VERI MOSTRI – In “guerra” per Marco
Dal Palazzo

VERI MOSTRI – In “guerra” per Marco

 

 

 

 

mostri_dentro_e_fuoriSul caso di Marco avevamo detto come la pensavamo (vedi articolo: http://scomunicando.hopto.org/cronaca-regionale/enzo-a-marco-una-citta-solidale).

Oggi ci ritornaiomo su perchè la notizia diventa cronaca, anzi querelle, e si sposta, pur girando intorno alla necessità imperante di dar aiuto a questo ragazzo, disadattato ed ormai ai margini della società, per registare la botta e risposta tra le istituzioni orlandine e quelle del tribunale pattese.

Le pubblichiamo nell’ordine.

Con l’anteggato diq uello che è ora succo dei comunati.

Sindoni, dopo l’arresto di Marco –  per un furto di una canoa, e la sua denuncia alle autorità inquirenti anche per come si era rivolto ai militari che ne contestavano il reato era tornato libero dopo l’udienza di convalida siglata dal giudice del tribunale di Patti – aveva evidenziato:“Da tempo seguiamo il ragazzo che ha bisogno delle cure. Solo che per farlo non serve il nostro consenso o dell’assistente sociale Lucia Bontempo che lo segue, bensì del tribunale”.

Quindi il sindaco aveva sottolineato il fatto che il Giudice incaricato aveva rinviato la decisione in ben tre occasioni, e se ne sarebbe occupato solo il prossimo 10 giugno. ed aveva anche aggiunto: “Per questo  lancio un appello al Presidente del tribunale di Patti e nostro concittadino, Armando Lanza Volpe, affinché prenda a cuore la vicenda e possa far anticipare i tempi o, comunque, sollecitare le decisioni per curare Marco”.

LA RISPOSTA DEL TRIBUNALE

Arriva immediatamente, con una nota congiunta del Giudice Tutelare Andrea La Spada e dello stesso presidente Armando Lanza Volpe.

Il Tribunale scrive al sindaco ma anche alla stampa che si era occupata del caso.

“La situazione personale di Marco – si legge nella nota del Tribunale – è nota da diverso tempo – il Comune si è attivato nel dicembre 2013 -, ma il procedimento è giunto all’udienza del 20 maggio in virtù di rinvii squisitamente tecnici, legati alla necessità del giudice tutelare di acquisire, con i necessari tempi del caso, le indispensabili risultanze mediche sulle patologie del giovane, al fine di adottare le determinazioni più opportune per la sua tutela”.

Sul rinvio della decisone, quella che si prenderà il 10 giugno, per il Tribunale vige la responsabilità del comune.

Infatti la causa “della mancata presentazione all’udienza di Marco e degli assistenti sociali dipendenti del comune che non hanno nemmeno ritenuto di dover comunicare alcunché al giudice”.

Quindi si legge ancora nel documento del Tribunale pattese: “l’amministrazione di sostegno riconosciuta dai giudici, non può essere confusa con l’assistenza che è competenza delle strutture assistenziali comunali”.

“In nessun modo – scrivono i magistrati Lanza Volpe e La Spada – le decisioni del giudice tutelare incidono sui doveri di assistenza che gravano prioritariamente sul Comune e sui servizi sociali che da essi dipendono e che non possono esimersi dai propri doveri chiamando impropriamente in causa altri attori istituzionali cui spettano compiti del tutto diversi”.

Quindi gli stessi magistrati invitano il sindaco ad evitare “improprie esternazioni che rischiano di ingenerare il sospetto che voglia strumentalizzare vicende di sentito richiamo sociale e far sorgere una indebita e gratuita sfiducia nell’amministrazione della Giustizia”.

LA REPLICA DEL SINDACO SINDONI

“La nota firmata dal presidente del Tribunale di Patti dott. Lanza e dal giudice tutelare dott. La Spada, è la dimostrazione di quanto bene abbia io abbia fatto a rendere pubblica la vergognosa vicenda che, giorno dopo giorno, sta portando un uomo all’autodistruzione ed una comunità al disagio ed alla legittima preoccupazione.

La vana ricerca di giustificazioni che (come di seguito documentato) dimostra quantomeno una scarsa conoscenza degli atti.

Infatti i due magistrati dicono che l’ennesimo rinvio sia “responsabilità del Comune a causa della mancata presentazione all’udienza di Marco e degli assistenti sociali dipendenti del Comune che non hanno nemmeno ritenuto di dover comunicare alcunché al giudice”.

Peccato però che l’udienza avrebbe dovuto tenersi a Capo d’Orlando, come disposto dal Tribunale stesso in considerazione delle oggettive “difficoltà” di convincere l’interessato a raggiungere Patti.

Quanto sostengo è inequivocabilmente documentato dalla valentissima assistente sociale del Comune di Capo d’Orlando, dottoressa Lucia Bontempo, in una nota allegata.

