LEGGERE D’ESTATE – … scoprendo le Edizioni di Ar, Casa Editrice Non Conforme
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LEGGERE D’ESTATE – … scoprendo le Edizioni di Ar, Casa Editrice Non Conforme

INIZIANO CON OGGI GLI SCONTI DI AGOSTO SU TUTTO IL CATALOGO DELLE EDIZIONI DI AR.

Ma anche una campagna per sostenere i libri delle edizioni di Ar

Questa la promozione:

Per acquisti pari o superiori a 100 euro, sconto del 25% sul totale

per acquisti pari o superiori a 300 euro, sconto del 35% sul totale

per acquisti pari o superiori a 600 euro, sconto del 40% sul totale

per acquisti pari o superiori a 1000 euro, sconto del 50% sul totale

L’Offerta è valida fino a giovedì 31 agosto.

Per informazioni e ordini su può usare anche messanger, dalla pagina di facebook dell’associazione,  – https://www.facebook.com/EdizionidiAr/ – o mandare una una mail a: info@libreriaar.com o telefonare al 334.8393053.

Ma scatta anche una campagna per sostenere i libri delle edizioni di Ar

Sostenere una casa editrice libera e non conformista, aderendo all’associazioe Adel.

Ecco la nuova campagna di iscrizioni.

La note dell’associazione

Fai parte dell’associazione Adel, per la diffusione di un pensiero libero e coraggioso, e promuovi la sodalità intorno alle Edizioni di Ar.

Socio semplice (30 euro).

In omaggio, un‘opera curata dalle Edizioni di Ar per i soci Adel.

Socio sostenitore (50 euro).

In omaggio due opere curate durante l’anno dalle Edizioni di Ar per i soci Adel, + sconto del 10% sugli acquisti all’interno del catalogo di Ar.

Socio promotore (100 euro).

In omaggio due opere di Ar riservate ai soci Adel + sconto del 15% sugli acquisti all’interno del catalogo di Ar.

Socio fautore (contributo superiore a 200 euro).

In omaggio due opere di Ar riservate ai soci Adel + sconto del 20% sugli acquisti all’interno del catalogo di Ar.

Il versamento può essere fatto sul conto corrente dell’Associazione per la Diffusione Editoriale e Libraria (Adel), conto corrente postale n° 000008943682.

In caso di bonifico, l’IBAN è il seguente: IT70 F 07601151 0000000 8943682.

Per maggiori informazioni e per tutti i dettagli su come procedere:

redazione@edizionidiar.com

0825 32239/ 334.2556249/ 334.8393053.

www.edizionidiar.it

FB: EdizionidiAr

“Non c’è cosa più deprimente dell’appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell’appartenere a una moltitudine nel tempo.”

Nicolás Gómez Dávila

 

 

Edizioni Ar

Presentazione

1963-2013: cinquant’anni di Ar.

1963. Solo diciotto anni dalla fine della guerra dei fascismi. A Padova, nel quartiere Arcella, ci sono ancora i crateri delle bombe angloamericane e il cielo ha il ricordo dei cerchi di fumo di Pippo, l’inglese spione. È l’anno del primo LP dei Beatles, del celeberrimo discorso di Martin Luther King, “I have a dream”, dei paesi sbranati dalla frana del Vajont, dell’assassinio di Kennedy. L’anno di Marcovaldo in libreria e di 8 ½ al cinema, del primo 007 e del Gattopardo. In TV c’è Mike Bongiorno con i suoi quiz di cultura generale.

Le Edizioni di Ar nascono il 9 dicembre 1963. Freda ha affittato un’ex rimessa in una strada lunga e sfatta del centro, via (nomen omen) Patriarcato, vicinissima al Liviano di Gio Ponti. Si ritrovano lì tra fuoriusciti dal MSI, per lo più ragazzi tra i diciotto e i vent’anni, insieme a un ex brigatista nero ed ex reggente di Ordine Nuovo.

La realtà è poca, ma è l’idea, secondo Freda, che deve giudicare la realtà, non viceversa. Infatti, il nome che il gruppo si dà è un’esortazione anagogica: Ar. Ar è il radicale di quei termini di origine indoeuropea che esprimono la vigoria fisico-morale (aretè, in greco, ‘aristocrazia’), fino ad arrampicarsi nelle implicazioni metafisiche di essa: i vocaboli ordinerito.

