La piazza boccia divisioni e prime donne e chiede a gran voce due sole liste ma oggi sembrano essere di più glòli aspiranti sindaci. Il punto di Enzo Caputo.
Il paese è piccolo, la crisi stringe, i giovani sono senza lavoro, l’economia è al palo e la gente mormora.
L’esperienza dei quattro candidati delle scorse amministrative ha permesso, che una lista, con meno del 30%, lo dicono le urne, (nell’ovvio rispetto delle regole) abbia governato il paese.
Unità per il paese. Questa in sintesi è la richiesta di “radio fante” anche se, per capirlo non è necessario essere dei fini osservatori politici.
Si fanno i nomi di tre possibili candidati, un ex sindaco, Enzo Ioppolo, il sindaco uscente Vincenza Maccora e l’ingegnere Antonino Musca, nuovo alla politica.
Qualcuno sussurra anche altri nomi, si va su meriti, su qualifiche, su capacità, ma la politica, spesso, in tal senso, sembra sorda.
Sembrano acquietarsi i rumors sull’imprenditore Enzo Franchina e sul capo dell’ opposizione consiliare Emanuele Giglia.
Un bel bailamme che non è certo visto bene da quanti vogliono un cambiamento ma che fa gongolare chi punta proprio sulle divisioni.
Con le elezioni alle porte, si reclamano certezze e punti di riferimento e soprattutto che non si spacchi il paese con tre o più liste.
La frammentazione a tutti potrebbe giovare tranne che ai cittadini che di strategie, inciuci, cambi di casacca e vezzi politici non sanno proprio che farsene.
Vediamo in modo, ovviamente molto semplificato e senza avere pretese esaustive, i possibili papabili.
Di Ioppolo ha amministrato per due legislature, la prima sull’onda lunga del consenso popolare che, allora esigeva fermezza, entusiasmo e cambiamento, la seconda caratterizzata dal fiato corto dello sbarramento dei due mandati, sacrosanto per porre fine alla lunga sequenza dei “sindaci inossidabili” che hanno “bloccato” fino all’avvento della legge 7- la crescita di nuove leve della politica.
Impedito dal “vietato” terzo mandato ha sponsorizzato la candidatura del cognato Gaetano Scarso che, seppure sia stato un medico prestato alla politica, ha saputo amministrare oltre le beghe elettoralistiche raccogliendo molti consensi che però non ha voluto mettere a frutto rinunciando a ricandidarsi nel 2012 e favorendo così la “fioritura”, se così si può chiamare, di ben tre candidati.
Ioppolo oggi, osserva, si confronta ma non molla.
Il sindaco uscente, in passato presidente del Consiglio, si colloca in area PD e nel 2007 era stato battuto da Gaetano Scarso al termine di un’accesa campagna elettorale. In carica dal 2012 si era presentata, con la lista “Ricostruiamo Sinagra”, come aveva specificato in un comunicato del tempo.“ forte di un percorso che l’ha vista sempre coerente ad un progetto di rinnovamento.”
Sotto la sua amministrazione è stata accelerata la vendita dei beni dell’Ente, sono stati ristrutturati alcuni edifici ; dal palazzo comunale, all’asilo nido, per citare alcuni esempi e si è dato corso ad una serie di finanziamenti e progetti, alcuni dei quali presentati dalla passata amministrazione; è stata rivista la macchina comunale con la scomparsa dell’Area Cultura, sport e turismo del Comune per la quale è tutt’ora in corso un contenzioso.
Il tutto caratterizzato da serrate battaglie in consiglio comunale con le opposizioni, anche scissioniste in seno alla sua stessa maggioranza, che hanno attaccato su quasi tutta la linea: dalla vendita degli immobili ai numerosi incarichi legali, alla presenza tra gli “esperti ” di un suo zio, solo per fare alcuni esempi.
Durante il suo mandato si sono concluse le procedure concorsuali per stabilizzare i precari, procedure avviate dal sindaco Scarso e rimaste ferme per un bel pò.
Il terzo papabile il cui nome è sulla bocca di tutti, è un ingegnere, non ha storia politica e sarebbe sponsorizzato da uno schieramento trasversale.
Come dire, ad oggi tutto si può dire e tutto si può negare come (politicamente) nulla gli si può rimproverare ne gli si può attribuire.
