Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la nostra libera collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano ha intervistato Fracasso, che è stato recentemente contattato da Andrea Diprè. Tra quest’ultimi due è infatti in corso una querelle, di cui è possibile seguire l’esordio e i successivi sviluppi visionando il profilo Instagram del rapper [clicca qui https://instagram.com/officialfracasso?igshid=MzRlODBiNWFlZA==]
Ciao Fracasso e ben ritrovato! Ultimamente so che sei impegnato in un serrato scontro social con Andrea Diprè, dunque ti chiedo come ha avuto avvio tale vicenda [cliccare qui https://youtu.be/73G_yChBL38] e cosa ti ha proposto, a quali condizioni nello specifico. “Ciao Giulia! Andrea Diprè ha sempre voluto <<lanciarmi>> tramite i sui canali, perché ha sempre visto del potenziale in me. Io tuttavia, pur generalmente facendomi piacere gli apprezzamenti nei miei confronti, non ho mai condiviso i suoi ideali. Ho pertanto deciso – dopo l’ennesima sua proposta – di non rispondergli più tramite messaggio privato (messaggio privato dacché così, in privato appunto, mi contattava), dopodiché lui ha sbottato e ha reso tutto quanto pubblico… cosa, questa, che ha fatto sì che ritenessi doveroso non tacere ancora e nemmeno subire, bensì replicare nella sua medesima forma ossia pubblicamente”.
Sei a conoscenza del fatto che in passato, a proposito della sua dichiarata falsità con gli artisti, l’ex avvocato e critico Andrea Diprè ha affermato di aver interiorizzato la finzione ecclesiale e che: “Tutti i pittori che ho fatto vedere – pubblicizzandoli, a partire dal 2001 fino al 2012, nella mia rubrica televisiva LE SCELTE DI ANDREA DIPRÈ – erano dei miserabili, che non avrei mai e poi mai avvicinato neanche a 1 km di distanza… Erano solo i soldi che mi interessavano. Avevo la nausea a vedere questi esseri disgustosi. (…) Per vendicarmi del tempo che mi rubavano, dicevo a ciascuno di loro <<Tu sei un genio, sei stupendo! Ma come 300 Euro, vali molto di più (…)>>”? E stante ciò, pensi che abbia voluto soltanto testare anche il tuo ego o che davvero ritenga, sinceramente, che tu abbia talento nel rappare e non solo in ciò? “Andrea Diprè, nonostante quanto sopra ricordato, non mi ha mai chiesto soldi… quindi presumo che il suo interesse nei miei confronti sia reale. A me però non interessa la sua sponsorizzazione e non mi interessa il suo mondo, non mi importa nulla e non mi ritrovo assolutamente in uno stile di vita sregolato e fatto di <<coca e mignotte per tutta la notte>>. Ho sempre categoricamente rifiutato ogni sua offerta e ho anche già un manager, il produttore discografico Gianfranco Bortolotti. Io comunque devo aggiungere altresì che preferisco fare le cose da solo e che, in generale, non amo farmi manovrare da alcuno. So chi sono e so cosa voglio, posso arrivare ovunque anche da solo”.
Di Andrea Diprè sono le parole: “Il mio fenomeno nasce perché viviamo in un sistema totalmente marcio. Se tu fai una ricerca su di me, pure minima, ti esce un ritratto abominevole. (…) E se tu dici <<Diprè, quello che fai mi fa vomitare>>, per me è un complimento in quanto lo shock è il mio obiettivo… è ciò che voglio raggiungere! Io vendo il rifiuto della società e se scrivi che sono un deficiente, un bastardo, sono più contento che se affermassi qualche cos’altra cosa”. Qual è, ebbene, il tuo punto di vista a proposito della sopra riportata dichiarazione dell’ex compagno di Sara Tommasi e soprattutto come mai hai idea che tante persone – persino mai appartenute prima al mondo del trash e le cui opere non sono tali – gli abbiano firmato assegni per essere da lui “lanciati” e rappresentati? “Io non condivido gli ideali di Andrea Diprè, ma sono dell’idea che ognuno sia libero di esprimersi come meglio crede e non mi sento pertanto di giudicare alcuno. Penso poi che se ci sono state alcune persone che hanno pagato per essere da lui presentate ad un qual certo pubblico e rappresentate pubblicamente sia perché effettivamente poteva dare loro una visibilità che con le loro sole forze non avrebbero raggiunto e quindi nemmeno, presumibilmente, mai avuto. Ecco dunque che, alla fine dei conti, mi viene da dire che ciò che è stato probabilmente è giusto che sia appunto andato così come ciascuna delle parti coinvolte – voglio immaginare – ha liberamente e coscientemente scelto”.
Altra ammissione di Andrea Diprè è: “Io con le donne non ho dialogo, si va subito a quello… capito? Al sesso. La maggior parte sono escort, che mi cercano per visibilità. (…) Il Dipreismo è nato per scopare grandi fighe; la donna vuole apparire”. Tu sei del parere che il voler apparire dipenda in buona parte dal sesso di nascita e che dunque, realmente, pressoché tutte le donne mirino appunto ad apparire a tutti i costi? E proprio parlando di femmine, la ragazza della quale hai cantato nel tuo recente singolo “LA FINE” [clicca qui https://youtu.be/oxnF5jvYNtk] come si inserirebbe in questo discorso? “Sinceramente non penso che tutte le donne vogliano apparire, certo alcune sì, ma come anche alcuni uomini comunque… Più che dal sesso di nascita, sono del parere che il desiderio di apparire appunto dipenda dalla persona che si è e da come si è cresciuti, nonché dai propri ideali. Sono infatti dell’avviso che fare di tutta l’erba un fascio sia sbagliato, sia sbagliato a questo riguardo ma anche per quello che concerne qualsiasi altro tema che sia argomento di un possibile confronto o discussione. La ragazza della quale ho cantato nella canzone LA FINE non è mai stata interessata a mettersi in mostra”.
