SINAGRA – La satira politica fa scuola… e almeno fa sorridere
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SINAGRA – La satira politica fa scuola… e almeno fa sorridere

 

 

sinagra_uomo_del_monteSotto l’immagine nel post che l’accompagna, la dicitura è esplicita “LA CONTESA DELLA PREDA INDIFESA CONTINUA. . . . .. . . è arrivato anche il Vecchio Cacciatore che vuole mettere in fila gli sciacalli . . .. . . occhio che non vi basta più per la grande “Tavola Imbandita” . . . .. . . . . PREVEDO DUGIUNO ahahahaahahahahahahahaha.

E già i post di commento si aggiungono ai mi piaci, e qualcuno è già eccellente.

Daniele Luttazzi, un maestro della satira poltica quella che fa escludere la presenza dei comici dai video, scrive  un interessantissimo esposto sulla satira e i suoi limiti.

Su dove può osare, anche esagerare, e dove farebbe bene a fermarsi.

Era il maggio del 2009

Immagino che alcune posizioni possano essere condivise come no, però ho trovato la sua riflessione interessante e lo spunto degno di essere discusso, quindi ve lo propongo tenendo anche conto che è lo scritto di Luttazzi è datato come alcuni spunti di riflessioni, nei fatti e nelle immagini che evova e che propone.
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La satira è nobile perchè il suo bersaglio (il potere e le sue declinazioni oppressive) merita di essere attaccato.

E’ questo principio a rendere disgustoso e fascistoide, invece, il ridicolo a scopo di tortura (le foto di Abu Grahib); il dileggio verso chi ha subito un torto (le foto di Veronica Lario a seno nudo pubblicate da Libero); e lo sfottò continuo contro chi osa opporsi all’illegalità berlusconiana (gli editoriali di Renato Farina su Panorama prima che venisse scoperta la sua attività spionistica per conto del Sismi; i corsivi di Marcenaro sul Foglio; gli attacchi del Giornale; i fondi di Feltri; lo scherno di Ghedini contro la Bonino ad Annozero).

tiriamo_a_campariIl potere usa il ridicolo, il dileggio e lo sfottò per aumentare il conformismo generale.

E’ una tecnica di oppressione. Nelle sue memorie (The sunflower, 1970) Simon Wiesenthal racconta degli ebrei impiccati dai nazisti nella piazza di Lemberg. “Un buontempone … attaccò a ogni corpo un pezzo di carta con su scritto carne kosher ” dopodichè, per giorni, i cittadini di Lemberg risero dei prigionieri dei campi di concentramento che i nazisti portavano a lavorare in città perchè “vedevano in quegli ebrei altra carne kosher a passeggio”.

Il dileggio invita la massa a prendere le distanze dalla vittima e a partecipare del divertimento sadico del violento.*

Shakespeare attribuisce ai suoi cattivi (Iago, Shylock) questo humor crudele proprio per definire la loro immoralità: uno stratagemma narrativo che ritroviamo nel Joker di Batman, nelle gag da incubo di Freddy Kruger e nella comicità assassina di Hannibal Lecter. Il potere è sovraumano in quanto disumano. Ti illude che, unendoti a lui, diventerai predatore: ecco spiegati i sondaggi sulla popolarità del premier. E tu, non ridi alle sue barzellette?

Un disagio del genere ha finalmente aperto gli occhi a Mentana.

Conosco la sensazione. E’ come sniffare wasabi.

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tutti-1* partecipano della comicità fascistoide molte vostre “battute” arrivate in palestra. Es: Tumore seno: una vittima ogni 45′. A rischio i campionati di calcio femminile.

Venduto il costume originale di Superman. In omaggio una sedia a rotelle e una macchina per respirare.

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p.s.: in molti avete obiettato “E allora la tua battuta sul feto abortito che sa di pollo crudo?” Come se l’argomento fosse il buon gusto. L’umorismo è sospensione del sentimento e può arrivare fino al cinismo; ma se sei cinico a spese di una vittima e ne prendi in giro la sofferenza, fai umorismo fascistoide, cioè eserciti una violenza. (La battuta del feto abortito invece prende in giro me e l’idea che io, per esprimere quel giudizio, ne abbia assaggiato uno.)

Variazione satirica della battuta fascistoide:

“Sempre più vittime per il tumore al seno. Per ovviare ai tagli sulla ricerca sospeso il rimpatrio delle immigrate clandestine.” (Mattia Manica)

Lo stesso accadrebbe (si tratterebbe cioè di satira, non di violenza) se a fare la battuta sul tumore al seno fosse una donna colpita da tumore al seno. Mai sottovalutare il valore del contesto: Richard Pryor può fare tutte le battute che vuole sui “niggers”; le stesse battute in bocca a Woody Allen diventerebbero razziste. Anche se a Woody Allen facessero ridere. (E’ proprio il criterio della “risata del comico” a far sì che tu possa essere giudicato per quello che sei. Se fai battute razziste perchè ti divertono le battute razziste, sei un razzista.)

Il punto non è se una battuta fa ridere o meno. Si ride per il meccanismo comico e l’abilità consiste nell’imparare la tecnica migliore per scatenare il riflesso della risata; ma se questa abilità ti serve a veicolare un’idea razzista, sei un razzista.

396471_202633796500965_100002630381940_343952_647173943_nEcco un esempio di comicità nazista trovata da Ska:
http://www.czeta.it/wp-content/uploa…/annefrank.jpg
Il meccanismo di questa gag può farvi ridere (per riflesso), se però vi compiacete della risata che suscita in voi, siete nazisti.
E’ il riso di scherno sulla vittima. Una vittima reale, non ipotetica.

La palestra è utile anche per imparare a soppesare questi equilibri. Altrimenti si rischia di finire come la CIA con Bin Laden.

 

 

26 Settembre 2013

Autore:

admin


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