Assegnata la prima borsa di studio “Antonio Pizzuto”
Dopo “Le piene del torrente e della vita” del 2013, Nino Speziale ha realizzato la sua seconda edizione di racconti autobiografici, approfondendo il periodo della sua infanzia, della guerra e della scuola. Il libro è stato presentato a Brolo, presso la sede scolastica di via Libertà in un evento curato da Michelangelo Gaglio, organizzato dall’Istituto comprensivo di Brolo e dal gruppo culturale “Libriamoci”.
Con l’autore sono intervenuti la dirigente scolastica Maria Ricciardello, l’assessore brolese Marisa Briguglio, in sostituzione del sindaco Irene Ricciardello, impegnata fuori sede, i sindaci di Ficarra e S. Angelo di Brolo, Gaetano Artale e Francesco P. Cortolillo.
Per il gruppo “Libriamoci” sono intervenute Marinella Speziale, Azzurra Ridolfo e Linda Marino. Nel corso dell’incontro si è svolta la consegna della prima borsa di studio “Antonio Pizzuto”, intitolata al nipote dell’autore, scomparso tragicamente all’età di vent’anni, cui egli ha dedicato il libro.
Antonio era iscritto al primo anno di Ingegneria al Politecnico di Torino. Così al premio potevano concorrere gli studenti iscritti al primo anno di Ingegneria presso quella sede, provenienti dai Licei Classici e Scientifici di Patti, Capo d’Orlando, S. Agata Militello e Mistretta.
La borsa, consistente in un premio in denaro di mille euro, è andata a Daniele Scaffidi Gennarino, studente di Gliaca di Piraino, iscritto al primo anno di Ingegneria Biomedica.
“Paralipomeni”: “aggiunte”, semplificando il termine. Nino Speziale, insegnante brolese in pensione, dopo “Le piene del torrente e della vita”, pubblicato tre anni fa, è ritornato sugli argomenti che hanno maggiormente segnato la sua vita e quella della sua generazione. Per certi versi un ritorno, una rivisitazione approfondita sotto forma di testimonianza del periodo adolescenziale. Tra i due testi, una svolta drammatica, un destino che ha fatto da crudele “spartiacque” nella sua vita di marito, padre e soprattutto nonno che vive bene il presente e racconta il passato da tramandare alle nuove generazioni: la scomparsa del nipote Antonio Pizzuto, di appena vent’anni, nell’incidente stradale del 3 agosto 2015, a Gioiosa Marea, in cui perse la vita anche un altro giovane brolese, suo amico, Antonio Caporlingua. Un’estate tragica che per Nino Speziale “chiude il cerchio” nei racconti della sua vita, vissuta da bambino sotto la seconda Guerra mondiale e che, varcata la soglia degli ottant’anni, ha rivissuto col dolore familiare, incommensurabile, per una perdita così grande.
L’Istituto comprensivo di Brolo, guidato dalla dirigente Maria Ricciardello, e il gruppo culturale “Libriamoci” hanno così destinato un incontro, curato da Michelangelo Gaglio, a due momenti che richiamano il ricordo, la riflessione e la speranza: la presentazione di “Paralipomeni” e la consegna della borsa di studio “Antonio Pizzuto”, intitolata al nipote dell’autore che aveva esortato il nonno a scrivere i suo secondo libro, al quale lo stesso è dedicato.
“Antonio è il figlio ideale che tutti avremmo voluto avere e al tempo stesso il fratello, il nipote, l’alunno e l’amico ideale”, ha detto la mamma, Marinella Speziale, che è anche membro del gruppo “Libriamoci”, nell’introduzione al dibattito. Poi ha aggiunto: “Chi ha conosciuto Antonio non lo dimenticherà mai. La vita non è una fiaba, un film, né un romanzo in cui possiamo scegliere il finale, dunque siamo qui per ricordarlo con il libro del nonno e la borsa di studio in suo nome”. Questo il motivo ispiratore del premio: “Vogliamo far rivivere e favorire nei ragazzi i sogni e i progetti che Antonio non ha potuto realizzare”.
