Stamani il sequestro dell’impianto (nella foto il luogo dove sorge il depuratore) e di documenti da parte degli Agenti del Commissariato di Polizia di Capo d’Orlando.
L’impianto di depurazione serve i comuni di Piraino, Brolo e Sant’Angelo di Brolo ed il sequesto di oggi nasce da una lunga (agosto 2011) ed alquanto complessa indagine che coinvolge fatti e persone, con responsabilità a vario livello.
I problemi tecnici in tema di depurazione dell’impianto sito a Gliaca di Piraino erano emersi anche con le denuncie di alcuni cittadini allarmati dallo sversamento di liquami e dagli odori nauseabondi, da qui anche alcune immersioni subacquee da parte degli agenti della polizia che hanno anche effettuato delle verifiche improvvise unitamente a personale dell’Arpa di Messina (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) all’interno dell’impianto ed in alcuni “pozzetti”.
Le indagini pare abbiamo accertato che i liquami si riversavano nelle acque depurate contaminandole nuovamente.
Le analisi dell’Arpa pare hanno dimostrato che i liquami scaricati dall’impianto di depurazione raggiungevano valori 720 volte superiori ai limiti di legge, provocando gravi danni ambientali ed elevati rischi per l’igiene e la salute pubblica ed è venuta fuori, secondo gli investigatori, anche una condotta secondaria che bypassava quella ufficiale.
Sono tre le persone raggiunte da avviso di garanzia (tra queste, per omesso controllo, anche il sindaco di Piraino Giancarlo Campisi) e dovranno rispondere al magistrato in tema di frode in pubbliche forniture, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture, scarico in mare di acque reflue urbane non depurate, attività illecita di gestione di rifiuti speciali, omissione di atti d’ufficio e getto di cose pericolose.
Un tecnico dell’Arpa di Messina, nominato custode giudiziario dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Patti, provvederà al funzionamento dell’impianto.