Per la giunta comunale di Sinagra sembra che la cultura costi troppo e va quindi – giustamente in quest’ottica – cassata.
Ma a parte la facile battuta, questo è successo, almeno nei fatti.
Infatti che dopo circa vent’anni l’area pubblica istruzione, già area destinata all’ottimizzazione degli interventi dedicati al turismo ed alla promozione culturale del paese è stata cancellata, è il caso di dirlo, il più classico colpo di penna.
Un atto amministrativo.
I dipendenti, – gli effetti saranno esecutivi da prossimo 27 gennaio – sono stati già distribuiti, o in proncinto di esserlo; “sparsi” nelle altre aree del Comune a partire da quelle destinate all’ufficio tecnico, settore che ha accorpato l’area culturale.
Sinagra sotto il profilo della pianta organica comunale, meno di tremila anime, aveva sino a pochi giorni fa ben sei aree amministrative, contro le tre previsti dalla legge.
Ora queste aree sono state ridimensionate e ridotte a cinque.
Il settore tecnico vanta due aree, mentre le altre “viventi” sono quelle che competono ai settori vigilanza, economico\finanziario e amministrativo.
A leggere la delibera, pubblicata sull’albo on line del comune – www.comunedisinagra.it – i motivi possono essere solo per la salvaguardia economica dell’ente.
Ma ovviamente non tutti la pensano così, e su questa rimodulazione – con la quale l’amministrazione punta ad una razzionalizzazione degli uffici ed all’ottimizzazione dei servizi – si è scatenato il putiferio.
Ma a voler far i conti in tasca, a soccombere, è stata proprio l’area che sul bilancio pesava meno – almeno secondo chi sui bilanci dell’ente prova a leggerci.
Particolare curioso: proprio questo settore, diretto, ora non più, da Carlo Cardaci, figura storica e di rispetto del turismo sinagrese, già dai tempi di una nascente pro-loco, delle feste di piazza, delle prime sagre dell’anguilla, ai tempi di Vincenzino Mancuso e dell’ingegnere Trusso, quando in piazza suonava anche Senese, era stato rimpinguato, con provvedimenti successivi proprio dal sindaco.
Un settore ritenuto importante rinforzato nel tempo anche con dipendenti che venivano “importati “ da altri comuni come nel caso di Rosalia Svelti, e che per operare si avvaleva dell’esperienza dell’ex sindaco Enzo Ioppolo e di Enzo Caputo, giornalista e scrittore.
Insomma sembrava proprio che quell’area diretta da Cardaci era divenuta, nel tempo, una sorta di fiore all’occhiello del paese, del suo proporsi, del suo rappresentarsi anche grazie alle attività di concerto generate insieme alla Pro Loco di Enza Mola.
Poi l’estate 2012 e quella 2013 diventano “pesanti”. Poca vervè e poco grinta – a detta di tanti – ed anche poca collaborazione, una sorta di distacco con le organizzazioni giovanili, per arrivare la classico colpo alla testa.
Il flop del Nocciola Day di poche settimane fa, divenuto caso politico e fonte di un pesante dibattito.
Forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Colpa dei dipendenti, aveva tuonato subito dopo l’insuccesso, in un comunicato, il sindaco Enza Maccora, affondando il colpoe paventando menefreghismo e boicottaggio.
“Non possiamo fare ciò che non ci viene chiesto di fare” aveva ribattuto a nome dei colleghi Enzo Caputo – che é anche sindacalista – e che conosce bene la storia del paese e sulla quale ha anche scritto di fine, mentre Enzo Ioppolo, di fatto accussato di sabotaggio, se ne era uscito con un ilare manifesto tra politica e satira.
Sull’economicità dice la sua anche il vicepresidente del consiglio.
“Se risparmio si doveva fare – dice Daniela Spanò – bisognava riportare a tre le aree e ridurre le retribuzioni più alte proporzionalmente”.
Che sottolinea ancora chiedendosi: “ Nell’elefantiaca struttura burocratica c’è anche un responsabile che dirige due aree mentre Cardaci che ha la laurea si è vista togliere giusto l’area pubblica istruzione. Sarà un caso che il risparmio incomincia e forse finisce con la cultura? “.
E la stessa Spanò, senza sbilanciarsi troppo, evidenzia che la delibera potrebbe essere illegittima perchè non sono stati convocati i sindacati ed è orfana dell’informazione preventiva.
Argomento spinoso anche questo, mentre c’è chi non scarta l’ipotesi di ricorrere al giudice per comportamento antisindacale.
Di fatto lunedì mattina scorso, quando i dirigenti diventavano impiegati ed altri migravano da ufficio a ufficio i mugugni erano tanti, ma anche tanti i volti sorridenti che affermavano l’opportunità e la necessità di quel rimpasto.
C’è invece ora chi giura che presto tutto tornerà come prima, magari sotto altre forme, come dire cambiare tutto affinchè nulla o quasi cambi.
Ed intanto a Sinagra gli scrittori per il momento sono chiamati a fare i tecnici – infatti Caputo è stato allocato proprio all’ufficio tecnico – mentre i tecnici come l’ingegnere Cappotto – confermato in capo al Responsabile dell’Area “Pianificazione Urbanistica, Edilizia Privata e LL.PP.” anche la gestione dei procedimenti di cui alla legge 03/05/1994, n.17 per la repressione dell’abusivismo – andranno ad occuparsi anche di sport, turismo e cultura tra una licenza edilizia ed uno smottamento.
Si potrebbe aggiungere ognuno al “posto giusto”.
Con qualche esubero ingombrante, come appunto “dulcis in fundo” si prospetta per l’area tecnica, che ha due assessori, un dirigente, il consulente esterno Carmelo Radici e, magari di “sponda” anche qualche altro esperto.
La piazza sorride, guarda e aspetta, mentre l’opposizione tuona: Il sindaco deve dimettersi – dicono i consiglieri di “Uniti per crescere” aggiungendo – Faccia un gesto d’amore verso i sinagresi.