Sarebbe interessante proiettarsi nel tempo, verso i mesi futuri, per vedere quanto i commercianti che si sono opposti all’isola pedonale, abbiano tratto vantaggio “economico” dalla scelta più eclatante che il Consiglio Comunale potesse fare contro l’Amministrazione Comunale, con gravi incidenze sulla vivibilità cittadina e la salute dei messinesi. Così, ridurre ad un fazzoletto il cuore della città da sottrarre al caos delle auto è diventato l’obiettivo attraverso il quale colpire Renato Accorinti e la sua Amministrazione.
“Irresponsabili” verrebbe da dire, sommariamente, a quei sedici consiglieri che hanno approvato l’emendamento al P.U.T. – Piano Urbano del Traffico – di Nicola Cucinotta (PD) che prevede il drastico restringimento dell’isola pedonale “Cairoli”, limitandola alla sola piazza, con riapertura al traffico delle parallele e dei primi tratti delle perpendicolari al Viale S. Martino.
Ma parlare di “irresponsabilità” sarebbe anche improprio, visto che si tratta di rappresentanti eletti dai cittadini che rispondono, piuttosto, a logiche partitiche e di potere ben precise, e laddove queste provocano affanni a causa della forzata flessione del potentato politico in evidente difficoltà, cercano di prepararsi il terreno facendo presa su questa o quella questione – tipo accaparrarsi i consensi di alcune categorie di commercianti – purché si vada contro le scelte dell’Amministrazione, al di là di ciò che certe decisioni possono comportare nei confronti dell’intera città. “Noi abbiamo quaranta consiglieri, non quattro” ha detto Renato Accorinti al suo insediamento, “aprendo” la propria Amministrazione a tutti i rappresentanti dei cittadini. Teoria che, evidentemente – qualora necessitasse di conferme che la confutassero – è definitivamente naufragata, come quel sogno di “città condivisa” che da questo momento non esiste più.
Non a caso, questa sorta di “big bang” amministrativo, che dovrebbe aver evidenziato, una volta per tutte, le insidie che si annidano in Consiglio, è maturato nella fase topica della battaglia anti-Tir, portata avanti dal Sindaco in prima persona, quotidianamente, sul Cavalcavia che collega la zona falcata alla città.
Il nuovo “salotto” cittadino, simbolo della Messina che guarda al futuro con la speranza di allinearsi alle “civili” e vivibili città del resto del mondo è quindi crollato sotto i colpi di una squadra di consiglieri comunali appartenenti a vari gruppi e partiti, così suddivisi per numero e sigle: 4 Democratici Riformisti; 3 Partito Democratico; 3 Forza Italia; e rispettivamente uno a testa tra Progressisti Democratici; Felice per Messina; Megafono; Siamo Messina; Gruppo Misto. Tra gli altri quindici presenti, 9 hanno votato contro l’ emendamento, mentre i restanti 6 si sono astenuti. Evidentemente, si è trattato di un’azione mirata, trasversale, contro l’Amministrazione, costruita nel tempo, sin dal 15 Gennaio, data storica di chiusura al traffico del centro cittadino.
Nella genesi dell’isola “Cairoli”, il classico “buon giorno” si era visto già dal mattino, ovvero da quella scandalosa seduta del Consiglio Comunale “aperta” del 19 Febbraio, nel corso della quale erano piovuti anche insulti nei confronti del Sindaco, da parte di alcuni commercianti contrari all’isola e di qualche consigliere comunale. Dopodiché, la strumentalizzazione “politica” sulla questione aveva raggiunto l’apice nel corso della serrata, dalla discutibile riuscita, dei commercianti interessati all’isola, alla presenza di un gruppo di consiglieri comunali, compresi coloro che hanno votato per la modifica dell’area, fatta eccezione per la presidente Barrile, che si è astenuta.
L’indomani, ed eravamo al 15 Marzo, era stata la IV Circoscrizione, in conferenza stampa, a difendere a spada tratta l’isola, smentendo dati e teorie dei commercianti che la avversavano. La Municipalità guidata da Francesco Palano Quero, antesignana e promotrice della prima ora dell’isola pedonale, attraverso due delibere votate all’unanimità, aveva avanzato anche proposte ufficiali di miglioramento dell’arredo e della viabilità nel centro città, che pian piano stavano prendendo corpo.
Ma tutti questi buoni auspici, in Consiglio Comunale, si sono dissolti beffardamente nel nulla, perché a ciò equivale un’isola così drasticamente ridimensionata, specialmente nei confronti di via Dei Mille, da tempo, ormai, rilassante e vivibile “centro commerciale”, ben organizzato e fruito da commercianti e cittadini nonché storica sede di “Millevetrine” e di tante recenti iniziative, tra cui quelle culturali ad opera dell’associazione “Antonello da Messina”.
A questo punto sarà proprio Francesco Palano Quero, esponente PD, renziano della prima ora, ad essere chiamato a confrontarsi duramente con i suoi colleghi di partito all’interno della sua area politica su certe scelte e visioni della città che lo vedono in posizione diametralmente opposta alla loro.
Ma se dalla sera stessa dello scorso 29 Luglio in città si è riaperta la polemica sull’isola, tra coloro che la difendono, dimostrandone l’utilità e chi, invece, al posto della tranquillità preferisce il caos, a vantaggio di pochissimi, troppo poco si sta parlando degli ultimi dati pubblicati lo scorso anno sulla rivista Lancet Onchology, che, rapportati alle condizioni di Messina, dovrebbero far seriamente riflettere.
La ricerca, condotta su 17 paesi europei tra cui l’Italia, conferma il nesso di causalità tra concentrazioni di polveri sottili pm 10 e pm 2.5 e tumori polmonari. Lo studio afferma che ogni incremento di 10 microngrammi/ M3 di PM10 nell’ aria aumenta il rischio di cancro al polmone del 22%, arrivando al 51% per l’adenocarcinoma polmonare. Notare bene: la ricerca è stata condotta su soggetti non fumatori.
Rapportando lo studio alla città, occorre sapere che ogni incremento di traffico urbano di 4.000 veicoli determina un aumento del rischio. A Messina già transitano quotidianamente oltre 5.500 veicoli: rieccoci, dunque, tra le altre cose, al “castigo” dei Tir, da integrare nell’ordinario traffico urbano. Ne consegue che gran parte della popolazione risulta essere a rischio, per cui è necessario ed indifferibile che le misure per limitare il traffico dentro la città siano quanto più severe e rigide. In virtù di ciò, i cittadini, tramite l’installazione di centraline, da parte dell’ARPA, devono essere messi a conoscenza del rischio cui vanno incontro, al fine di poter tutelare la propria salute.
Altro, dunque, che isola pedonale “ristretta” con vie del centro ridate in pasto alle auto.
Piuttosto a Messina le isole vanno incrementate ed il traffico deve essere drasticamente ridimensionato, nell’interesse della salute pubblica.
E sul destino dell’isola di piazza Cairoli, la cui deliberazione del Consiglio deve essere ancora resa esecutiva, adesso sono i cittadini che ritornano in piazza: una manifestazione spontanea, avente come slogan “Sì Isola! Riprendiamocela!”, proposta su Facebook, solo nel corso delle prime otto ore ha prodotto l’adesione di ben 1.600 persone. Roba da non crederci, considerato che da qui a Sabato il numero è destinato sensibilmente a salire.
Lungo il perimetro dell’isola sarà realizzata un’imponente catena umana, segno che quei consiglieri comunali, che con il loro voto hanno restituito alle auto e al disordine le strade del centro cittadino, non possono ostacolare il nuovo corso della storia di Messina.
Corrado Speziale