PUNTO DI VISTA – Libia e Flussi Migratori. La provocazione di Francesco Mastrolembo
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PUNTO DI VISTA – Libia e Flussi Migratori. La provocazione di Francesco Mastrolembo

Una nota-appello inviata sui social a Antonella Papiro e Angela Raffa ed anche a Steni di Piazza (CinqueStelle). La risposta della Papiro non si è fatta attendere

Scrive Mastrolembo, anima e cuore tutto a sinistra.

Giorno 2 novembre scade il termine per il rinnovo automatico degli accordi di collaborazione con la Libia per la gestione dei flussi migratori.

Quegli accordi, non è una novità, sono alla base dell’istituzione di lager in cui vengono stipate, torturate, violentate e spesso uccise migliaia di persone.

Quegli accordi sono stati firmati da una nazione “civile”, come riteniamo essere l’Italia, con i vertici di una nazione, la Libia, oggi infiammata da una guerra civile e nemmeno in grado di controllare che le proprie forze di polizia (guardiacostiera e carcerieri) siano “in affari” con vergognosi schiavisti e trafficanti di uomini per quello che è stato definito il disegno malavitoso “più a basso rischio che esista” (dal momento che si guadagna qualcosa a prescindere che il trasbordo vada o meno a buon fine, a prescindere che il “lavoratore” muoia o viva a fine giornata).

Gli accordi, firmati dal governo Gentiloni con Minniti ministro dell’Interno, non sono mai stati discussi dal Parlamento, ma ciò non toglie che tacere di fronte a questa pesantissima sospensione dei diritti umani ci rende in qualche modo complici. Non è già tollerabile che un paese come l’Italia avalli nei fatti la detenzione senza reato, figuriamoci la tortura, lo stupro e la connivenza con le mafie.

Per quanto in vostro potere vi chiedo quindi di alzare la voce affinchè il Governo abbandoni la timidezza e rimetta in discussione quei patti che rappresentano una assoluta vergogna non solo per l’Italia, ma per l’umanità intera.

La replica-puntualizzazione della deputata orlandina  non si è fatta attendere.

Così dopo aver respinto a alcune stoccate pungenti evidenzia che: “Giusto per fare chiarezza, una volta letto, ho subito contattato Francesco, dicendogli che mi sarei premurata di contattare la commissione di competenza per avanzare la sua richiesta, che chiaramente condivido. Credo, al punto in cui siamo, che davanti certe tematiche non abbia senso perdere tempo in polemiche, ma bisogna attivarsi per far in modo di poter dare risposte.”

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Mastrolembo nel continuare il dialogo social con la Papiro aggiunge: “come detto, l’obiettivo è un altro e vale la pena provarci… un passo indietro sui decreti sicurezza, sull’impostazione contro le ONG, su certi inseguimenti alla pancia prima che alla giustezza delle cose mi stupirebbe… ma sulla tortura e lo stupro credo proprio che persino un leghista possa capire… in Italia non è mancata una sinistra che queste cose le racconta, ma di certo è mancata una sinistra che si è adoperata sul serio per farle realizzare (su Minniti i democratici sono responsabili al pari dei grillini su Salvini)… La buona notizia è che a rimediare c’è tempo, che si può correggere quella stortura… teniamo alta la pressione. Certamente non pretendo di poter cambiare per intero la linea sull’immigrazione del movimento 5 stelle.. lo vedo che anche col nuovo governo non si stanno prodigando per abolire i decreti sicurezza (che al netto della propaganda sono dannosissimi) ed il capo politico sembra mantenere l’idea che la chiusura dei porti possa essere considerata una soluzione valida e sensata. Le nostre visioni sulla questione rimangono in un’angolazione totalmente diversa, insomma… ma quello che succede in Libia è reale ed i soldi con cui si praticano quelle violenze sono i nostri. Non pretendo quindi che si cambi rotta sul resto (e che si apra gli occhi sul fatto che il piacere a Salvini lo si fa legittimandone il modo in cui ci presenta una realtà diversa da quella che esiste), mi auguro invece che chi si prodiga per la legalità smetta di foraggiare le mafie, che chi parla dei diritti delle donne non dia un premio ai violentatori di Bani Walid, chi parla di diritto del lavoro non sia accondiscendente sugli schiavisti della dignità. Ci sono dinamiche a questo mondo per cui non possiamo fare molto.. questa è una di quelle, invece, per cui possiamo incidere: è il nostro paese, sono le nostre tasse, sono decisioni nostre. Sarò quindi un ingenuo, sì, ma bisogna fare qualcosa: non chiedere, di certo, non fa cambiare nulla.”

 

E’ importante che su quello che sta succedendo in Libia si accendano più riflettori possibili.

In questo momento, a tal proposito, si stanno mobilitando in tutta Italia una rete di attivisti con una tweetstorm (quelle che si solito si fanno per influenzare le discussioni dei telegiornali) per una volta di pubblica utilità.

L’hashtag è #StopAccordiConLaLibia : se chi ha Twitter volesse partecipare, da qui al 2 novembre, per tenere alta l’attenzione sulla questione, farà un atto di giustizia vera.

 

29 Ottobre 2019

Autore:

redazione


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