LAVORO & DISSERVIZI – La “decimazione” dei postini.
Cronaca Regionale

LAVORO & DISSERVIZI – La “decimazione” dei postini.

 

 

 

Era stata annunciata da tempo, difficile a crederci, ma dal mese scorso – ed i risultati negativi oggi sono già evidenti – la mannaia del profitto di Poste Italiane ha decimato le zone di distribuzione in Sicilia.

Così per esempio ora sono solo cinque postini a distribuire lettere, pacchi e raccomandate nelle 72 contrade di Tortorici, su un’area impervia dove alcune frazioni distano più di 15 km dal centro.

Una scelta che attualmente  non fa perdere posti di lavoro (ma non ne crea), il personale in esubero è a disposizione, e l’Amministrazione li utilizzerà in uffici o li incentiverà verso la mobilità.

Sono comunque posti che non verranno mai rimpiazzati almeno secondo la denuncia dei sindacati.

Anche la Posta di Brolo perde una zona, riducendosi a quattro aere.

Certamente un altro disservizio di un Ente che dovrebbe snellire la sua burocrazia elefantiaca e pachidermica per rendere fluido il suo “dare” ai cittadini  spesso costretti a file interminabili ed attese snervanti e non pensare solo a ridurre le zone di distribuzione.

“Una volta c’era il postino sostituto” – dicono i lavoratori PT che vantano esperienze decennali – “pronto a rimpiazzare chi era assente o ammalato, disponibile in sede. Era un operativo, che quando non distribuiva la corrispondenza aiutava gli altri a smistarla, e lo faceva solertemente perchè conosceva il territorio, i residenti, le zone. Ora questa figura non esiste più, anzi di riduce il personale mentre il lavoro aumenta”.

Le alternative comunue esistono, basti essere lungimiranti.

Oltre all’evoluzione in “banca” oggi Poste Italiane fa ben poco per rendersi al passo con i tempi.

Perde terreno nell’e-commerce, nella distribuzione di pacchi espresso, mentre sono servizi che vedono in crescita  – di qualità – le poste private anche concorrenziali sui prezzi.

Questa potrebbe essere, tra le tante, una “scommessa” per dare servizi e lavoro …per esempio.

Per la cronaca in Sicilia i tagli – che hanno riguardato tutte le province – hanno visto sparire 341 zone: 85 Palermo, 69 Catania, 68 Messina, 37 Agrigento, 36 Sircausa, 34 Trapani, 20 Caltanissetta, 15 Ragusa e 7 Enna.

 

 

E pubblichiamo la testimonianza di un postino “precario”

«Io, postino nel caos quotidiano Spedito da solo allo sbaraglio»

LA STORIA.

La testimonianza di un trentenne che ha lavorato alle Poste: «E non c’è speranza di essere assunti». «Mi sono licenziato dopo sei giorni. Non c’è formazione e mi hanno dato una zona in un Comune che non conoscevo»

Immaginate una stanza stipata di lettere, periodici, quotidiani. Immaginate altre casse, almeno due, in arrivo quotidianamente, alle 8 e mezzo circa della mattina, da smistare e catalogare secondo parametri rigidi ma sconosciuti.
Pensate poi di caricare tutta questa corrispondenza su un motorino, ovviamente con qualsiasi condizione meteo, e di addentrarvi in una zona mai vista prima per smistare via dopo via, civico dopo civico, ciascuna di quelle buste.
Il tutto entro le 15 e trenta. Non sarà una «mission impossible» alla Tom Cruise ma è un’impresa veramente ardua, senza una formazione adeguata, per quanto breve. Ed è la testimonianza che riporta un trentenne, assunto dalle Poste per tre mesi, attraverso un’agenzia cui si era rivolto per trovare lavoro.

«Con queste premesse, che ho vissuto direttamente, è ovvio poi che il sistema di smistamento della posta non regge e fa acqua, anzi lamentele, da tutte le parti. Io stesso nei pochi giorni in cui ho fatto del mio meglio per cercare di ingranare nel nuovo incarico di portalettere, ne ho sentite parecchie», premette Lucio, il nome è di fantasia.
«Non dico che ci vogliano chissà quali competenze specifiche.

Ma per imparare un lavoro è necessario un minimo di formazione. E soprattutto almeno uno o due giorni di affiancamento per conoscere l’area di pertinenza e la modalità di smistamento e distribuzione della posta. Invece sono stato assegnato ad una zona completamente sconosciuta, in un comune differente da quello in cui vivo e lasciato solo fin da subito».

«Mi sono dato parecchio da fare. Anche se sapevo che non ci sarebbe stata possibilità di impiego futuro, avevo comunque un ruolo e ho cercato di svolgerlo al meglio. E così niente pausa pranzo. In teoria, da contratto, ci sarebbe una mezz’ora non pagata per mangiare ma ero talmente trafelato e comunque cronicamente in ritardo sulla tabella di marcia che la saltavo a piè pari. Inoltre, altro che le 15.30, finivo anche ben più tardi svolgendo ore rigorosamente non pagate pur di cercar di venire a capo col giro; tra corti che contengono più civici non segnati, rientranze di vie che non compaiono sulle cartine», prosegue il giovane nella sua testimonianza. «Ma ugualmente, in sei giorni di lavoro ne ho accumulato almeno un altro di arretrato. Ma è logico, nessun mestiere per quanto elementare, e non è questo il caso, si improvvisa».

E poi vere e proprie scende da film. «Ho rischiato praticamente una volta al giorno di essere morso dai cani. Sembra una barzelletta, un luogo comune ma evidentemente infastiditi dalla casacca giallo rifrangente mi si scagliavano letteralmente contro», prosegue.

«Le Poste dichiarano di essere a posto con l’organico.

Ma a formare questo organico sono persone come me, caricate con le buste sopra il motorino ma, nostro malgrado, completamente inefficienti. E i ritardi si accumulano. Al pari mio, con lo stesso contratto trimestrale, siamo stati assunti in quattro. E so per certo che almeno un’altra persona ha mollato dopo pochi giorni. Ed è ovvio, sono condizioni anche e soprattutto psicologiche molto pesanti.

E per cosa poi? È un lavoro che si fa per raggranellare qualche soldo, in attesa di trovare di meglio. Non c’è alcuna speranza di assunzione a tempo indeterminato. Arrivi al punto in cui pensi “chi me lo fa fare? Il gioco non vale assolutamente la candela”. Per me, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una brutta caduta in motorino sotto la pioggia, fortunatamente senza conseguenze.

Pioveva e sono scivolato sull’asfalto.

Ma tra gli addetti ai lavori gira voce di gente esaurita che butta la posta, la elimina letteralmente.

Leggende metropolitane, molto probabilmente e me lo auguro. Ma avendo toccato con mano non fatico a credere che qualcuno possa essere arrivato a tanto».

Testimonianza raccolta da Ilaria Noro per http://www.larena.it

 

9 Luglio 2013

Autore:

admin


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