Valeva certamente la pena esserci al concerto proposto da questo giovane ragazzo – orlandino ma palermitano di adozione, musicalmente parlando – che col Jazz ha già molta dimestichezza.
Cenare, bere del buon vino, ma sopratutto ascoltare – parlando sottovoce in una sorta di brusio che diventa quasi uno strumento – dell’ottima musica, mai invadente, ma sovrana, non pervasiva ma invasiva.
L’atmosfera giusta per imparare ad amare il Jazz.
E così è stato, perché la proposta musicale offerta da “Pascuzzo”in questa serata, ieri, domenica appena passata, è stata notevole per imparare ad amare il Jazz!
Le espressioni, gli scambi, gli assoli, sono stati tutti catturati, percepiti, “compresi” dai presenti che non lesinando gli applausi pezzo dopo pezzo hanno decretato anche sotto questo profilo il successo del concerto
Il programma musicale, colonna sonora della serata, è stato vario, mai ripetitivo passando, senza mai sfociare nel pur bello ma scontato repertorio dei classici, a pezzi per tanti inediti.
Quindi Jazz classico anche reinterpretato che scivolava nello swing, tanta fusion, non contaninato dallo scat. Questo è stato il ritmo caldo e avvolgente della serata.
Sul palco, gli strumenti protagonisti veniva mossi e suonati da giovani talentuosi.
Il sax tenore era usato e modulato da un incredibile Luca Agnello diventandone il caldo registro espressivo sopra tutti, cullando le divagazioni, quando duettava, degli altri, intervallandosi splendidamente anche con le variazioni armoniche che, al piano elettrico – ma ogni tanto con incursioni su quello tradizionale posizionato alle sue spalle – si concedeva Ciccio Leo un nuovo talento del mondo del Jazz palermitano.
Ma non si può non citare chi magistralmente aveva fra le mani uno di quelli strumenti che spesso passa in secondo piano, o che viene visto dal pubblico come uno strumento accompagnatore, ma che in realtà ha un ruolo fondamentale e che può cambiare le sorti di un concerto Dario Grizzaffi al contrabbasso e per concludere, difficilmente da dimenticare il più “esperto” della band Giampaolo Terranova – un Maestro – che ha dettato e firmato con i piatti, il charleston e i tamburi della batteria l’energia della serata.