Sullo sfondo le pulsazioni tipiche di un piccolo centro dove la politica, spesso appannaggio delle famiglie, dimentica (come ormai succede dappertutto) la sua vera essenza, per perdersi, a volte, nei mille rivoli del personalismo, la rivalsa, l’egocentrismo.
Sullo sfondo c’è una comunità, che se pur piccola, sembra aver perduto il gusto della Piazza.
Non esco quasi più la sera – dicono in tanti – per evitare che le chiacchiere, magari innocenti, vengono fraintese.
Paura di chi o di cosa?
Un’esagerazione? Sicuramente; forse solo autocensura.
Un freno per la tipica polis locale? Di certo c’è la voglia di correre con due liste, ci sia o meno quella che sarà espressa dall’amministrazione uscente.
Ma Sinagra è anche il paese delle sorprese e non è escluso che all’ultimo momento, sotto la spinta della piazza, vengano superati personalismi e divisioni in quelle perfette simbiosi: vecchio e nuovo, esperienza ed, affinché tutti possano esprimere un consenso e non un voto.
“La vita è il prezzo della libertà” diceva Sandro Pertini.
Sinagra ne ha fatto un monumento alla resistenza che proprio dirimpetto al Comune, campeggia, sprona e ammonisce non solo i sinagresi.
Nella stele i nomi dei tanti padri caduti a imperituro ricordo di come le parole scritte con il sangue sono state: libertà, dignità ma soprattutto orgoglio.
Enzo Caputo
la nota di Ioppolo (integrale)
SCONCERTATO………………….. E’ DIR POCO!
Siamo a circa tre mesi dall’elezioni amministrative e non ho ancora sentito nessuno di questi politicanti illuminati dire cosa serve e cosa bisogna fare per rilanciare questo nostro paese; come ricostruire il tessuto sociale, come infondere fiducia nei giovani, nei padri di famiglia, negli imprenditori e come rilanciare l’economia.
- Ho lasciato un paese in cui il Sindaco, con la sua amministrazione e i tanti sostenitori, ha mantenuto tutti gli impegni presi;
- Ho lasciato un paese che sapeva organizzare e realizzare manifestazioni di pregio: “Nocciolando”, – di interesse nazionale – mettendo al centro il nostro oro rosso (La nocciola), il suino nero dei Nebrodi e l’olio della nostra minuta – presidio slow food – ecc.;
- Ho lasciato un paese in fermento, con oltre tremila abitanti; un paese divenuto “Centro di riferimento”;
- Ho lasciato un paese con tutte le incompiute ereditate, che sono state completate, rese funzionali e ristrutturato i maggiori monumenti d’interesse turistico di proprietà comunali e non;
- Ho lasciato nel maggio 2007 una nuova classe dirigente, con un’amministrazione attiva e solida, preceduta da una campagna elettorale dura, aspra e serrata. Per tali ragioni ho subito denunce, processi in tribunale e in piazza, diffamazioni e insulti gratuiti – da ladro a ubriacone e puttaniere…-
- Ho lasciato un paese con una burocrazia invidiata da tutti, oggi umiliata .. e senza stipendio… ;
- Ho lasciato un paese con servizi e viabilità urbana ed extra urbana a misura d’uomo;
- Ho lasciato un paese con una dialettica politica animata ed un confronto democratico elevato; giornali locali, bacheche di gruppi politici e non, dove ognuno liberamente esprimeva la propria opinione;
- Ho lasciato una scuola, i cui alunni, hanno girato l’Italia in lungo e in largo, ottenendo sempre primati nei vari concorsi;
- Ho lasciato l’acquedotto con tutte le linee nuove, i serbatoi dotati di cloratori e potabilizzatori automatici e sebbene ci fossero reali SABOTATORI si riusciva a garantire a tutti il prezioso liquido;
- Ho trovato un Comune sano – grazie Sindaco Sicilia ! -;
- Ho lasciato un “Comune – Impresa “ con un introito di circa 250.000 euro l’anno e un patrimonio di oltre 8.000.000,00 di euro.
Chi e’ subentrato dopo, di questa eredità, cosa ne ha fatto?
Una cosa è certa: i balconi sono fioriti!…. le case chiuse e le casse vuote;
Concittadini: GIUDICATE VOI
Enzo Ioppolo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.