Un radicale linguistico, germe intemporale di significato da completare nel tempo, da sigillare con il proprio operato. Perenne, arcaico, ma pronto a innestarsi nel nuovo presente che lo voglia e sappia assumere. Un’idea senza il confine di una parola, che chiunque sia abbastanza schietto e lucido può comprendere, indovinare e tradurre in azione (un radicale non è circoscritto: è in attesa della sua espansione). L’idea – banale, in fondo – del Bene come l’avrebbe coltivata un antico.

Ar significava stare nel tempo senza esaurirsi in esso. Coltivare, nel tempo, le migliori virtù umane (o dovremo dire aumane, tanto ci sono, qui, lontane?). Dunque, ogni sabato sera, al posto dei festini col mangiadischi, letture rituali in via Patriarcato. Nietzsche, Evola, la biografia di Federico II del Kantorowicz. A leggere è Freda, con la sua voce da basso. Altro che “così è se vi pare”: così è e così deve essere, costi quel che costi in termini di spiacevolezze. Non si poteva accettare che il mondo precipitasse verso la vita comoda, la competizione dei minimi termini, a chi si comprava prima la nuova Seicento, a chi beveva più daiquiri al tavolino di un bar. Si era alzata una nuvola di cipria che neanche l’atomica americana: si rischiava di non vedere più il sole. E Leonardo, genio riconosciuto, che in tempi non sospetti aveva proclamato: “No si volta chi a stella è fiso”. In Italia stava scoppiando mezza guerra civile il giorno in cui spararono a Togliatti: migliaia di rossi inferociti per le strade, e tutto si ricompose per la vittoria di Bartali al Tour de France. Già allora si poteva intuire come sarebbe finita. “Se si tolgono all’uomo le sue catene, si libera solo un animale” – ci ricorda l’abrasivo Nicolás Gómez Dávila, pubblicato da Ar nel 2007.

Ma le catene dell’uomo non devono necessariamente essere le lambiccate analisi del filosofo razionalista, che vuol salvare capra e cavoli mettendo insieme l’ineffabile e la sua dimostrazione. La verità è ai confini con l’irrazionale, è come un radicale linguistico, come il radicale ar: va indovinata, non può frantumarsi in porzioni di comoda ingestione. Deve turbare – sostiene Nietzsche, autore-cardine di Ar. Ma chi legge il Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane, primo volume pubblicato dalle Edizioni di Ar, deve sapere che non ha di fronte i discendenti degli inglesi che seviziavano i boeri nei primi campi di concentramento della storia e capire che si tratta, in fondo, di una terapia d’urto per uscire dalla palude del dopoguerra. C’è il libro e c’è il lettore: tra di loro un destino, forse, di consonanze.

“Un bosco di corna, l’umanità, più fitto del bosco della Ficuzza quand’era bosco davvero. E sai chi se la spassa a passeggiare sulle corna? Primo, tienilo bene a mente: i preti; secondo: i politici, e tanto più dicono di essere col popolo, di volere il bene del popolo, tanto più gli calcano i piedi sulle corna; terzo: quelli come me e come te… È vero che c’è il rischio di mettere il piede in fallo e di restare infilzati, tanto per me quanto per i preti e per i politici: ma anche se mi squarcia dentro, un corno è sempre un corno; e chi lo porta in testa è un cornuto… La soddisfazione, sangue di Dio, la soddisfazione: mi va male, muoio, ma siete dei cornuti…”

È Leonardo Sciascia a offrirci lo scorcio perfetto della società attuale, attraverso la voce di uno di quei suoi personaggi che quando aprono bocca fanno impallidire tutti i filosofi à la page. E, a proposito di destino, e di consonanze: è sempre Sciascia, nel novembre del 1979, a sdegnarsi per come Freda è stato trascinato in Italia dal Costarica, dove si era rifugiato.

Il panorama culturale italiano è così ricco di corna, oggi, che il bosco della Ficuzza, a confronto, pare una radura. Ar splende nel suo altrove (ora una gattabuia, ora Nubicuculia) come un unicum, per libertà di pensiero e sincerità di azione. Cinquant’anni che pubblica libri per i non cornuti: “La soddisfazione, sangue di Dio, la soddisfazione”!…

 

11 Agosto 2017

Autore:

redazione


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