L’evento si è svolto presso la sede dell’I.C. di Brolo, in via Libertà, dentro una sala gremita.
La presentazione del libro. “La folta presenza in questa sala dimostra che a Brolo e nei paesi vicini c’è una popolazione che si fa ancora contaminare dalla cultura”, ha detto la dirigente Maria Ricciardello. Poi ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di questo incontro. Alla scuola e ai suoi alunni il maestro Nino è rimasto fortemente legato, nel modo in cui possono farlo solo i maestri veri, coloro che uniscono le competenze professionali, la vocazione dell’educatore e le capacità relazionali”. Sul libro: “Ci dà la possibilità di approfondire molte tematiche, offrendo spunti di riflessione sulla scuola. In esso ritrovo aspetti particolarmente innovativi e attuali”. Prende spunto dal passaggio, riportato nel testo, in cui, negli anni 40, i ragazzi venivano invitati a scrivere anche sulla “carta del pane”. “Un bravo docente deve saper insegnare anche senza libri e quaderni e se è bravo riesce anche a motivare gli alunni”, ha detto la dirigente. Così, su un altro spunto in cui a Nino Speziale, da alunno, viene fatto recuperare un cattivo voto non dipendente dalla sua volontà: “L’insegnante comprende le sue difficoltà e ordina le ripetizioni. L’alunno recupererà anche perché la docente è stata brava ad averlo compreso”.
L’assessore Marisa Briguglio ha rappresentato l’Amministrazione comunale in assenza del sindaco di Brolo Irene Ricciardello. La sua è una testimonianza diretta: “Il maestro Speziale è stato il mio insegnante alle elementari. Porterò sempre nel cuore gli insegnamenti da lui ricevuti”.
Gaetano Artale, sindaco di Ficarra, nonché amico di vecchia data delle famiglie Pizzuto e Speziale: “E’ un libro interessante, scritto in un linguaggio semplice e scorrevole, intendendo questo come un punto d’approdo, non di partenza. Tratteggia un mondo che non esiste più, che ritrovo anche in alcuni racconti dei miei genitori. I rapporti umani, il prestigio della scuola e degli insegnanti. Altri tempi”. Il suo pensiero speciale per Antonio Pizzuto: “Un ragazzo gioioso, vivace, dotato di grande intelligenza, che sicuramente nel prosieguo della sua vita di borse di studio ne avrebbe ricevute, mentre stasera la si consegna in suo ricordo. Pazienza. Ricordiamolo con un sorriso”.
Francesco P. Cortolillo, sindaco di S. Angelo di Brolo. “I libri sono il pane dell’anima. Questo libro è testimonianza di un’epoca ed è giusto che i giovani la possano rivivere attraverso chi ne è stato testimone. Per noi dei Nebrodi è stato oltremodo duro e difficile superare gli effetti di un conflitto come la seconda Guerra mondiale”. Sulla borsa di studio: “Dà prova della sensibilità di una famiglia toccata da una tragedia immane. E’ il modo migliore per testimoniare l’amore e l’affetto verso i giovani”.
Gli interventi su “Paralipomeni” del gruppo “Libriamoci”. Azzurra Ridolfo: “E’ una testimonianza preziosissima, perché il trascorrere del tempo rischia di offuscare il passato. Questo rischio è accentuato per la storia locale, quella della comunità che non ricorre solo a fonti attivistiche, ma a testimonianze di chi ha vissuto il passato. Si tratta di un secondo libro autobiografico, una stupenda carrellata storico-sentimentale sugli ultimi anni del secondo conflitto mondiale visti con gli occhi di un bambino”. Sull’intervento di Azzurra Ridolfo, che commenterà il libro nelle parti salienti, con approfondimenti e riflessioni, articolando un quadro perfetto dei contenuti, sono state inserite letture di passaggi di testo, aneddoti e curiosità, da parte di Roberta Stancampiano, Rosanna Farinella, Giovanna La Motta e Tiziana Vinci.
