MESSINA – E’ il giorno del Pride: “Uguaglianza e rispetto per tutti”
Attualita, Fotonotizie, In evidenza, News

MESSINA – E’ il giorno del Pride: “Uguaglianza e rispetto per tutti”

– di Corrado Speziale –

I partecipanti al primo Pride dello Stretto si raduneranno a piazza Antonello alle 16,30, con partenza della parata alle 17,30. Il corteo percorrerà corso Cavour, via T. Cannizzaro, via Garibaldi, e si concluderà in piazza Unione Europea. Prevista una presenza oscillante tra 2.500 e 3000 persone provenienti da tutta la Sicilia e da Puglia, Campania e Calabria. I colori arcobaleno, simbolo della manifestazione, saranno rappresentati, tra l’altro, da una bandiera lunga 16 metri. Ieri l’evento è stato presentato in conferenza stampa dal comitato organizzativo. Sarà un pomeriggio di festa, ma anche di lotta, per il riconoscimento di tutti i diritti civili, a partire da quelli della comunità LGBT+. Il presidente regionale Arcigay, Rosario Duca: “Sarà un Pride intersezionale che abbraccia l’istanza per i diritti di tutti e tutte. Non dobbiamo dimostrare niente di più oltre l’essere noi stessi, rimarcando la nostra voglia di vita e di libertà”. Su ipotesi e pregiudizi: “Il Pride scandaloso? Se rivendicare diritti è uno scandalo, allora avranno lo scandalo… I diritti, se non sono di tutti, sono privilegi”. Tra gli storici attivisti nazionali in difesa dei diritti LGBT+, ha annunciato la sua presenza Sergio Lo Giudice, messinese che vive a Bologna, già presidente nazionale Arcigay e senatore Pd. Madrina dell’evento sarà Ottavia Voza, membro della segreteria nazionale Arcigay con delega ai diritti delle persone trans.

 

“Quest’occasione storica per la città rappresenta un momento di arricchimento e accrescimento, poiché rivendicare l’orgoglio del proprio orientamento e identità sessuale contro ogni discriminazione e alienazione dei diritti si trasforma in opportunità per accendere un faro su tutti i diritti negati e che interessano ogni persona trasversalmente, indipendentemente dal genere, colore, etnia, status sociale, culturale ed economico”. Tanto ha fatto presente, tra l’altro, il comitato organizzatore, alla fine della conferenza stampa tenutasi ieri mattina al Salotto Fellini di piazza Duomo. Dunque, sarà un Pride che al di là delle apparenze si lascia alle spalle l’appellativo “gay”, vestendosi dei colori arcobaleno, e dando il ruolo di apripista all’istanza LGBT+ seguita da tutte le altre condizioni di vita che ancora oggi attendono diritti e rispetto.

Si manifesta a Messina, ma i ricordi simbolicamente viaggiano lontano, oltreoceano: l’occasione è il cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall del 1969. Un abbraccio planetario ai gay d’America, da parte dell’Onda Pride che sta attraversando l’Italia.

Oggi pomeriggio, circa 2500 – 3000 persone, senza distinzione alcuna, unite da un comune senso e desiderio di libertà, attraverseranno le vie di Messina per il primo Pride dello Stretto. Le previsioni potevano andare molto oltre, ma la coincidenza con altre manifestazioni dell’“Onda” in tutta Italia, tra cui quella, partecipatissima, di Roma, inciderà quantitativamente sulla manifestazione. Sono comunque previste presenze da tutta la Sicilia e da Puglia, Campania e Calabria. “Non ho mai fatto una questione numerica. Quando si lotta per i diritti anche la presenza di una sola persona è valida”, ha tenuto a precisare in conferenza stampa Rosario Duca, presidente regionale Arcigay e grande “anima” dell’organizzazione dell’evento.

