Messina – “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!”
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Messina – “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!”

Sit-in in piazza. Il sindaco riceve una delegazione.

Un mese fa, la lettera – petizione indirizzata al sindaco senza alcuna risposta. Ma raccolte e consegnate le prime mille firme, il sindaco Basile ha ricevuto a Palazzo Zanca una delegazione del comitato. “Obiettivo è ridurre del 15 per cento la perdita d’acqua dalle condotte”. Insoddisfatti gli attivisti: “È solo il primo passo della protesta. Staremo col fiato sul collo”. Intanto Claudio Risitano lancia una protesta ad effetto: “Andare con i bidoni vuoti ad accogliere i turisti allo sbarco delle navi da crociera…” 

Un mese senza alcuna risposta, ma la raccolta di mille firme in questo arco di tempo, attraverso una petizione on line e soprattutto in forma tradizionale, con carta e penna, faccia a faccia con tanti cittadini attraverso i banchetti organizzati nei mercati rionali, hanno acceso i riflettori della stampa e invogliato il sindaco e l’Amministrazione comunale all’ascolto. Dunque, pur sempre senza una risposta scritta, il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!”, nato in città lo scorso ottobre da una serie di assemblee auto-organizzate in piazza sulla questione dell’emergenza idrica, ha ottenuto un primo incontro con il sindaco, Federico Basile. Un’azione sufficiente a soddisfare le istanze dei cittadini? Niente affatto. È solo un passo, il primo di tanti altri che si preannunciano sicuramente più impegnati e “caldi”, sul fronte della contrapposizione discendente dallo slogan “Vogliamo l’acqua dal rubinetto. No al ponte sullo Stretto”.

Per questo, il sit-in organizzato in piazza Unione Europea per incontrare la stampa e sensibilizzare e informare sull’argomento, incrementando le adesioni alla petizione popolare, ha offerto due volti: una prima parte con interventi esplicativi della protesta, ed una seconda su una sorta di rendicontazione su quanto riferito dal sindaco ai tre rappresentanti del comitato ricevuti a Palazzo Zanca.

“Un migliaio di firme in pochi giorni. È vergognoso questo stillicidio quotidiano tra guasti e disservizi, con i contatti preposti che non rispondono ai cittadini. Ci sono famiglie con la vita sconvolta e tanti anziani in difficoltà. Nel 2024 tutto questo è inaccettabile”. Parole di Francesco Mucciardi, tra i primi promotori del comitato. “Rispetto ad altre province l’acqua a Messina ci sarebbe, ma si perde a causa delle condotte guaste. Che l’acqua non si utilizzi è un fatto molto grave”, ha proseguito Mucciardi. “Necessita che il Comune trovi altri pozzi e utilizzi le sorgenti. Questa vergognosa emergenza idrica deve cessare. Ci sono interi quartieri senza acqua, con poca erogazione giornaliera o con acqua sporca e inquinata. Chiediamo che sia una priorità per l’Amministrazione e per i governi. Piuttosto di investire per il ponte sullo Stretto, investano sull’acquedotto. Oggi è il primo passo. Continueremo la nostra lotta. Non ci fermeremo finché questa problematica non verrà risolta”.

Intanto è stata fissata la prossima assemblea: giovedì 21 novembre alle ore 19,30 nello spazio antistante la Casa del Popolo, in Via degli Amici n. 21.

Massimo Camarata: “Si tratta di un’emergenza che coinvolge la nostra città e tutte le province della Sicilia, con perdite della distribuzione che a Siracusa raggiungono il 61 per cento. La maggior parte dell’acqua anziché arrivare nelle nostre case si perde. Grazie al via libera dal punto di vista ambientale (recente parere della commissione Via-Vas con 60 prescrizioni, ndr)  per la costruzione del ponte sullo Stretto, lo scippo già previsto è diventato ancora più forte. Assistiamo all’ipotesi di drenare un miliardo e settecento milioni dal fondo di coesione da risorse destinate alla Sicilia e alla Calabria per portarle su questo progetto di scempio e devastazione del territorio. Siamo di fronte a una provocazione che non ha precedenti”. Sì acqua, no ponte: “Non sostenere questa priorità è farsi del male. L’acqua è e deve essere di tutti e tutte. Siamo poco più che una colonia. Chi ci governa a tutti i livelli non è interessato al disagio che vive un territorio. Pensa ad estrarre profitto in qualunque forma possibile, nel nostro caso il ponte, senza preoccuparsi di un bene primario come l’acqua. Così si toglie a un territorio la possibilità minima di sopravvivenza e di sussistenza. Ci sono temi che si intrecciano. Non si può essere allo stesso tempo per l’acqua e a favore di un progetto che devasterebbe il territorio”. Il mezzo da utilizzare: “La partecipazione è l’unica arma che abbiamo lealmente per provare a invertire questo corso che sta passando sulla nostra testa e che incide in maniera diretta sulla nostra possibilità di vivere in un territorio”.

