Scommetto che il titolo vi abbia lasciato alquanto perplessi, almenochè ultimamente non siate andati al cinema. Difatti sto parlando proprio del film “Robin Hood” diretto da Ridley Scott e da poco uscito nelle sale cinematografiche. Ovviamente in questo articolo non voglio fare la recensione del film, ma prendere spunto dalla pellicola per parlare della Sicilia, dato che, all’interno del film la nostra isola viene menzionata, ma non come semplice espressione geografica, bensì come Nazione che perdipiù avrebbe potuto, grazie alle sue immense ricchezze, offrire prestiti all’Inghilterra per risanare le proprie dissanguate casse.
Come spesso accade i siciliani vengono a conoscenza di fatti storici loro riguardanti attraverso gli stranieri e ancora più spesso accade che siano proprio essi a darci un’immagine reale di cosa sia stato e del peso che abbia avuto il Regno di Sicilia nel panorama mondiale dell’epoca.
Sono convinto che se il film fosse stato prodotto e diretto in Italia o, comunque, da un italiano, la citazione della nostra patria non sarebbe avvenuta, anzi mi stupisce come nell’adattamento in italiano essa non sia stata omessa; forse sarebbe stata una mancanza troppo evidente; dobbiamo dire, però, che i doppiatori ci hanno messo del proprio per renderla non molto chiara.
A questo punto qualcuno potrebbe contestarmi un eccessivo stato di paranoia e vittimismo, ma queste mie accuse derivano da un precedente, ovvero il videogioco “Medieval II: Total War”.
Il gioco in questione simula eventi bellici reali dell’epoca medievale con la possibilità per il giocatore di scegliere la propria nazionalità e favorire lo sviluppo del proprio Regno.
Il gioco prevede diverse versioni; quella italiana si differenzia da quelle straniere per un “piccolo” particolare tra le opzioni: l’assenza del Regno di Sicilia!
Il fatto che all’interno dello Stato di cui volenti o nolenti facciamo parte si ometta, anche attraverso un apparente innocuo videogioco, la nostra storia e le nostre glorie, fa’ sì che mi sorga il naturale dubbio che dietro tutto ciò vi sia una volontà prestabilita al fine di impedire che i siciliani possano riacquistare quell’orgoglio e quell’autostima che, discutibili e reiterate scelte politiche, sociali, culturali ed economiche, hanno in loro ridimensionato se non del tutto tolto.
Fortunatamente vi sono gli stranieri che sono liberi da questo vincolo; purtroppo, però, ciò aggrava l’umiliazione del non essere tutelati dalle nostre istituzioni e dai nostri uomini di cultura o che così si fan chiamare.
Ritornando al film, questo mi ha dato lo stimolo per una proposta, attraverso questo articolo, al Governo Siciliano affinchè si faccia promotore, anche attraverso la “Scuola Nazionale di Cinema” recentemente realizzata a Palermo e di cui la Regione una partecipazione, della produzione di pellicole cinematografiche di qualità che riguardino la nostra storia, magari anche in lingua siciliana. È sottointeso che debbano essere esclusi i film sulla mafia; ricordo ancora i famigerati “Pizza connection”, “La Piovra” e compagnia bella che non hanno fatto altro che infangarci e che guarda caso è l’unico tema dei film, sulla Sicilia, prodotti in Italia.
Marcello Russo