Ci saranno, come consuetudine in queste parate, alcuni carri festosi che ospiteranno performance di drag queen e tanto altro. Uno di questi, organizzato e curato da Cambiamo Messina dal Basso, rappresenterà un’installazione che richiama il tema dell’amore, senza distinzione di sesso e di genere. Una bandiera con i colori dell’arcobaleno, allestita da Arcigay, farà bella mostra di sé in considerazione dei suoi 16 metri di lunghezza. Ma non saranno i numeri, né i colori, né le performance a caratterizzare il primo Pride messinese, bensì l’incredibile adesione, oltre ogni attesa, di tipo trasversale, raccolta dagli organizzatori, sia in termini di partecipazione sociale che di sponsor. “La città ha risposto in maniera egregia”, ha detto Rosario Duca. “Comunque sia – ha proseguito – sarà un Pride di libertà. Alla libertà individuale nessuno può mettere un freno. Saremo rispettosi delle regole, ma non ci faremo frenare da chi vorrebbe che non si facciano certe cose…“ E qui, il presidente, fa un esplicito riferimento a chi in questi mesi non ha preso di buon occhio la manifestazione, considerando che il patrocinio del Comune è arrivato giusto qualche giorno fa. Ma da tempo c’era l’adesione del Consiglio comunale, sulla quale Duca ha ringraziato Alessandro Russo, in quanto primo firmatario della proposta di delibera, poi votata in aula. Un ringraziamento, Duca l’ha rivolto anche all’assessore Carlotta Previti per la disponibilità dimostrata.

“Sarà un Pride intersezionale che abbraccia l’istanza per i diritti di tutti e tutte. Non dobbiamo dimostrare niente di più oltre l’essere noi stessi, rimarcando la nostra voglia di vita e di libertà”, ha sottolineato Duca. E ancora su ipotesi e pregiudizi: “Il Pride scandaloso? Se rivendicare diritti è uno scandalo, allora avranno lo scandalo… I diritti, se non sono di tutti, sono privilegi”. I motivi politici della manifestazione: “Stiamo vivendo un momento di deriva democratica alla quale noi risponderemo con la gioia, con la libertà, con la voglia di vivere. Facendolo insieme agli altri, possiamo andare avanti e vincere”.

A temi cosiddetti “caldi”, coincideranno precise istanze: “La nostra battaglia ammiraglia è sempre il matrimonio egualitario. Abbiamo ottenuto le unioni civili, ma non sono la stessa cosa. Il tempo di dividere diritti civili da diritti sociali è finito. Finché si andrà in piazza per rivendicare diritti, non la potremo definire festa. Sarà festa quando avremo ottenuto tutto. E questo ancora come comunità LGBT non è avvenuto. Sarà un Pride gioioso e allegro ma il messaggio univoco è che noi siamo qui perché vogliamo conquistare la festa di tutti”. Oltre all’ottenimento dei matrimoni egualitari, si potrà gioire: “Quando avremo ottenuto la fine del bullismo nelle scuole, della violenza sulle donne; quando non si farà più differenza per il colore della pelle; quando nessuno vorrà chiudere più la bocca alla stampa”. Un termine che racchiude tanti significati: “Quando avremo ottenuto rispetto, e questa parola avrà avuto piena titolarità nella vita di ogni cittadina e cittadino italiano. Allora, piena uguaglianza e rispetto per tutti”.

Tra gli storici attivisti nazionali in difesa dei diritti LGBT+, ha annunciato la sua presenza al Pride Sergio Lo Giudice, messinese che vive a Bologna, per nove anni, dal 1998 al 2007, presidente nazionale Arcigay e già senatore Pd, partito nel quale ha ricoperto la carica di responsabile del dipartimento dei Diritti civili. La sua testimonianza su Facebook: “Sono partito da Messina 35 anni fa, e allora l’aria per gay e lesbiche non era proprio friendly. Poi ho avuto il piacere di tornarci, fra l’altro, per un convegno all’Università sui diritti LGBT, per la concessione ad Arcigay di due spazi confiscati alla mafia da parte del Comune guidato da Renato Accorinti e, più di recente, per celebrare due emozionanti unioni civili. L’impressione era sempre quella di una realtà che si va trasformando, grazie all’azione di tante donne e tanti uomini che gettano semi, coltivano con fatica e poi raccolgono con gioia. Adesso, dopo quelli di Catania e Palermo a cui ho partecipato negli anni scorsi, per la prima volta arriva il Pride in città. Come facevo a perdermelo?”

Madrina dell’evento sarà Ottavia Voza, architetto e professoressa dell’Università di Salerno, da anni in prima linea contro le discriminazioni nei confronti della comunità LGBT+ e membro della segreteria nazionale Arcigay con delega ai diritti delle persone trans.

8 Giugno 2019

Autore:

redazione


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist