria iniziativa artistica in città: “Appena un anno è passato – sembra ieri – da quel giorno di aprile in cui ha presentato qui a Barcellona Pozzo di Gotto una pregiata edizione del Pinocchio collodiano arricchita dalle sue illustrazioni. Espressione concreta dell’amore che ha dato a questa terra e a questa comunità di Barcellona Pozzo di Gotto è la scultura di Longano e Itria che in piazza Duomo da tanti ormai è compagna del nostro quotidiano, mentre al suo quartiere di Pozzo di Gotto ha voluto dedicare la pala d’altare e il dipinto della Madonna Nera che ha realizzato nella Cappella delle Anime del Purgatorio. Soprattutto nel periodo estivo, quando gli impegni di medico gli consentivano di tornare in città, non era infrequente incontrarlo in bicicletta, che spingeva avanti con una pedalata lenta e armoniosa quasi a rendere plastico il suo amore per il bello, con quella sua figura snella e signorile che promanava umanità, cordialità e garbo. Era questo il suo amore per Barcellona Pozzo di Gotto. Tutti gli siamo grati e resterà sempre con noi. Ai suoi familiari e al fratello Sebastiano, titolare dell’omonima farmacia a Pozzo di Gotto, è rivolto il cordoglio dell’Amministrazione e di tutta la comunità barcellonese”.