A seguire, Linda Marino inizia dall’aspetto autobiografico del testo. “L’autore utilizza se stesso solo per parlare di altro, riportando alla luce un mondo che egli reputa degno di essere ricordato. Insieme a una scrittura semplice lascia spazio al lettore che si può concedere pause di riflessione. A me fa comprendere la grande portata umana, psicologica e sociale contenuta in ogni singola memoria.
Qui si vede il metodo dell’insegnante qual è stato il maestro Speziale, che considera l’educazione come guida ai giovani per una maturazione delle coscienze, senza manipolarne il pensiero. Linda Marino coglie purezza e sincerità nella scrittura, distanziandola da artifici retorici.
Come nella prefazione di Michelangelo Gaglio parla di “affreschi”, descrivendoli come “immanenti agli eventi stessi” e di “scelte che in quel momento facevano differenze non tra il necessario e il superfluo, bensì tra il nulla e il necessario”. Con un finale tutto per l’autore: “Questa autobiografia, nello stile, dà la cifra della statura dell’uomo, individua la sua levatura morale e umana, un esempio di fronte al quale, a quanti lo conoscono, al lettore, non resta che chinarsi”.
E’ il momento di Nino Speziale. La dedica: “Il libro è dedicato a mio nipote Antonio perché è stato il primo a esortarmi a scrivere una testimonianza, vedendo tutti quei documenti che avevo tirato fuori dai cassetti della mia vecchia casa. Nonostante la sua giovane età era ricco di conoscenze e sempre attento alle notizie”.
I ringraziamenti, innanzitutto a Michelangelo Gaglio: “Con la sua prefazione ha arricchito il libro”. Poi, le riflessioni sulle sue esperienze: “Basta un cenno, una carezza dell’insegnante per cambiare la vita a una persona.
Il maestro della terza classe elementare ha cambiato la mia vita. Io facevo parte di una famiglia modesta, in estate andavo ad apprendere il mestiere in sartoria. E’ stato il maestro Lo Rico a convincere mia madre a farmi andare avanti negli studi. Lo Rico me lo ritrovai poi come direttore didattico”. L’amore e il rispetto per la sua attività di maestro: “La scuola è sempre stata maestra di vita.
Talvolta accoglieva bimbetti poveri e spauriti. Gli insegnanti facevano di tutto per rendere più semplice la loro vita, sensibilizzando i compagni, i quali facevano ciò che potevano”.
A proposito di solidarietà, Nino Speziale ha portato con sé e letto la lettera dell’EAR, datata 1943, indirizzata ad una classe di Brolo, con la quale l’ente antesignano della Rai, da Roma, ringraziava per aver ricevuto 12 lire da girare all’Ufficio assistenza reduci della Presidenza del Consiglio.
“Dobbiamo fare in modo – ha detto Nino Speziale – che le nuove generazioni conoscano la nostra storia trascorsa prima e dopo la guerra, in modo che loro stessi si compiacciano di essere fortunati grazie ai sacrifici di chi li ha preceduti. Tutti i giovani devono fare la loro parte per il bene della comunità. Questa è un’operazione che spetta alla scuola”.
Alcune alunne dell’Istituto comprensivo di Brolo hanno poi “dialogato” con il maestro sui contenuti del libro, strappandogli la promessa di un incontro nelle aule scolastiche.
La borsa di studio. “Hanno partecipato tanti ragazzi dal curriculum brillante. La selezione non è stata facile”, ha detto Marinella Speziale.
Alessia Pizzuto, sorella di Antonio, ha consegnato il riconoscimento a Daniele Scaffidi Gennarino, studente di Gliaca di Piraino, iscritto al primo anno di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Torino, leggendone le motivazioni, nelle quali si evidenzia “la sua capacità di rischiare e di mettersi in gioco e il suo amore per la cultura e per la scienza, considerate non solo come strumento di realizzazione personale ma come potenti leve ‘per migliorare le condizioni di vita di chi soffre’.
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