Angela Cacciola faceva parte della delegazione ricevuta in Municipio. “Il sindaco ci ha dato alcune spiegazioni. È una reta idrica vecchissima, ci sono perdite infinite. Si stanno realizzando lavori di sostituzione tubi. Poi ci ha detto che questo progetto è con i fondi del PNRR e scadrà a marzo 2026. Le linee di approvvigionamento non sono tra di loro intercambiabili, questo è un problema. In tal senso prevedono di fare un progetto apposito. L’obiettivo che hanno è ridurre del 15 per cento le perdite di acqua nella rete idrica. Un altro problema reale riguarda l’acquedotto Fiumefreddo. Ha tubature vecchie soggette a rottura in caso di frane. A tal proposito hanno fatto dei lavori di sostituzione della condotta con dei tubi flessibili”. L’istanza più rilevante politicamente nella lettera-petizione riguarda i soldi del ponte, affinché vadano per la sistemazione della rete idrica. “Ha detto che questa cosa l’ha sostenuta. Ha chiesto che la Regione destinasse alla rete idrica parte di quei fondi per il ponte. Ha riferito che 30 milioni verranno destinati a tale scopo (in precedenza si era parlato di quasi 20 milioni per la rete idrica dei villaggi, ndr). Cosa volete che siano rispetto ad un miliardo e trecento milioni?” Il rapporto con la popolazione: “Il cda dell’Amam si riunirà settimanalmente e contestualmente incontrerà i cittadini. Vediamo come andranno queste promesse…” ha commentato sempre Angela Cacciola.

Con lei, nella delegazione ricevuta dal sindaco c’erano Nicola Arena e Giovanni Tomasello. I tre hanno toccato temi anche riguardo alla comunicazione ai cittadini, con la proposta di informare sul disservizio attraverso un sistema simile all’allerta meteo, attraverso data base già in possesso del Comune e/o dalla gestione dei contatori. Una conclusione per nulla confortevole riguarda la fine di questi lavori: “Sottraendo il 15 per cento al 53 di perdite attuali resta comunque una preoccupante carenza del 38 per cento, senza dare scadenze sicure e garanzie”, ha detto Nicola Arena. Mentre Giovanni Tomasello ha commentato l’intervento in atto con il PNRR: “Non serve a far arrivare più acqua, ma a darle maggiore pressione. Nel momento in cui i lavori si concluderanno non si arriverà all’erogazione h 24, situazione possibile solo attraverso altri interventi di collegamento dei principali acquedotti con nuovi pozzi”.

 

Tali elementi lasciano insoddisfatti gli attivisti. Lo scetticismo di Claudio Risitano ha preso spazio al microfono: “Una motivazione tecnica si trova sempre. È stata chiesta una piccola elemosina di tutti i soldi del ponte per ripristinare la rete idrica. Se ne ripristinassero il 15 per cento dovremmo dire grazie? Non si capisce perché non puntare al ripristino del cento per cento della rete, investendo tutti i soldi necessari per realizzarla. Così ci auto-imprigioniamo e accettiamo il loro percorso”. La stoccata sui silenzi per l’arsenico trovato a Nizza a seguito dei lavori del raddoppio ferroviario: “Basile è il sindaco della città metropolitana e su questo deve essere incalzato”. E sulla crisi idrica induce ad innalzare il livello della protesta: “Andare con i bidoni vuoti ad accogliere i turisti allo sbarco delle navi da crociera, spiegando loro in che condizioni versa questa città”.

Il senso è chiaro: “Abbattere la pubblicità di un mondo che non c’è”.

 

Corrado Speziale

       

17 Novembre 2024

Autore:

redazione


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