Il registro OAM
Negli ultimi mesi piattaforme come Coinbase, Crypto.com e Kraken hanno ottenuto finalmente una licenza per operare nel territorio italiano da parte dell’OAM. Questa scelta sarà in grado di ampliare la platea degli utilizzatori di criptovalute nel nostro paese?
Le piattaforme inserite nel registro OAM
L’OAM è l’organismo istituzionale che si occupa in via autonoma di stilare gli elenchi degli agenti cui è consentito operare attività finanziarie e di mediazione creditizia nel territorio italiano. Soltanto qualche settimana fa all’interno di questi elenchi sono state inserite alcune tra le più importanti piattaforme di scambio di criptovalute come Coinbase, Crypto.com e Kraken, ma anche alcuni exchange italiani come Young Platform o The Rock Trading, per un totale di ben 46 portali di scambio di valute digitali.
La notizia, tanto attesa dagli investitori dello stivale, sembrerebbe confermare il fatto che gli ambienti istituzionali italiani stanno progressivamente comprendendo il potenziale dei token digitali, accettandone l’applicazione e la diffusione. È quindi da considerare come un segnale assolutamente bullish, specialmente per gli investitori che credono nella futura adozione di massa delle criptovalute basate sulla blockchain.
Crypto e casinò online al centro dell’attenzione
La modalità di registrazione degli exchange di criptovalute al registro OAM è molto simile a quella delle piattaforme di trading e di gaming online. Infatti, per operare legalmente nel territorio italiano, i casinò online necessitano di una licenza emessa da un organo differente, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli italiana (ADM). Per sapere quali sono i portali di gaming in possesso di regolare licenza puoi consultare la selezione definitiva dei migliori casinò online.
Per quanto riguarda la procedura di iscrizione negli elenchi dell’OAM, le aziende che operano nel settore delle criptovalute devono impegnarsi a trasmettere su base trimestrale tutti i dati relativi alle operazioni poste in essere nel territorio italiano. Per ottenere tale concessione statale, invece, ogni casinò online deve dimostrare di avere una sede fiscale nel territorio europeo e versare una quota di 350.000€ allo Stato italiano. In più, è necessario che l’attività disponga di un fatturato societario di almeno 1.500€. Dopo che l’Agenzia delle dogane avrà verificato la posizione fiscale del portale e assicurato l’aderenza di esso alle norme nazionali potrà concedere la licenza per operare nel nostro territorio.
Cosa cambia per i consumatori?
Se, come abbiamo accennato in precedenza, si tratta di una notizia assolutamente positiva per coloro i quali investono in criptovalute, per quanto riguarda i consumatori la domanda potrebbe sorgere spontanea: la concessione di licenze nei confronti di exchange crypto rappresenta un balzo in avanti verso la tanto agognata “mass adoption”?
Sono tantissimi gli italiani che, aldilà dei profitti derivati dal trading, credono seriamente nell’imminente graduale abbandono del denaro tradizionale e nell’ acquisizione sempre più massiccia di valute digitali.
È evidente che con la registrazione nei registri dell’OAM le piattaforme di scambio e i wallet di criptovalute avranno maggiore possibilità di pubblicizzarsi e di allargare la platea degli utilizzatori. Questo perché esiste ancora una fetta di italiani che guarda con scetticismo al mondo crypto, ritenendo questa tipologia di piattaforme come illegali o truffaldine e, da questo punto di vista, la regolamentazione OAM potrebbe garantire a questa fascia di utenti una maggiore rassicurazione.
D’altro canto, secondo quanto riportato da recenti sondaggi e ricerche, quello italiano è il popolo che guarda alle criptovalute con maggiore ottimismo, con un 72% degli abitanti della penisola che si dice pronto ad investire immediatamente in Bitcoin, questo nonostante la recente notizia del crac di New Financial Technology, una start up veneta attiva nel mercato delle criptovalute. Difficile, comunque, dire se si tratta di un passo in avanti verso una futura adozione di massa, ma quello di cui possiamo star certi è che, a partire dai prossimi mesi, gli utenti del nostro paese in possesso di un portafoglio crypto saranno sempre di più.
Cosa aspettarci nei prossimi mesi?
Non è semplice prevedere quali potrebbero essere gli sviluppi relativi al mondo delle criptovalute, trattandosi di mercati facilmente influenzabili e caratterizzati da una peculiare instabilità. L’esposizione sempre più elevata e l’interesse costante da parte degli ambienti istituzionali, tuttavia, ci permette di confermare che gli asset digitali non sono destinati a scomparire ma che, anzi, godono di una grande fiducia e di un enorme supporto da parte delle community di tutto il mondo.
È abbastanza probabile che in Italia, prima della fine del 2022, si vedrà un grande aumento di utilizzatori di criptovalute. Bisognerà capire se i token verranno utilizzati per mere attività di speculazione finanziaria o se vi sarà un serio interesse nell’utilizzo di Bitcoin, Ethereum o Ripple in sostituzione delle valute fiat. Per il momento dobbiamo necessariamente tenere conto del fatto che l’interesse per le criptovalute è ancora vivo, sia da parte degli investitori retail che da parte di enti istituzionali e bancari, e che tale interesse non sembra per nulla destinato a sfumare nel breve periodo.