MESSINA – Raffaele Verso: “l’esportazione di manodopera vede la nostra città ai primi posti di una triste classifica”
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MESSINA – Raffaele Verso: “l’esportazione di manodopera vede la nostra città ai primi posti di una triste classifica”

Riceviamo e pubblichiamo l’amara disamina di Raffaele Verso, Consigliere Vª Circoscrizione, che tratteggia con severa  lucidità,  la situazione socio-economica di un territorio ricco di bellezza naturali, ma povero in quanto a strategie di sviluppo, come Messina. Di seguito il documento.
stretto_di_messinaLa disastrosa situazione nella quale versa Messina è sotto gli occhi di tutti, non c’è indicatore che non segni un saldo negativo, tranne uno: l’esportazione di manodopera che vede la nostra città ai primi posti di una triste classifica che indica, tra le altre cose, un irreversibile, costante e, Dio non voglia, mortale impoverimento del territorio. La città è stanca, sfiduciata e scoraggiata da anni di asfissiante immobilismo, dove chi doveva non ha saputo e forse non ha voluto dare risposte concrete ai molti problemi che l’assillano. Così si è finito per trasformare uno dei posti più belli al mondo, e con tante potenzialità di sviluppo, in una sorta di riserva indiana dalla quale, bene che vada, si tende a scappa re il più lontano possibile. Individuare con certezza i colpevoli di tale disastro però è davvero difficile e credo che nessuno, a ragione, può ritenersi esente da colpe, piccole o grandi che siano. Siamo tutti responsabili di un simile scempio e prima che sia troppo tardi, prima cioè che la speranza di costruire un luogo migliore venga definitivamente schiacciata da un cinico “si salvi chi può”, sarebbe opportuno prendere consapevolezza di un fatto: se vogliamo risalire la china è necessario uno sforzo comunitario. Non è più possibile pensare di risolvere tutto delegando alla sola politica ogni istanza di rinascita. Non è più tempo di lamentele o di recriminazioni, c’è bisogno di un grande progetto per Messina, un progetto pensato ed elaborato da tutte quelle forze vive che non intendono rassegnarsi a un definitivo declino. E&rs quo; necessario che tutti – politica, sindacati, associazioni d i categoria, volontariato, chiesa, impresa – ci si sieda attorno a un tavolo e si cominci a discutere della città, delle sue peculiarità e caratteristiche e a partire da queste individuare le linee guida sulle quali lavorare per dare una svolta definitiva a una situazione che non può durare ancora a lungo. L’affaccio sul mare di Messina è totale, eppure non si riesce a sfruttarlo in modo proficuo. Ogni volta che si discute di turismo, water front, recupero delle aree artistiche abbandonate all’incuria e all’oblio, non si può non notare come a prevalere siano i piccoli interessi privati a scapito di quelli generali. L’attuale condizione di profonda crisi, pur rappresentando un’occasione unica per rinnovare la città, si sta trasformando nell’ennesima opportunità persa. Dal 2003 al 2006, tanto per fare un esempio, a Messina – stando alle cifre elaborate dall’autorità portuale – sono sbarcati ogni anno circa 200.000 croceristi e dalla risposta che siamo riusciti a dare a questa novità si capisce come una politica incisiva sul fronte del turismo non si costruisce a chiacchiere. La nostra incapacità a gestire un simile flusso di turisti è oramai evidente e la tendenza a delocalizzare la promozione è quanto di più sbagliato si possa fare. Dobbiamo commercializzare e promuovere il turismo convincendo gli altri a venire nella nostra città, e per farlo, la prime cose di cui c’è bisogno sono maggiore sicurezza e nuove infrastrutture. Su quest’ultimo fronte il ritardo accumulato dalla nostra città è un vero e proprio freno a mano tirato che blocca ogni tipo di sviluppo. Se a questo aggiungiamo che Messina fa parte di quel Mezzogiorno dove le infrastrutture presenti sono davvero il minimo indispensabile si capisce perché fino a quando non cominceremo a ragionare in modo nuovo nulla potrà cambiare. Basti pensare che dei 450 chilome tri di cui si compone la Salerno – Reggio Calabria, 70 sono ancora da terminare, 190 sono in funzione e 180 saranno ultimati terminati entro il 2012-2013. Ora la domandina: ma come mai una strada che venne progettata negli Anni ’60 ha ancora 70 km “in progettazione”? (Chi è interessato ad avere una risposta può andare a leggersi il libro di Leandra D’Antone intitolato Senza pedaggio).  Per non parlare poi del Ponte sullo Stretto di Messina il cui primo annuncio della rapida costruzione risale a Mussolini e da allora, di esso, si sono occupati direttamente o indirettamente, 234 ministri della Repubblica e ci è costato qualcosa come 150 milioni di euro e, dopo tutto questo, c’è addirittura chi vorrebbe che nemmeno si costruisse. La storia della Salerno – Reggio Calabria e del Ponte sullo Stretto offrono un angolo di visuale privilegiato dal quale è possibile trarre tanti insegnamenti circa la storia del Mezzogiorno dal boom economico ai giorni nostri e anche per la nostra città. Il cambiamento dobbiamo esigerlo e costruircelo da noi stessi, senza aspettare la manna dal cielo. Io nel piccolo di un consiglio di circoscrizione un tale cambiamento sono disposto a farlo e gli altri?

Raffaele Verso
Consigliere Vª Circoscrizione

Foto da www.antosimo.com/Messina_file/image002.jpg

13 Luglio 2009

Autore:

admin


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