Citando nuovamente Andrea Diprè, egli ha sostenuto che: “Nelle serate riempio le discoteche di ragazzini che urlano <<catafratta>>, <<sibaritico>>. Amano la trasgressione e cantano <<me ne frego dello Stato>>, ma non sanno le scelte che ho fatto e il coraggio che c’è voluto a fregarsene veramente proprio dello Stato e della Chiesa e quello che potrei pagare io alla luce di ciò. È stata dura, però ci sono arrivato a fregamene e ora non me ne frega appunto davvero un cazzo di entrambi”. Secondo te, cos’è che scatta nella testa di chi esercita una professione prestigiosa e remunerativa nel momento in cui inizia a distruggere tale sua posizione ed è poi, eventualmente, possibile ritornare a essere di nuovo credibile e stimabile nei panni lacerati? “Beh, credo che se uno chiede scusa può sempre ripartire da dove si è interrotto. Talvolta difatti abbiamo visto che ci sono stati personaggi che si sono persi ma poi, a dispetto di ciò che hanno fatto durante i detti momenti di perdizione, si sono ritrovati. Secondo me l’importante è ammettere i propri errori in primis a se stessi, perdonarsi e di conseguenza riprendere il proprio cammino dal punto in cui lo si aveva abbandonato. Cosa scatta nella testa di coloro che rivoluzionano un’intera esistenza non lo so, magari avere troppo porta appunto a perdersi”.
Si dice che Andrea Diprè abbia ricevuto una ferrea educazione cattolica, che lo ha spinto a tentare una carriera ecclesiastico-politica. Dopo essere diventato vescovo laico, nel 1998 si candida alle elezioni regionali nella lista di La Margherita ma le perde. Successivamente si candida come sindaco di Stenico, tuttavia senza conseguire alcun risultato positivo… Diviene però presidente del Consiglio Pastorale Provinciale e, avvalendosi di codesta carica, sbarca nella televisione regionale con la rubrica “Vita in diocesi” su Telepace e qui si fa conoscere grazie alle sue sfuriate contro l’omosessualità. Qual è la tua posizione sull’orientamento sessuale che comporta l’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale verso individui dello stesso sesso e invece la pornografia (a prescindere se tra lesbiche, gay o no), la raffigurazione di situazioni erotiche o scene di sesso, la consideri o non la consideri arte e degna quale materia di pubblica fruizione? “Personalmente non ho nulla contro l’omosessualità e anzi mi sembra assurdo che, addirittura nel 2023, taluni ancora parlino di omosessualità… nel senso che essa non dovrebbe essere così tanto un taboo, bensì invece qualcosa di normalissimo, perché ognuno di noi è diverso e pertanto ciascuno ha i propri gusti. Per tale motivo, trovo assurdo e retrogrado che quando si parla di preferenze sessuali si debba fare una distinzione tra chi è etero e chi no come se fosse una cosa davvero importante. Io non sono omosessuale ma, se lo fossi, non avrei problemi ad ammetterlo. Ho degli amici che lo sono, omosessuali, e non ci vedo nulla di male. Per quando riguarda la pornografia, penso che sia una forma d’arte per chi la fa ma non per chi la consuma – viene usata per soddisfare un impulso, non perché la si ritenga appunto una forma d’arte. Chi guarda i porno, anche io ovviamente, lo fa perché in quel momento vuole sfogarsi e viaggiare con la fantasia”.
Ti sembra che studiare ed essere educati sia socialmente ed economicamente premiante, oggi, nel nostro Paese? “Questa domanda me la sono posta molte volte… Secondo me, non è tanto il pezzo di carta che conta oggi – ma sono importanti le competenze. Se si ha la piena capacità di orientarsi in un determinato campo, ché vengono ben assimilate le giuste competenze, con gli strumenti che ci sono attualmente a disposizione si può fare molto persino da soli e come autodidatti. Ci sono tante storie che mi vengono in mente di persone che da zero, solamente con Internet, sono riuscite a realizzare grandi ambizioni e a raggiungere non pochi traguardi”.
Infine – prima di salutarci – ti domando se sai chi è e, in caso affermativo, quale considerazione hai di Giuseppe Simone… che è stato colui che, con una prima intervista fatta ad Andrea Diprè, ha avviato e dato lo spunto a quest’ultimo per ciò che concerne la sua cosiddetta illuminazione nel decidere di intervistare a sua volta vari “fenomeni da baraccone” in giro per l’Italia. È difatti in seguito al contatto con il casaranese che Diprè comincia una serie di interviste a “casi umani”, ritardati mentali, pornoattrici, prostitute e personaggi di Internet e della televisione spazzatura che punta sul degrado. “Non penso nulla di Giuseppe Simone, perché non lo conosco”.