Nella prima udienza del procedimento insieme all’associazione Pio La Torre si vanno ad aggiungere alle altre 10 parti civili già ammesse il Comune di Tortorici, l’Agea e Libera. Legambiente, che non è stata ammessa.
In 97 alla sbarra
Gli enti locali, le istituzioni, l’associazionismo legalista e la società civile ci sono e faranno la loro parte, al processo Nebrodi contro la mafia dei pascoli a Messina. Un segnale che è giunto è forte e chiaro ieri dall’aula bunker di Gazzi dove si è svolta la prima udienza del processo che vede alla sbarra poco meno di cento imputati (in partenza erano 111 – ora 97 – ma il gruppo si è assottigliato tra patteggiamenti, riti abbreviati e stralci) accusati a vario titolo di far parte e dirigere i clan di Tortorici e fiancheggiare boss e gregari nelle truffe per accaparrarsi i fondi europei destinati all’agricoltura, attraverso le pratiche agricole. Di fatto l’applicazione del “protocollo Antoci”.
eri la prima udienza, avviatasi alle dieci del mattino tra controlli di sicurezza e anticovid, è andata avanti fino a sera per aggiornarsi a prossimo 23 marzo.
Grande attenzione dei media su questa presenza. Presenti moltissime testate e le telecamere delle reti principali nazionali.
C’erano anche il presidente della Fondazione Caponnetto ed ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e gli esponenti delle commissioni antimafia nazionali e regionali. Tra questi Piera Aiello e Maria Michele Giarrusso.
L’udienza è entrata nel vivo con le costituzioni di parti civili che mirano al risarcimento perché danneggiate anche nell’immagine.

Entrano a far parte di questo drappello di istituzioni civili il Comune di Tortorici, l’Agea, Libera, l’Associazione Pio La Torre. I giudici hanno invece rigettato la richiesta di costituzione di Legambiente.
Gli avvocati della difesa hanno proposto alcune eccezioni preliminari, alcune, da subito, rigettate dai giudici, altre lasciate al giudizio per la prossima udienza. Soltanto una relativa ad un difetto di notifica su avviso conclusione indagini ed atti successivi, è stata accolta.

Per l’accusa, in aula, il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i pm Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonio Cerchietti e poi il collegio giudicante, Presidente Ugo Scavuzzo, a latere Andrea La Spada ed Eleonora Bona.
Sulla costituzione di parte civile da dire che il Comune di Tortorici, voluta dalla commissione straordinaria, è stato rappresentato dall’avvocato prof. Corrado Rizzo e tra gli imputati c’è anche il sindaco del paese in carica all’epoca dei fatti e l’associazione “Pio La Torre” che è rappresentata dall’avvocato Paolo Starvaggi.
Le altre parti costituite parti civili l’assessorato regionale territorio e ambiente, il Parco dei Nebrodi, l’Associazione Acis di S. Agata Militello, la Fai Antiracket, AddioPizzo di Messina, Aciap di Patti, S.o.s. impresa, A.O.C.M., Solidaria e Rete per la legalità di Barcellona PG e Libera.
A margine del processo, Giuseppe Antoci, ha detto: “Oggi è stata una giornata importante e di solito le giornate importanti si dedicano a qualcuno. Io voglio dedicarla ad alcune persone che se la sono goduta dal Cielo. Ma proprio goduta… A Rino Todaro e Tiziano Granata, Poliziotti di grande valore, scomparsi tre anni fa proprio in questi giorni e a Gabriele Miní fine giovane Giurista con il sogno di fare il Magistrato. I suoi sogni, purtroppo, sono stati stroncati da una grave malattia. Gabriele si era occupato nella sua tesi per il dottorato proprio delle agromafie e lo sentivo vicino e coinvolto. Mi era molto legato. Oggi Gabriele avrebbe compiuto 30 anni e penso che l’inizio del Maxiprocesso Nebrodi sia per lui proprio un bel regalo. Avanti…”
Il video del TG2
https://www.facebook.com/antocipeppe/videos/172521531148688