Respingo ai mittenti le accuse di  improprie esternazioni che rischiano di ingenerare il sospetto che voglia strumentalizzare vicende di sentito richiamo sociale e far sorgere una indebita e gratuita sfiducia nell’amministrazione della Giustizia e rilancio: sono comportamenti come quelli assunti con la nota diffusa ad ingenerare sfiducia non nell’intera amministrazione della Giustizia, ma in chi la amministra senza capire che basterebbe venire domattina a Capo d’Orlando, vedere le condizioni in cui versa la persona per la quale chiedo aiuto, e dare finalmente ai servizi sociali la possibilità di ricoverarlo in una struttura idonea al suo recupero.

E se da un lato con fierezza sfido pubblicamente il presidente Lanza ed il giudice La Spada a smentire quanto documentato dalla dottoress Bontempo, dall’altro – conclude il primo cittadino – li imploro con umiltà a disporre un immediato intervento, senza attendere il 10 giugno”.


quello che avevano scritto

ENZO & MARCO – Verso una città solidale con l’attenzione di tutti

Angelo_Bronzino_invidia

Il primo cittadino orlandino si appella al tribunale pattese “affinché prenda a cuore la vicenda e possa far anticipare i tempi o, comunque, sollecitare le decisioni per curare Marco”. Ma la vicenda di questo ragazzo diventa occasione di riflessione.

 

 

Enzo Sindoni torna sul caso di Marco Chiù, il giovane, appena trentenne, arrestato per il “furto” di una canoa, che era già attenzionato dai servizi sociali del comune.

Lui non è un orlandino, era giunto in questa cittadina per lavoro, accolto e subito accettato.

Simpatico e socievole, orgoglioso.

Poi la sua vita entra in un tunnel.

Rimane solo … si perde.

La comunità lo perde e lo ritrova su e giù per l’isola pedonale, davanti le scuole, agli angoli della strada.

Lui guarda, a volte sostiene lo sguardo, poi va via… anche sotto la pioggia a cercar passaggi sul lungomare, lungo la strada che lo riporta a casa.

La città si divide appena la cronaca lo investe.

C’è chi chiede aiuto per lui,  arriva anche quella solidarietà tardiva, e c’è chi si rifiuta di “vedere” e le paure di Marco diventano uno specchio e sono le paure degli indifferenti e dei benpensanti.

I servizi sociali del Comune si attivizzano, ma questo non basta.

A volte non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – e Marco è difficile, non si lascia aiutare – e non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.. e molti lo vorrebbero in galera, lontanto dalle strade, dai loro sguardi.

Marco è lì… una denuncia vivente che urla solo con la sua presenza.

Lui che è così esile diventa ingombrante per tanti.

Marco è arrestato.

Noi non pubblichiamo la sua foto. Non perchè è una notizia che non è notizia, ma perchè quella foto non ci piace.

E’ una foto impietosa.

Che non raffigura quello che è ma solo quello che sembra, che forse fotografa bene l’inferno che lui ha dentro, quello che lo divora, i suoi demòni, che lo spaventano.

Registriamo lo sdegno di alcuni e il sollievo di altri.

Registriamo l’appello di Enzo Sindoni, il sindaco che ha deciso di “parlare” al Tribunale di Patti.

“Da tempo – afferma il sindaco Sindoni – seguiamo il ragazzo che ha bisogno delle cure.

Solo che per farlo non serve il nostro consenso o dell’assistente sociale Lucia Bontempo che lo segue, bensì del tribunale”.

A seguire il caso è il magistrato Angelo La Spada, del tribunale di Patti che ha rinviato la decisione in ben tre occasioni e affronterà il caso il prossimo 10 giugno.

“Per questo – dice ancora Enzo Sindoni – lancio un appello al presidente del tribunale di Patti e nostro concittadino, Armando Lanza Volpe, affinché prenda a cuore la vicenda e possa far anticipare i tempi o, comunque, sollecitare le decisioni per curare Marco”.

Nei giorni scorsi era stata una lettere aperta di cittadini a chiedere che quel ragazzo non fosse lasciato soloè un uomo, ha bisogno di aiuto, diamogli qualcosa per vestirlo, salutiamolo per la strada, diamogli o compriamogli qualcosa da mangiare, ma soprattutto non guardiamolo con insofferenza per la sua condizione, non voltiamogli le spalle quasi fosse un appestato- c’era scritto- Forse è orgoglioso e per questo non cerca aiuto ma ne ha tanto bisogno!”.

E Marco diventa una storia del nostro quotidiano, con tutto quello che gli è successo.

Può insegnarci tanto e a tanti.

Prenderci per mano, lui che la tende, e portarci verso una comunità educante, dove insieme ci si può aiutare a a crescere.

Una comunità globale che trasformi le premesse teoriche in utili pratiche.

Quelle – le uniche – possibili.

Un compito che non sopporta più la solitudine ma che deve trovare nella condivisione la sua arma vincente.

Costruire un’alleanza formativa e sociale, dove tutti facciano la loro parte non vuol dire stringere rapporti solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità sociali

Sindoni non li esplicità ma ben sa quali sono gli ostacoli “interni” ed “esterni” nella quotidianità  tra gli apparati della burocrazia statale, giudiziare, amministrativa.

Sindoni ha il coraggio della parola e del fare.

Lui è con Marco.. anche noi… e voi?

 

msm

31 Maggio 2014

Autore:

admin


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