SCUOLA – Rinaldi, Panarello, Ardizzone e Romano presentano una mozione contro i tagli previsti dalla Legge Gelmini
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SCUOLA – Rinaldi, Panarello, Ardizzone e Romano presentano una mozione contro i tagli previsti dalla Legge Gelmini

Una mozione per impegnare il Governo regionale  “ad intervenire presso il Governo nazionale affinché siano recuperate immediatamente le somme sottratte alla scuola pubblica” è stata presenta dai parlamentari regionali messinesi Franco Rinaldi (primo firmatario) e Filippo Panarello del PD, Giovanni Ardizzone dell’Udc e Fortunato Romano dell’Mpa.
La richiesta mira a limitare le disastrose conseguenze della nuova normativa che si abbatteranno sulla scuola già dal prossimo anno scolastico.

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“In Sicilia – si legge nella mozione – sull’organico di diritto, si taglieranno 1491 posti nella scuola primaria, 2068 nella secondaria di primo grado, 1438 nella secondaria di secondo grado e 23 dirigenti scolastici, mentre sono ancora da definire i tagli sull’organico di sostegno, ma anche in questo caso si preannunciano forti disagi, non solo per i docenti, ma anche per le famiglie e gli alunni con gravi disabilità; nella sola provincia di Messina ci sarà una catastrofica riduzione dei posti di lavoro con 193 docenti di ruolo senza sede nella scuola primaria, 165 nella scuola secondaria di primo grado, 177 cattedre in meno nella scuola secondaria di secondo grado con la conseguenza che 132 docenti perderanno il posto”.
I parlamentari chiedono, inoltre, “che si avvii un serio progetto di riforma attraverso l’attuazione di politiche scolastiche che mirino ad un innalzamento della qualità dell’istruzione e ad una maggiore sicurezza degli edifici scolastici attraverso opportuni investimenti e non tagli generalizzati e dannosi che penalizzano fortemente soprattutto la Sicilia”.
TESTO INTEGRALE DELLA MOZIONE
Mozione che impegna il Governo regionale ad intervenire presso il Governo nazionale per il ripristino dei  finanziamenti alla scuola pubblica
PREMESSO che:
Il prossimo anno scolastico entrerà in vigore la cosiddetta “Riforma Gelmini” della scuola che prevede il taglio, in tutto il  territorio nazionale di 42mila docenti e 15mila unità di personale Ata e che il Sud sarà pesantemente colpito perché il 40% di tali tagli si realizzerà in sole quattro regioni del Meridione: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia;
In Sicilia, sull’organico di diritto, si taglieranno 1491 posti nella scuola primaria, 2068 nella secondaria di primo grado, 1438 nella secondaria di secondo grado e 23 dirigenti scolastici, mentre sono ancora da definire i tagli sull’organico di sostegno, ma anche in questo caso si preannunciano forti disagi, non solo per i docenti, ma anche per le famiglie e gli alunni con gravi disabilità;
Nella sola provincia di Messina ci sarà una catastrofica riduzione dei posti di lavoro con 193 docenti di ruolo senza sede nella scuola primaria, 165 nella scuola secondaria di primo grado, 177 cattedre in meno nella scuola secondaria di secondo grado con la conseguenza che 132 docenti perderanno il posto;
VISTO che:
Si registrerà un consistente aumento di alunni per classe, e i nuovi parametri non possono essere applicati senza tener conto delle condizioni degli edifici scolastici, delle reali condizioni delle aule in termini di capienza e del rispetto della normativa antincendio e sulla sicurezza;

Il governo nazionale, la di là di falsi proclami, ha, di fatto, dimezzato le risorse che il precedente governo guidato da Romano Prodi aveva stanziato per la sicurezza scolastica: 295milioni di euro, corrispondenti al 10% degli investimenti globali nelle infrastrutture, mentre con Legge Gelmini questa percentuale scende al 5;
RITENUTO che:
Gli interventi previsti dalla nuova normativa non corrispondono ad un progetto organico di riforma scolastica, ma alla precisa scelta di effettuare un taglio generalizzato (di cui non avvertiva affatto la necessità se si considera che l’Italia spende per l’istruzione meno degli altri paesi sviluppati, cioè il 4,7% contro il 5,8% della media Ocse), guardando non ad una razionalizzazione della spesa, spendere meno dove ci sono sprechi ed inefficienze ed investire in qualità e servizi, ma a far quadrare i conti su capitoli di bilancio che nulla hanno che vedere con la scuola pubblica;
IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE:
Ad intervenire presso il Governo nazionale affinché siano recuperate immediatamente le somme sottratte alla scuola pubblica e si avvii un serio progetto di riforma attraverso l’attuazione di politiche scolastiche che mirino ad un innalzamento della qualità dell’istruzione ed ad una maggiore sicurezza degli edifici scolastici attraverso opportuni investimenti e non tagli generalizzati e dannosi che penalizzano fortemente soprattutto la Sicilia.
(15 GIUGNO 2009)
RINALDI, PANARELLO, ARDIZZONE, ROMANO

19 Giugno 2009

Autore:

admin


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